Aleixandre: giunto alla vendemmia della vita e del Nobel

Aleixandre: giunto alla vendemmia della vita e del Nobel Aleixandre: giunto alla vendemmia della vita e del Nobel STOCCOLMA — Il Premio Nobel 1977 per la letteratura è stato assegnato a Vicente Aleixandre. La motivazione del premio al poeta spagnolo sottolinea «la creativa opera poetica che, radicata nelle tradizioni della lirica spagnola e nelle correnti moderne, illumina la condizione umana nel cosmo e nella società attuale». La scelta ha sorpreso gli osservatori perché il nome di Aleixandre non era fra i novantasei candidati, di cui quattro italiani, Alberto Moravia, Ignazio Silone, Italo Calvino e Leonardo Sciascia. Favoriti parevano lo svizzero Max Frìsch, l'inglese Graham Greene, il colombiano Gabriel Garcia Màrquez, il rumeno Eugenio Jebleanu, il francese Claude Simon. IL Nobel assegnato a Vicente A leixandre premia e indica all'attenzione del non ancora esaurito mondo dei lettori disinteressati, o meglio interessati ai valori della pura bellezza, un poeta che si è dedicato unicamente alla poesia Ed è una significativa coincidenza quella per cui, a vent'anni di distanza, il medesimo riconoscimento viene tributato a uno spagnolo, e nell'ambito non avaro di presenze della lirica spagnola a quegli che, a guardar bene, pur nella diversità delle loro nature somiglia di più a chi lo precedette in tale onore: a Juan Ramon Jiménez che, a sua volta, aveva consacrato alla poesia l'intera esistenza. Si somigliano, anche, i due nell'infaticabile tensione dello spirito, nell'energia con cui si sono votati alla creazione poetica, nella singolarità e splendore dell'universo cui dettero vita, infine nella sovranità raggiunta in loro da una parola essenzialmente evocatrice e, in un'accezione lata, simbolista Tutt'altro che casuale, d'altra parte, che il Nobel sia andato in vent'anni per due volte a uno spagnolo, se si tiene conto del fatto che la poesia spagnola del Novecento è una delle grandi realtà della letteratura del secolo, che essa ha occupato, con presenze di livello non di rado eccezionale (farò solo il nome di Antonio Machado), si può dire per intero: si pensi che i primi libri di Unamuno e appunto di Machado apparvero ai suoi inizi, e che poeti come lo stesso Aleixandre e come Guillén e Alberti non lesinano ancor oggi le loro forze né nuovi libri. Andaluso come, con poche eccezioni, i maggiori poeti contemporanei del suo Paese (oltre ai già ricordati Machado, Jiménez e Alberti, Luis Cernuda. Federico Garcia Lorca e Emilio Prados), Vicente Aleixandre è nato a Siviglia il 26 aprile 1898, mà la sua infanzia trascorse a Malaga. A Madrid, anni dopo, gli studi conteranno meno della formazione culturale libera e varia, delle scoperte letterarie, dei contatti con gli scrittori. Alla nefrite, che l'ha accompagnato fin da giovane, Aleixandre deve l'occasione esterna che, isolandolo e impedendogli pressoché ogni attività pratica, gli consentì la vita appartata di meditazione e creazione che gli era destinata Storicamente parlando, egli appartiene alla cosiddetta «generazione del 2 7» (dall'anno del terzo centenario della morte dell'mermetico» Gongóra, altro andaluso!) che avrebbe imposto all'attenzione universale la poesia spagnola Grandi Usuo prestigio e l'influenza della sua opera sui giovani, spagnoli e ispano-americani, che son sempre affluiti, in pellegrinaggio insieme reverente e confidente, alla sua casa di via Velingtonia dove, affabile patriarca, egli impartisce la sua lezione di serenità e sapienza. Poeta fertile, è di ieri l'apparizione di un libro di Dialoghi della conoscenza, che attende e merita la traduzione italiana. A questo proposito è da dire che l'attenzione degli ispanisti italiani, da Carlo Bo a Oreste Macrì, da Vittorio Bodini a Dario Puccini, da Roberto Paoli a chi scrive, non è mancata ad Aleixandre. In particolare ricorderò la versione recente di due libri che rappresentano due vertici nell'opera aleixandrina: La distruzione o amore e Poesie della consumazione, apparsi nel '70 e nel '72 presso Einaudi e Rizzoli, nella traduzione di chi firma questa nota; dello stesso 72 è un 'antologia accompagnata da uno studio critico, dovuti entrambi a Puccini e stampati da Accademia. Si può rapidamente dire della natura e dei caratteri essenziali del mondo poetico, assai vario e complesso, di Vicente A leixandre ricordando che la sua espressione eredita visibilmente o addirittura appartiene a un ambito romantico*— del quale è stato affermato che non ha cessato di estendere il suo dominio nella letteratura. Nata romantica, la poesia aleixandrina conoscerà, negli Anni 30, un intenso, insieme dionisiaco e notturno, periodo di surrealismo; ma la si definirà con sufficiente chiarezza chiamandola visionaria, ispirata, profetica. 1 nodi e modi centrali della sua storia entrano pienamente in codesto atteggiamento, che è ora di esaltata, panica immedesimazione con l'universo, ora di affascinata contemplazione della bellezza e di amorosa ebrietà. In anni più vicini, la poesia di A leixandre — segno infallibile della verità da cui nasce —si è ripiegata su se stessa e ha conosciuto, come Budda uscito dal palazzo che gl'impediva la visione dei mali del mondo, la malattia, la miseria fìsica e la prossimità della morte. Il libro in cui ilpoeta dà di sé una misura inedita e drammatica è il già ricordato Poesie della consumazione, in cui Aleixandre sembra aver trovato il suo accento più pieno e persuasivo e averlo affidato alla sua opera migliore, quella della vendemmia della vita. Francesco Tentori Montano

Luoghi citati: Aleixandre, Madrid, Malaga, Siviglia