Libri preziosi per chi studia di Giulia Massari

Libri preziosi per chi studia Libri preziosi per chi studia Il francesista Giovanni Macchia parla delle sue utili "discese" nelPEnfer ROMA — « Ben venga l'apertura dell'inferno — dice Giovanni Macchia —. Era una cosa assolutamele anacronistica, un vero e proprio assurdo. In qualsiasi libreria, in molte edicole; nel catalogo di qualsiasi editore e non solo di quelli specializzati, si potevano trovare opere che nella Biblioteca Nazionale di Parigi erano relegate nel cosiddetto Enfer: dirò di più, nella Biblioteca Nazionale medesima, in altre sale, si potevano trovare, libere per tutti, quelle stesse i, opere che alcuni, ritenendosi privilegiati, nervosamente consultavano nella soletta chiamata La Rèsene. Ma la proibizione persisteva, e chissà magari che non agisse anche il fascino di quella parola, Enfer, che quando fu scelta voleva significare che i libri dovevano essere tutti bruciati, nelle fiamme dell'inferno appunto... ». Il massimo esperto italiano di letteratura francese, si muove rapido e sorridente nella sua casa di via Guido d'Arezzo, fra divani elegantemente sbiaditi ed ordinalissime librerie. Alle librerie, che raccolgono 25.000 volumi, ogni momento egli si dirige, e sempre ne ritorna con un libro in mano, che vuol far vedere, o consultare: e naturalmente non manca, scovato un giorno da un antiquario parigino, il famoso catalogo curato da Apollinaire, Fleuret e Perceau, con le opere riservate' all'inferno. « Secondo Apollinaire — dice Macchia — solo una quindicina avevano carattere di estrema indecenza ». Eppure i titoli sono tanti, varie pagine... « Con quindici, non si sarebbe fatto un catalogo. l'Enfer era costituito di due fondi, cioè letteratura italiana del 500, e qui leggi Aretino, Giulio Romano e uno dei fratelli Carrocci, Agostino, e letteratura francese del 700. Il 500 era la sensualità, cioè la natura, il 700 l'erotismo, cioè il momento in cuiJ'eros prende coscienza di sé diventando a volte anche negazione della Natura. Ci furono poi molte aggiunte. Scrittori non erotici hanno spesso una specie di angolo, dove si rifugia l'erotismo. Quanto al catalogo, secondo me, si trattò di un'iniziativa comprensibile in un paese come la Francia, dove, dopo la Rivoluzione francese, si tendeva a una specie di ristrutturazione morale, di purificazione dall'eccesso di licenziosità libresca passata. Bisognava mettere un freno. E lo si mise, ma con un certo giudizio. Non si pensò assolutamente di mandare al .rogo i libri. Avrebbe significato distruggerli. Se ne salvò una copia, e fu lo stesso Abbé Gregoire, cioè la Chiesa, a volerlo. La Francia, cioè, che da una parte condannava, dall'altra si preoccupava della storia. «Queste proibizioni, però, sono sempre fatte in modo strano. Sfogliando a caso un dizionario di opere erotiche, si può trovare elencato un libro delicato come Armance di Stendhal, forse per il problema dell'impotenza che vi si affaccia, il cosiddetto fiasco, mentre nélVEnfer medesimo non si fa menzione dei Canti Carnascialeschi ma bensì di Passifico Massimi, citato da Apollinaire, e Diderot diventa erotico nientemeno che per le Lettres Philosophiques. semplicemente perché erano rilegate insieme con un altro libro. Quanto al motivo per cui ancor oggi, in Francia, sussistesse l'assurdo catalogo, può darsi anche che si trattasse di pigrizia, di burocraticismo, come da noi». La maggiore facilità di accesso a libri fino a ieri proibiti, significherà un vero e proprio apporto culturale? «Senz'altro. Anche perché io penso che molti di questi libri andranno a finire fra i volumi preziosi o rari, dunque rimanendo poco accessibili ma acquistando una diversa qualificazione culturale. Io personalmente, non mi sono mai accorto della difficoltà di accesso all'Enfer. Quando ne ho avuto bisogno, per mie verifiche sui settecentisti francesi e le prime edizioni di Sade, non ho trovato strano * che non fossero alla portata di tutti. Si trattava di libri di pregio. Ma io andavo come studioso di letteratura francese. Se altre curiosità mi avessero mosso, forse avrei pensato diversamente». Giulia Massari

Luoghi citati: Francia, Roma