Musical e catastrofi di Sandro Casazza

Musical e catastrofi Musical e catastrofi DUE libri, due film. Uno è New York, New York di Earl MacRauch (Mondadori, Milano, pp. 167, L. 3000); l'altro è Black Sunday di Thomas Harris (Sperling & Kupfer, Milano, pp. 312, L. 3900). L'industria cinematografica e quella editoriale marciano ormai in completa sintonia commerciale: non trascurano un'occasione per farsi eco pubblicitaria procedendo dal successo del Ubro al film (o compiendo U cammino opposto) con una tempestività ed una continuità che ormai fanno parte del costume culturale. La moda è stata lanciata dagli americani, i quali hanno scoperto U fenomeno con Love Story e U Padrino e lo hanno verificato e «teorizzato» in questi ultimi anni , attraverso le fortune parallele del Braccio violento della , legge, del Padrino n. 2, deUo Squalo, di Taxi driver, Cassandra Crossing, Quél pomeriggio di un giorno da cani, E' nata una stella, ecc. ecc. L'elenco è lunghissimo. Più grande è U successo del film, maggiore è lo sforzo di> produzione cinematografica, U nome degU attori e del regista: Coppola, Frankenheimer, Lumet, Scorsese. La «nuova» Hollywood ha inventato anche una formula inedita di sfruttamento del film: la «noveUisation». E' U romanzo che uno scrittore, spesso di mediocri qualità, ricava con la rapidità di un dattilografo dalla pellicola in testa alle classifiche del box-office L'elenco è altrettanto lungo e comprende già numerosi titoU nostrani da Amici m\°i al Casanova di FeEini. Approdata in Italia, il Paese europeo che nella crisi conserva ancora U più alto numero di spettatori al cinema, la formula del «libro-più cinema-più Ubro» ha messo radici con esiti certo soddisfacenti. Tra gli ultimi arrivi troviamo appunto New York, New York di Rauch e Black Sunday di Harris. Dal primo racconto ha tratto un film con De Niro e la Minnelli, Martin Scorsese, neUo stUe «rivisitato» del musical. E' un libretto agile e di veloce lettura: U dopoguerra negU Stati Uniti, le ambizioni di un reduce, l'amore, l'egoismo, U successo e tanto jazz. Dal confronto U film esce vincente. Più corposo e articolato l'intreccio di Black Sunday (Domenica nera). Il titolo richiama immediatamente: alla memoria la dolorosa fama di «settembre nero», e la lettura non smentisce la prima impressione. Un «commando» di palestinesi decide di colpire nel cuore dell'America per coinvolgere* l'opinione pubbUca statunitense nel problema medioorientale. Una bella araba e un ex combattente del Vietnam, con un dirigibile, devono scaricare una micidiale quantità di esplosivo sopra U più grande stadio di New Orleans traboccante di gen-> te. n massacro deve essere uno choc politico potentissimo per l'intera nazione. SuUe tracce dei terroristi sì sta muovendo un agente del servizio segreto americano. Riuscirà ad impedire la strage? La formula spettacolare adottata dal Ubro (e anche dal film) è queUa del recente genere «catastrofico» sul tipo di Terremoto e Panico allo stadio. In più, qui si può rintracciare un sottofondo politico e ideologico che da nuova sostanza alla vicenda., Sandro Casazza