Lou, amata dai grandi di Luciano Curino

Lou, amata dai grandi Lou, amata dai grandi Vita e ingegno della Salame, amica di Nietzsche, amante di Rilke H. F. Peters MIA SORELLA MIA SPOSA. (La vita di Lou Salomé) Mondadori, Milano, 472 pagine, 5000 lire LOU Salomé, intellettuale inquieta, fu amica di Nietzsche, amante di Rilke, allieva di Freud, conobbe Wagner e Totstoi, Strindberg e altri. Aveva un istinto infallibile per scoprire uomini di intelligenza superiore. I suoi detrattori (soprattutto donne, che la temevano come rivale) dicevano che collezionava uomini come altri collezionano quadri, per appenderli alla sua galleria personale. Se fosse soltanto -una «coriezionista». Lou non avrebbe avuto storia. Essa conta, invece, perché ispirò e risvegliò energie creatrici in quelli che l'amarono. Fu anche pregevole scrittrice: una ventina di libri e oltre un centinaio di saggi e articoli. Libera, audace, nemica delle convenzioni, riuscì a preservare la sua identità ben distinta in un mondo spinto verso l'anonimato dell'inserimento delia massa. Aveva scelto come motto: «Tutto osare, non avere bisogno di nulla». Incontrò Nietzsche che era ancora sconosciuto, e scrisse nel suo diario: «Ci sarà dato di vederlo diventare il profeta di una nuova religione e si tratterà allora di un profeta che vuole degli eroi come discepoli». Il filosofo le chiese di sposarlo, Lou gli offrì soltanto amicizia, che fu stimolante e tempestosa. Nietzsche diceva che Lou era diabolica, ma nel senso goethiano del termine, per cui il male può essere generatore del bene. Mentre il filosofo demente agonizzava a Weimar e il mondo incominciava ad accorgersi di lui, la Salomé pubblicò alcune sue lettere dando l'impressione di avere avuto intimi rapporti. A 26 armi sposò Friedrich Cari Andreas, studioso di lingue mediorientali, che per lei aveva cercato di uccidersi. (Altri due uomini che l'amarono si tolsero la vita). Lo sposò a patto che il matrimonio restasse bianco. Il patto fu mantenuto nei 43 anni di nozze. Lou era sempre in viaggio, da una capitale all'altra dell'Europa, sempre tra l'elite intellettuale. A Monaco conobbe Rilke, poeta ancora in erba assai più giovane di lei, (quando andranno insieme a Pietroburgo, Pasternak, allora ragazzo, li crederà madre e figlio). Quattro anni di passione e poesia, poi restò l'amicizia. Rilke affermava che «senza l'influenza di quella dorma straordinaria. tutta la mia evoluzione non avrebbe potuto prendere quelle strade che condussero a molte cose». Altre amicizie, altri amori, poi il legame con lo psichiatra svedese Bierre, che dirà di lei: «Lou poteva fondersi totalmente con il compagno sul piano intellettuale, ma umanamente non sapeva dare. Molto probabilmente questa è stata la grande tragedia di Lou. Forse desiderava potersi liberare dalla sua for- „ te personalità, ma non ci arrivò mai». Fu Bjerre che presentò la Salomé a Freud ed essa entrò nel cerchio del fondatore della psicanalisi. Scrive Roberto Fertonani nella prefazione: «La dottrina freudiana diede a Lou gli strumenti per interpretare razionalmente le divèrse fasi del suo comportamento nell'intrigo dei rapporti amorosi di cui era stata protagonista ». Gli ultimi anni li visse a Gottingen, considerata «nemica dello Stato» dai nazisti in quanto propugnatrice della psicanalisi «scienza giudaica». Nel 1937 morì nel sonno, aveva 76 anni. Qualche giorno prima aveva detto a un amico: «Se lascio vagare i miei pensieri, non trovo nessuno. Il meglio, dopotutto, è ancora m morte». Peters ne ha scritto la biografia assai particolareggiata sulla scorta di documenti e testimonianze. E' l'opera di un ammiratore, forse anch'egli affascinato da questa straordinaria donna. Presto Lou Andreas Salomé sarà sugli schermi, nel film Al di là del bene e del male di Liliana Cavani. Luciano Curino

Luoghi citati: Europa, Milano, Monaco, Mondadori, Pietroburgo, Weimar