Gli scrittori dalla foresta

Gli scrittori dalla foresta Gli scrittori dalla foresta ARRIVA la letteratura dell'Africa. Dopo tanta sociologia sul Terzo Mondo, sono i primi documenti veri di una cultura secolarmente dimenticata. La uscita della trilogia di Chinua Achebe, Dove batte la pioggia da Jaca Book, è un fatto rilevante in sé, per il valore dell'opera. Ma può essere più importante ancora storicamente, per la carica di novità che introduce nel nostro paesaggio letterario; e. soprattutto,, perché sembra l'avanguardia di una corrente che si viene ingrossando. Dietro Io scrittore nigeriano altri autori si profilano, e altri libri vengono annunciati, da varie case editrici. Dopo vent'anni di una « decolonizzazione » politica, che ha riprodotto le arbitrarie suddivisioni coloniali, senza tener conto di popoli e di culture, l'Africa chiede di far ascottare la propria voce, anche nel nostro Paese. Il catalogo dell'editoria italiana, fino a pochi anni fa, era avarissimo di questi libri. L'attenzione al Terzo Mondo, e all'Africa in particolare, si esauriva nelle opere di inchiesta, storia, economia, prodotte sempre da autori europei, o americani. Un editore come Feltrinelli, pur così curioso verso le nuove letterature, e disponibile a tutti i movimenti di liberazione, anche in senso culturale, ha nel suo listino un solo romanzo africano: // bevitore del vino di palma, di Amos Tatuola. E' uno scrittore importante dell'Africa nera, descrive la foresta come l'aveva sperimentata da giovane. Ma forse è arrivato in Italia troppo presto. La traduzione italiana è del 1961, ii libro passò quasi inosservato. Può essere interessante notare come, nella « Universale economica » di Feltrinelli, porta il numero 333, immediatamente davanti aWAleph di Borges, uscito poche settimane dopo. Quale diverso cammino, nel nostro Paese, fra i due autori. E fra le due culture. La poesia Più interesse si era avuto verso la poesia, anche per la presenza di personalità meglio conosciute, come Diop e Senghor. E, soprattutto, perché la tradizione europea riteneva che la cultura africana fosse più legittimata a esprimersi attraverso il linguaggio poetico. L'antologia della Nuova poesia negra, curata da Maria Grazia Leopizzi per Guanda nel 1961 con autori di tredici Paesi africani, ha avuto buona * circolazione, nel nostro pubblico. Senghor, il presidente del Senegal, ha trovato varie edizioni in Italia, non soltanto per la sua opera politica. E' pubblicato da Rizzoli {Libertà e Poemi africani, nella traduzione di Carlo Castellaneta e Franco De Poli), da Guanda (Poèmes, a cura di Franco De Poli e Olga Karasso), da Accademia (Poesia d'Africa, traduzione di Carlo Castellaneta, e la recentissima Lettre d'hivernage tradotta da Marcella Glisenti) dalle Cinque Lune (Politica africana). Ma un altro poeta, come Agostinho Neto, è rimasto semisconosciuto cóme scrittore, perfino dopo essere diventato protagonista della vita politica, presidente dell'Angola. Si può leggere una sua lirica nell'antologia della Guanda, altre sue poesie vennero pubblicate in una edizione, scomparsa, della « Biblioteca delle Silerchie ». E soltanto oggi abbiamo notizia di nuove iniziative. La Acca¬ demia, subito dopo l'Antologia della poesia africana in lingua inglese, a cura di Lucilla Sbirego, ha in programma Song of Lanino, di Okot Op' Bitek, a cura di Carlo Izzo e un altro libro, di Christopher Okigbo. Guanda sta preparando una edizione arricchita della Nuova poesia negra, con i canti di liberazione del Mozambico e dell'Angola. Un filone letterario che qualcuno ha tentato di far conoscere è quello della testimonianza antropologica, fra Io spiritualismo e la mitògrafìa. Così come aveva fatto con gli indiani d'America, la Rusconi ha cercato di recuperare una cultura autoctona anche in Africa: e ha tradotto Kaidara, di Amadu Ampate Bà, de! Mali, un romanzo iniziatico ispirato alla letteratura orale dei Peul (1971).. Poco prima, Bompiani aveva pubblicato il Dio d'acqua di Marcel G riaule, che raccoglie testimonianze orali sulla cosmogonia dei Dogon. I romanzi La grossa spinta di inte: resse verso la letteratura africana viene da Jaka Book. La casa editrice milanese, che fino a ieri si era caratterizzata per una ricerca politica e sociologica, ha cercato proprio nel Terzo Mondo un suo spazio letterario, rivolgendosi all'Africa, dopo l'America latina. La trilogia di Chinua Achebe è il quinto volume della serie, altri seguiranno. Nel 1975 erano già usciti due romanzi, Sulle orme di mio padre di M. Kayoya (Burundi) e Se ne andranno le nuvole devastatrici di James Ngugi (Kenia). Lo scorso anno è apparso un volume sul Teatro africano, con testi di vari paesi. Quest'anno / cavalieri della sete, della scrittrice berbera Dominique Reznicoff. Entro il '78 sì annunciano un altro romanzo di Achebe, The men of the people, un secondo di Ngugi, The grain of wheat l'intera opera teatrale di Wole Soyinka (Nigeria), ritenuto il più importante uomo di teatro africano, in tre volumi. E, per dicembre, è atteso il libro che dovrebbe far parlare di più: La montagna, romanzo autobiografico di Yomo Keniatta, il più importante leader della nuova Africa. Sono libri che hanno un buon pubblico, avvertono alla Jaca Book; Ngugi e Kayoya sono già esauriti. Un'altra casa editrice che all'Africa dedica tutta la sua attenzione è la Emi di Bologna, con la Biblioteca di Nigrizia. Dopo aver pubblicato, in volume o sulla rivista, tanti scritti di missionari o di collaboratori europei, ora ha aperto una collana con i testi africani. Il primo libro ci fa ritrovare il nome di Hampate Ba (Aspetti della civiltà africana). Il secondo, appena uscito, è anche più interessante. Un autore deila Guinea equatoriale, raccoglie, per la prima volta in forma scritta, i racconti del gruppo « bubi », nell'isola di Fernando Poo. (Borikù Loplo: // villaggio racconta, 160 pagine, 2000 lire). Sono pagine di forte espressività dense di suggerimenti antropologici, che suscitano insieme, emozione e tristezza. « Nella società tradizionale africana quando muore un anziano è una biblioteca che brucia, confessa l'autore. E io sono lieto di aver potuto salvare almeno alcuni "volumi" prima che le biblioteche viventi bruciassero completamente ». 9- c-