Nirvana tantrico per noi

Nirvana tantrico per noi Nirvana tantrico per noi Shashi Bhushan Dasgupta INTRODUZIONE AL BUDDHISMO TANTRICO Ubaldinì Roma 194 pagine, 5200 lire Aquarantanni dalla sua stesura, vede finalmente la luce in italiano questo testo classico di storia del Buddhismo indiano, che trova posto nella bibliografia di tutte (o quasi) le opere successive sullo stesso argomento. S. B. Dasgupta, cui si deve anche il bel libro Obscure Religious Cults, dijxe anni posteriore a questo e ancora fondamentale per la conoscenza delle correnti di vita religiosa nel Bengala medioevale, si accostava ad una materia ardua sia per l'indole, sia per la difficile reperibilità, ai suoi tempi, di materiale su cui condurre la ricerca. Oggi si scorgono in lui le incertezze ed i limiti del pioniere, costretto a forgiarsi una metodologia in funzione dei risultati via via emergenti dal suo lavoro; è possi« bile cogliere, nelle sue pagine fitte di osservazioni secche e talora vivaci, i segni d'imperfette conoscenze dottrinali, i pregiudizi di uno studioso formatosi nella temperie culturale dell'età immediatamente precedente al secondo conflitto mondiale (tale è ad esempio, quello che lo spinge a tacciare di politeismo la molteplicità di figure simboliche impiegate nel culto e nella meditazione). Tuttavia, come rileva il Guenther nella prefazione premessa alla riedizione ch'è servita di base alla versione italiana, sia l'ingente massa di citazioni, spesso di prima mano, sia la parziale validità delle conclusioni cui il Dasgupta era giunto, costituiscono tuttora motivi di forte interesse per accostarvisi. Ve ne sono altri. Vorremmo qui segnalare almeno le osservazioni sui contatti fra il Kàlacakra ed i corrispondenti motivi dello Civaismo del Kashmir, che genialmente anticipano gli studf più recenti sul KramaMahàrtha (si veda fra tutti Lilian Silburn. Hymnes aux Kàlì. La roue des énergies divines. Institut de Civilisation Indienne, fase. 40, Paris, 1975). e le connotazioni positive messe in luce nel concetto di nirvana che. se riflettono un atteggiamento issai diffuso presso gli studiosi indiani d'ogni tempo, desiderosi di conciliare in qualche misura la soteriologia buddhista con quelle accolte nel suo àmbito dall'ortodossia bràhmanica, anticipano anche temi oggi sempre più favorevolmente accolti in Occidente. La serietà del Dasgupta, l'assoluta assenza nella sua prosa della pomposità pseudo-iniziatica tanto amata dai dilettanti nostrani, che purtroppo continuano ad infestare dei loro sottoprodotti il campo dell'editoria, sono un esempio ammirevole e degno d'esser meditato. La versione in italiano, opera di Mario Miglietti, è accurata e dignitosa, se si eccettua una certa tendenza a dar come maschili termini e titoli di opere che sono in realtà femminili. Anche la trascrizione del Sanscrito è buona. E' un vero peccato che il volume sia sprovvisto di un indice dei nomi e dei termini, che sarebbe servito a renderne più agevole la consultazione. Auspichiamo di tutto cuore la pubblicazione d'altre opere dello stesso livello, magari anche più recenti Mario Piantoni

Persone citate: Dasgupta, Lilian Silburn, Mario Miglietti, Mario Piantoni

Luoghi citati: Roma