Quel dittatore è democratico

Quel dittatore è democratico Quel dittatore è democratico Jacob L. Talmon LE ORÌGINI DELLA DEMOCRAZIA TOTALITARIA Il Mulino, Bologna, 451 pagina, 6000 lire. UN libro che al suo apparire nella cultura anglosassone ha _ fatto . oarlare molto di sé. Un lavoro di filosofia politica e di storia delle idee. Anzi un lungo capitolo di storia dell'idea di libertà e di ciò che Talmon chiama « il paradosso della libertà ». Vi è una sola o molte libertà? In altre parole: la libertà umana è compatibile con un unico modello di esistenza sociale anche se tale modello mira al più alto grado di giustizia e di sicurezza sociale? La democrazia di tipo liberale, sorta nel diciottesimo secolo, era per il pluralismo delle libertà e dei modelli di vita sociale e politica. Tal■ Sion ci mette invece sulle piste di un secondo, parallelo tipo di democrazia, quella « totalitaria ». Entrambi i tipi di democrazia affermano il sommo valore della libertà, ma mentre la prima individua la libertà nella spontaneità e nella assenza di coercizione, il secondo tipo — da cui trae le sue radici il moderno comunismo economico — sosterrà che la libertà si -può realizzare solo attraverso la ricerca e il conseguimento di un fine assoluto e collettivo. Nella democrazia totalitaria, fintantoché gli uomini non realizzano l'incontro con* l'ideale assoluto e collettivo, per esempio la società comunista, essi possono essere ignorati, costretti all'obbedienza o portati a essa dalla paura, senza che ciò -comporti una reale violazione del principio democratico. La democrazia totalitaria fa parte della tradizione occidentale. Gli uomini del diciottesimo secolo rifiutavano di riconoscere il conflitto tra libertà e moralità come inevitabile: la loro fede era nella identità della libertà con la moralità. Quando — spiega Talmon, e questo è il centro della sua tesi — la religione laica del diciottesimo secolo si trovò di fronte a tale conflitto si ebbe il grande scisma: la democrazia liberale indietreggiò davanti allo spettro della violenza e si rifugiò nella filosofia della prova e dell'errore. La democrazia totalitaria, a sua volta, venne da allora costantemente ad alimentarsi alle fonti di un « messianismo totalitario » nel quale si venivano trasformando gli ideali sociali del diciottesimo secolo lungo tre stadi che so" no poi i tre percorsi lungo i quali si snoda il lavoro di Talmon. Il postulato dell'ordine naturale, la religione laica dei Philosophes francesi, il modello sociale e la libertà in Helvetìus e Holbach, la democrazia totalitaria in Rousseau, la concezione della proprietà in Morelly e Mably: questo il primo percorso, o «stadio» come dice l'autore. I successivi stadi di sviluppo della democrazia totalitaria vengono colti direttamente nelle idee e nei fatti - della rivoluzione politica francese, attraverso la « improvvisazione giacobina » prima e la cospirazione babouvista dopo, che venne a « cristallizzare » esemplarmente nella dottrina sociale, nella struttura e nella tecnica della congiura politica, nei rapporti tra democrazia e dittatura le esperienze e le pratiche politiche che sono state fonte di ispirazione anche per il socialismo rivoluzionario e le sue varianti. La democrazia totalitaria sarebbe dunque anche un portato della secolarizzazione, una conseguenza della religio¬ ne laica. Efficace l'immagine con la quale Talmon rappresenta l'attuale coesistenza della democrazia liberale con quella totalitaria: essa sarebbe assai simile alla coesistenza, in secoli di fede religiosa, tra la Chiesa ufficiale ed istituzionale ed il movimento rivoluzionario escatologico. Non si lasci però il lettore andare a troppo facili suggestioni suggerite dai casi attuali. Il lavoro di Talmon. del resto, è tutt'altro che inattuale ed è ormai tra le maggiori opere di filosofia e storia delle idee politiche negli Anni 50 e 60. Filippo Barbano

Persone citate: Filippo Barbano, Jacob L. Talmon, Rousseau

Luoghi citati: Bologna