Salvemini, preziosa eresia

Salvemini, preziosa eresia Salvemini, preziosa eresia Atti del Convegno su GAETANO SALVEMINI Firenze, 8-10 novembre '75 Il Saggiatore, Milano, 386 pagine, 7000'lire Nella storia della cultura italiana Gaetano Salvernini festimonia di un travaglio intellettuale e politico in cui si riassumono tanti dei nodi storici che hanno accompagnato la crescita democratica del nostro paese. Lo conferma la lettura degli atti del convegno dedicato allo storico pugliese, svoltosi a Firenze nel novembre di due anni orsono. Salvemini rappresentò, nella politica, nell'azione pubblicistica, nella battaglia per la riforma della scuola, nel lavoro storiografico, nell'impegno di meridionalista, lo sforzo di una costruzione democratica non ancorata a nessuna certezza precostituita che non fosse quella della propria ragione. Quasi sempre isolato, o in compagnia di ben altri pochi, ha fornito a diverse generazioni d'italiani un insuperabile esempio di intransigenza e di onestà-. Nel Convegno di Firenze, tuttavia, la necessaria analisi parcellizzata della multiforme personalità salveminiana non ha messo nel dovuto risalto l'insieme positivo della sua azione. Tale risposta è rimasta inevasa poiché non si è considerata l'angolatura particolare della battaglia di Salvemini. La sua scuola ha influenzato la formazione di uomini come Piero Gobetti, Carlo Rosselli, Piero Calamandrei, Ernesto Rossi — tanto per fare alcuni nomi — e ad essa si è ispirato un nuovo modo di èssere dell'intellighentia democratica. Bene Norberto Bobbio ha colto nel suo intervento il rapporto tra Salvemini e la democrazia: in fondo Salvemini è il primo che dà una coscienza di lotta politica militante alla cultura laica. Soprattutto dà ad essa la spinta per rinnovare le forze tradizionali e i partiti storici, salvo poi esserne critico spietato come lo è nei confronti del partito di azione. Cosi non si capisce a pieno la tenace battaglia contro il fascismo se non la si inquadra in una visione, tanto elementare quanto vera, di genuino aggancio democratico: come nota giustamente Roberto Vivarelli, in « Salvemini il contrasto fascismo e antifascismo equivale al contrasto fascismo-democrazia, intesa questa quale si era storicamente incarnata nei paesi occidentali ». La costante battaglia per la democrazia non fu certo scevra da errori, giudizi affrettati, posizioni che risentivano di una passionalità che vive i problemi con serietà e impegno. Per questo Gaetano Salvemini fa ancora oggi discutere storici e politici: soprattutto egli anticipò, con una concreta tenacia che oggettivamente non fu, per esempio, di Prezzolini, una discussione sul ruolo specifico degli intellettuali nel processo storico, che è poi una questio- ne permanente nella storia della cultura politica italiana ed una costante nel dibattito sul rapporto politica-cultura che travaglia la sinistra italiana, dalla vicenda di Politecnico fino ai nostri giorni. <» Da parte marxista si è visto il cosiddetto «fallimento» salveminiano come la dimostrazione che le singole energie democratiche siano incapaci ad essere fattore reale di avanzamento politico. Per Amendola le ragioni di tale insuccesso risiedono in una <t concezione della storia d'Italia come opera di minoranze organizzate». Giustamente Leo Valiani ha risposto: «Che la sfiducia di Salvemini nelle masse non fosse totale, è documentato proprio nella nostra polemica, quella svolta quando noi eravamo nel partito d'azione. Proprio perché il partito d'azione non aveva seguito di masse, Salvemini ci consigliava insistentemente di abbandonare al suo destino il partito d'azione ed entrare nel partito socialista». La verità è che Salvemini sfugge ad ogni classificazione di tipo ideologico; alimentò lotte di cui fu protagonista con la fiducia nelle proprie idee, sempre a testa alta, come quando dette l'adesione alla « legge truffa » salvo poi, in brevissimo tempo, fare pubblica ammenda dell'errore. In lui si assommano successi e sconfitte: mai fallimenti. La eresia salveminiana è ancora oggi una scuola difficile alla politica ed alla vita civile. Paolo Bagnoli

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