I «malesseri» d'un magistrato di Ferdinando Albertazzi

I «malesseri» d'un magistrato I «malesseri» d'un magistrato Cario Tondi COMPAGNO BORGHESE Rizzoli, Milano Collana La Scala 168 pagine, 5000 lire TEATRO degli eventi raccontati in Compagno borghese è una grande città del Nord Italia, che per compiacere l'autore indichiamo anche qui con «X». Protagonisti ne sono le inquietudini, i cinismi, le violenze, hi una parola i «malesseri» che la cronaca ci propone tristemente da qualche anno, in angoscioso «crescendo», volta a volta nme attentati politici, «repliche» aberranti, episodi di delinquenza comune. I modi disperati di cercare uno spazio nella vita coinvolgono tutti, anche quanti vorrebbero continuare a «non risultare», protetti dall'anonimato della massa. Devono invece pronunciarsi, magari tra mille paure dichiararsi, esprimere condanna o solidarietà, gli occhi sguinzagliati attorno con ansia, alla ricerca di una sia pur distratta solidarietà. Antonio Cristaghi è un magistrato: i «malesseri» sono il suo pane quotidiano] Borghese, sente che la struttura sociale scricchiola, che Ut macchina della giustizia non può più: considerare soltanto le leggi, che •essere antifascisti non basta», quando scoppiano le bombe. Provato, decide di concedersi una pausa di riflessione al Sud, al di fuori della mischia. Sono, allora, i giorni dei ricordi, della vita genuina, degli incontri con le persone conosciute da sempre. Oppure nuove, magicamente nuove come Cristina, una fanciulla in fiore con la quale principia un rapporto doloroso e represso, una relazione sofferta e incompiuta. Ne scrive a Luisa, che divide le sue giornate a «X». Gliene parla al ritorno, confidandole che non ha saputo scuotersi di dosso l'apatia e l'indecisione che continuano ad avvilire le sue giornate. Neppure in quel paesino di mare, peraltro già toccato dalle contestazioni, riesce a chiarirsi se marxisti si nasce oppure se anche un borghese può diventarlo. Ripiegato un se stesso, non ha la d e te rmi nazione di togliersi la mashera, di mettersi davvero in gioco. Come un'ombra «tende» a Luisa che si concede senza abbandonarsi, che allude senza indicare (il suo «ritratto» ci sembra la cosa più riuscita del romanzo), alle effusioni del cane Bebé, alle riverenze del portiere del Tribunale. In lui è maturata la certezza che •Questa dttà non aiuta per niente. A ttraverso il parco e la terra non è terra ma polvere, una polvere sottile in cui si affonda e toglie il respiro». La vita di Antonio Cristaghi rimane insipida: indugia nel fallimento, piuttosto che tentare un qualsiasi riscatto. E insipide risultano anche diverse pagine di Compagno borghese: l'impaccio del protagonista diventa l'impaccio dello scrittore, la sua fragilità si riflette nel faticoso procedere della narrazione. Ferdinando Albertazzi

Persone citate: Antonio Cristaghi, La Scala, Rizzoli

Luoghi citati: Milano, Nord Italia