Il Mulino porto franco

Il Mulino porto franco Nonostante l'accordo con la casa di Segrate Il Mulino porto franco BOLOGNA — «Sia chiaro che sul piano della gestione culturale della nostra "bottega" non cambia nulla. Questo continuerà a restare un porto franco per eretici e scismatici della sinistra» avverte subito Giovanni Evangelisti, divettore de II Mulino. « Speriamo bene — sospira invece qualche vecchio socio dell'Associazione che ha il controllo della società editrice —. Purché non si finisca come la Nuova Vallecchi, che ha puntato tutto sul recupero commerciale». Cerchiamo di capire i meccanismi attraverso i quali la Mondadori si è potuta assicurare il 20 percento della prestigiosa «editrice degli intellettuali» che ne affollano i consigli editoriale e di amministrazione. Il Mulino, società ^editrice a responsabilità limitata (seppure soltanto per poche settimane ancora) non va confusa con l'Associazione di politica e cultura, che porta lo stesso nome: le 42 persone che fanno parte di quest'ultima non possjno essere individualmente soci dell'editrice. Questa è stata sinora controllata dall'Associazione, a titolo collettivo, affiancata da un socio priva- * lo (un imprenditore emiliano) detentore di un 16 per cento. Stretta dalla morsa del credio. nell'impossibilità di finanziare nuovi programmi editoriali con le sole sue forze. Il Mulino ha deciso di trasformarsi in società per azioni, procedendo all'aumento del capitale da 100 a 500 milioni. Il 40 per cento delle nuove azioni è stato offerto all'esterno: un 20 per cento è andato alla Mondadori, l'altro 20 per cento è stato sottoscritto da «amici». « Con una sola esclusione — precisa Evangelisti — Non possono cioè acquistare azioni membri dell'Associazione che continua a controllare il 60 per cento della Editrice: non vogliamo squilibrare la nostra politica creando soci più "uguali" degli altri». Sia a Bologna che a Milano non si nasconde il disappunto per la fuga prematura di notizie: si contava di emettere un comunicato a cose fatte. Gli organi statutari dell'editrice II Mulino, non hanno ancora deliberato ufficialmente sulla proposta anche se (è la previsione dello stesso Evangelisti) l'approvazione è scontata. A Segrate Guido Carrara, responsabile dell'operazione non nasconde il compiacimento: « L'ingresso nel Mulino ci permette di completare lo schieramento con cui il Gruppo E esordisce sulla scena della nuova scolastica italiana. Non dimentichiamo, però, che noi abbiamo acquisito soltanto una partecipazione di netta minoranza in una editrice di prestigio ma che l'anno scorso ha fatturato in libreria "soltan¬ to" un miliardo e mezzo a prezzo di copertina ». La Mondadori non ha voluto o non ha potuto assicurarsi una quota maggiore? ». « Entrambe le cose — ' dice Carrara —. Da un lato l'Associazione mai avrebbe rinunciato al controllo di assoluta maggioranza dell'editrice. Dall'altro lato stiamo cercando altri alleati per il Gruppo E. Il Mulino, in questa ottica, non è ohe una delle mosse ». v. m.

Persone citate: Carrara, Evangelisti, Giovanni Evangelisti, Guido Carrara

Luoghi citati: Bologna, Milano, Segrate