Ora aspettiamo Boulez autore

Ora aspettiamo Boulez autore Leggendo le stimolanti tesi di un protagonista della nuova musica Ora aspettiamo Boulez autore Pierre Boulez PER VOLONTÀ' E PER CASO Conversazioni con Célestin Deliège Traduzione di Paolo Gallatati Einaudi, Torino 128 pagine, 2400 lire GLI interventi critici di Pierre Boulez, il capofila della nuova musica francese, si sono fatti più avari negli ultimi anni Dopo le Note di apprendistato (tradotte da Einaudi), che raccolgono saggidal1948al 1961, edopo Periser la musique aujourd'hui un libretto edito nel '64, mai divulgato in Italia, Boulez si era allontanato dalla critica musicale. I suoi contributi in questo ambito erano circoscritti ad alcune note discografiche, a uno scritto in memoria di Stravinsky e a qualche sporadica intervista Tanto più invitante, allora, appare la lettura di questo recente volume di conversazioni Per volontà e per caso, edito da Einaudi per la collana « Nuovo Politecnico», nell'attenta traduzione di Paolo Gallar a ti Anche questa volta, così come era avvenuto nei Rencontres avec Pierre Boulez diAntoine Goléa, il compositore preferisce ricorrere alla formula, giornalisticamente più immediata, del dialogo, stimolato dalle domande di un competente critico belga, Célestin Deliège. Nelle linee fondamentali queste conversazioni non fanno che confermare le idee di Boulez, definite dopo i primi polemici anni parigini intorno al 1955- '60, allorché il musicista conduceva una vigorosa autocritica, nei confronti della panserialità e del comporre totalmente determina to. L'attività creativa da allora è concepita come polarità tra •ordine» e •disordine», tra •caos» e •ingranaggio meccanico», ovvero tra razionalità e irrazionalità. E' questo il tema dominante del libro, rispecchiato anche dal titolo, in cui l'opera musicale nasce dalla complementarità tra •volontà» organizzatrice e abbandono al «caso», ricondotto sempre, però, a un principio compositivo globale. In questo contesto, allora, sono consentite anche alcune correzioni di giudizio, che peraltro non intaccano principi da tempo acquisiti da Boulez. C'è, per esempio, un'inversione di rotta per quanto riguarda il binomio WebernBerg, a tutto vantaggio del secondo. Alban Berg è, in certo senso, la costellazio¬ ne centrale della nuova speculazione' di Boulez. Supera ti gli angusti am bi ti di una critica ancora sorretta da un'aspra polemica antiromantica, il compositore francese vede oggi in Berg (e anche in Wagner) il suo ideale progenitore musicale. Un universo mai finito e sempre in espansione è ciò che di Berg lo affascina maggiormente. Tanto più che la «polivalenza dei livelli di lettura», suggerita dal musicista viennese, corrisponde a sua volta alla predilezione per l'opera come perenne •metamorfosi», come un • labirinto», nel quale ci si deve poter perdere: che è poi la tematica anche del recente Pli selon pli dello stesso Boulez. Con questa riabilitazione di Berg si riscontra anche un'adesione pressoché totale al pensiero musicale tedesco e wagneriano, in particolare, di cui Boulez sottolinea la capacità di organizzazione della «grande dimensione », in uno sviluppo continuo e serrato, ma insieme estremamente libero. La Francia, invece, continua ad essere confinata alla periferia, ove si escluda, naturalmente, Debussy (ma questa volta Boulez respinge qualsiasi ascendenza debussiana) e l'invenzione orchestrale di Berlioz. Questa idiosin¬ crasia parigina finisce con il coinvolgere come sempre, lo Stravinsky neoclassico (•Un dilettante che entra in un museo alla ricerca di oggetti e li prende per smontarli e rimontarli in altro modo»/ Del pari rimangono immutate le censure per lo Schoenberg dodecafonico, come per l'ultimo periodo beethoveniano del musicista, anche perché Boulez rifiuta l'eredità e la nostalgia del passato. Questo libro non va letto soltanto sotto il profilo critico: esso vale soprattutto a chiarirci magistralmente le stesse ragioni compositive di Boulez, con un attento ripensamento dell'intero itinerario creativo. 72 filo rosso di queste conversazionièuna fiducia nel mondo dei suoni e nelle nuove tecnologie, fino a ieri guardate con sospetto. C'è da scommettere che le varie composizioni rimaste nel cassetto e sottoposte' a ostinati rifacimenti verranno presto pubblicate. Forse Boulez riprenderà a sorprenderci proprio come autore: si ha l'impressione, infetti, che una partita ritenute, da molti chiusa, stia invece per riaprirsi Attendiamo le opere, insomma, a conforto di questa ipotesi che ci auguriamo non illusoria, Mario Messinis

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