Vuol farci conoscere in tutta Europa

Vuol farci conoscere in tutta Europa Vuol farci conoscere in tutta Europa GIANCARLO Vigorelli continua a seguire la sua vocazione di fondatore di riviste letterarie. E' uscito il primo numero de La Nuova Rivista Europea (160 pagine, 3000 lire), che intenzionalmente riprende il titolo della Rivista Europea che uscì a Milano dal 1838 al 1847. Nella sua attività di promozione, di animazione culturale, Vigorelli persegue con ostinazione e con successo il mito dell'Europa. Prima di parlare di questa rivista non si può non ricordare, tornando indietro nel tempo, l'Europa Letteraria, apparsa tra il 1960 e il 1965, quale voce ufficiosa del Comes, l'associazione europea degli scrittori, che si era assunta il compito coraggioso disuperare i muri e le cortine di ferro, per portare a conoscenza del pubblico occidentale la voce degli scrittori dell'Est. Nel 1975, Vigorelli ci riprova; è la volta de L'Europa letteraria e artistica che vive per soli sei numeri, dal gennaio al dicembre di quell'anno. Ma i tempi mutano, le frontiere bene o male si aprono, del dissenso si impadronisce t'industria culturale, non c'è più bisogno di nessun pioniere per esplorare la cultura óe\Valtra Europa: a Mosca si inaugura, anche se tra polemiche, una fiera intemazionale del libro. «Oggi — dice Vigorelli — il gioco si è rovesciato; ora si tratta di attirare su di noi, sulla cultura italiana, l'attenzione del pubblico europeo», per questo occorre una rivista nuova, e per questo scopo lavorerà la nuova rivista. A questo fine, l'intervento degli e sugli italiani, sulle pagine della rivista, sarà prioritario. Verrà tentato un bilancio e una sintesi delle esperienze artistico-culturali italiane del '900 in un'ottica europea. Il secolo sta per finire, è giunto il momento di iniziare riletture e recuperi, di verificare, magari sottoponendo i testi a un bagno di acqua regia, se sia oro od orpello quello che luccica. Si potrà cosi tirar fuori dal dimenticatoio nomi degni (è quello che fa Glauco Viazzi in questo numero con alcuni poeti «minori» dei simbolismo italiano quali Mario Morasso, Domenico Turniati, Giuseppe Lipparini e altri); contribuire a definire profili critici, sottraendo gli autori alla moda del momento (ed è il caso di Per un ritratto di Savinio di Ruggero JacobbO. senza rinunciare ad essere anche stimolo e documento della creatività contemporanea (limitiamoci a citare i testi di Luise Rinser, di Mario Luzi, di Marin Sorescu pubblicati in questo numero). C'è infine la volontà di aprire un discorso attorno alle letterature cosiddette minori, espressioni delle minoranze linguistiche. Non a caso la rivista si stampa a Trento, marca di confine dei problemi linguistico-culturali, orientata verso ii tedesco, l'italiano e il ladino. Sarà cura della rivista rivelare la voce delle minoranze cultural: autoctone, presenti già in questo numero con un'antologia della poesia occitanica, e nei prossimi con esempi di poesia catalana e basca. Sergio Zoppi

Luoghi citati: Europa, Europa Letteraria, Milano, Mosca, Trento