Trionfo discreto della ragione

Trionfo discreto della ragione Trionfo discreto della ragione Mario Sina L'AVVENTO DELLA RAGIONE N Pubblicazioni della Università Cattolica, Milano, 800 pagine, 9900 lire. A NCHE se questa pubblicazione è stata a effettuata », come si legge sul risvolto della copertina, « con il contributo del CNR. », ottocento e più pagine, zeppe per giunta di note accecanti, sono un po' troppe e mettono a dura prova la pazienza di chi legge. L'autore avrebbe potuto far suo quello che Leibniz, riferendosi a Toland, scrive nella lettera a Sofia di Brunswick del 9 settembre 1702 e riportata a pagina 499: « M. Toland feroit bien de mettre in riStretto ce qu'il a de nouveau à dire. Mais il airne à faire de grunds .discours ». . Lo scopo del volumone, comunque, viene chiarito nella premessa: « Il presente studio intende seguire le varie fasi della maturazione di quel concetto di ragione (Reason), dominante nella cultura europea del secolo dei lumi, secondo una sua precisa linea di sviluppo storico, quale contrappunto al concetto di fede (Faith) e di autorità (Authority) ». La ricerca è ricca e di prima mano. Il capitolo più interessante è quello dedicato al Toland, anche se vi si desidererebbero maggio-' ri riferimenti con le. altre culture europee e un esame più approfondito dei rapporti che il deista irlandese ebbe con la filosofia di Giordano Bruno. L'illuminismo deve certamente molto al Toland, cai si rifaceva volentieri anche Lichtenberg, tanto da mutuarne perfino qualche titolo. Si pensi alla famosa Amintors Morgenandacht, nome derivato dall'Amyntor della Defense of Milton's Life. Ma ^conosceva anche le altre opere, fra cui il Tetradymus. Peccato che il Sina, tutto rivolto a Spinoza e a Leibniz (anche quest'ultimo, sotto sotto, derivò molto da Giordano Bruno, come sostiene giustamente Jacobi), si sia lasciata sfuggire l'occasione di mettere in luce l'affinità tra il Toland il Lichtenberg. Al grande David Hume, con il guale termina il deismo inglese, sono dedicate . solo due pagine, ma molto incisive: a Mentre si andava livellando l'incidenza dei difnsori della Reason, seri dubbi sulle possibilità della ragione furono avanzati e incoraggiati dalla speculazione di Ravid Hume ». Già il Norris. aveva detto che la ragione, che poi Hegel eleverà addirittura a legge universale, è una a piccola lampada che rischiara un brevissimo tratto di strada davanti a noi e che ci lascia per il resto nell'oscurità più complete ». Hume, da parte sua dirà che noi siamo « come dei viaggiatori in un paese straniero ». Insomma, la ragione viene vista per quello che è: un semplice epifenomeno dell'individuo. Detto diversamente, la <t Reason » non può penetrare i misteri da cui siamo circondati. A Hume come pure a Locke si riattaccherà, sia pure criticamente. Kant, il quale indicherà ancora meglio i limiti di quella ragione umana, con la quale gl'illuministi avevano creduto di poter spiegare tutto. Merito dèi Sina è quello di non indulgere al difficilissimo, che il più delle volte è solo il cosmetico della miseria intellettuale. Anac'.eto Verrecchia

Luoghi citati: Leibniz, Milano, Sofia