Così il cinema tedesco presagì la follia di Hitler di Gianni Rondolino

Così il cinema tedesco presagì la follia di Hitler Kracauer, è già un piccolo classico Così il cinema tedesco presagì la follia di Hitler Siegfried Kracauer CINEMA TEDESCO DAL «GABINETTO DEL DOTTOR CALIGARI» A HITLER ' Mondadori Oscar, Milano, pag. XVI-379, lire 3500 PUBBLICATO negli Stati Uniti nel 1947 col titolo From Caligari to Hitler. A Psychological History of the German Film, tradotto in italiano nel 1954, torna trentanni dopo in libreria questo importante libro di Kracauer sul cinema tedesco prehitleriano, ormai considerato un classico della letteratura cinematografica. Come bene dice il titolo originale dell'opera, l'analisi di Kracauer. che prende in esame tutta la produzione filmica tedesca dal 1918 al 1933, vuole essere essenzialmente una «storia psicologica», nel tentativo di mettere in luce i legami sotterranei ed espliciti che uniscono la «follia» di Caligari, il personaggio del famoso Gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene, alla «follia» di Hitler. In questa prospettiva, secondo la quale, come scrive l'autore, «è possibile svelare le profonde tendenze psicologiche predominanti in Germania dal 1918 al 1933. tendenze che influirono allora sul corso degli avvenimenti e di cui bisognerà tener conto nell'era post-hitleriana», opere ed autori, film di successo e film di ricerca, arte e industria, sono appiattiti al fine di metterne in luce non tanto le differenze, le peculiarità, i caratteri intrinsechi, quanto gli elementi comuni, le affinità, i temi ricorrenti, sì da formare un quadro d'insieme il più omogeneo possibile, che possa suffragare la tesi di fondo di Kracauer. La quale, in poche parole, è questa, che il cinema riflette la società che lo produce e lo consuma, quindi l'analisi d'una cinematografia secondo il metodo adottato (lo psicologico) offre uno strumento di ricerca che si può «applicare con successo allo studio del comportamento delle masse». Di conseguenza, poiché, stando a Kracauer. il cinema tedesco ha espresso in quegli anni temi e tendenze che preannunciano, in varia misura, l'ideologia del nazismo, l'analisi di quei film consente di affermare che la Germania degli Anni 20. proprio sotto il profilo della «psicologia delle masse», oggi diremmo dell'«inconscio collettivo», non poteva non sfociare nella dittatura hitleriana. Kracauer conclude infatti il suo libro con queste illuminanti parole: «Tutto era come era stato sullo schermo. E anche gli oscuri presentimenti di uno sfacelo finale si realizzarono». Non è chi non veda i limiti d'un tale metodo d'analisi, anche perché l'esame dei singoli film è affidato più alla decifrazione della storia e dei personaggi, che non allo studio dei caratteri peculiari dell'opera, trascurando, di proposito la poetica dei singoli autori o le esperienze che non rientrano nel quadro prefissato. E' chiaro che Kracauer. che aveva vissuto come giornalista e sociologo l'esperienza fallimentare della Repubblica di Weimar, si accosta a quella cinematografia con l'intento di dimostrare una tesi. Ma è altrettanto chiaro che. mettendo tutto sul medesimo piano e non tenendo nel dovuto conto le reali risposte del pubblico (e quale pubblico?) ai film tedeschi che allora si producevano, né stabilendo utili raffronti con i film stranieri che passavano sugli schermi nel medesimo periodo, la tesi ch'egli dimostra risulta inficiata alla base da un metodo d'analisi per lo meno discutibile. Questo libro è allora inutile? Non direi, anzi. Al di là dei limiti metodologici e delle "forzature storiche, esso fornisce sul cinema tedesco prehitleriano una tale massa di notizie e informazioni, di propóste interpretative e indicazioni contenutistiche, che è ancor oggi indispensabile richiamarvisi per ogni ulteriore •'lidio sull'argomento. Non fo^s'altro per confutarne l'impostazione critica, adottando un metodo diverso, ma ricalcandone la serietà e utilizzandone la ricchissima documentazione. Gianni Rondolino

Luoghi citati: Germania, Milano, Psychological, Stati Uniti, Weimar