Per un pensiero scientifico

Per un pensiero scientifico Due logiche opposte: il rigore dei matematici, l'anarchismo del "Rizoma Per un pensiero scientifico L'IMMAGINE DELLA SCIENZA. Il dibattito sul significato dell'impresa nella cultura italiana a cura di Giulio Giorello. Milano, Il Saggiatore, 267 pagine, 3500 lire. Ai LLIEVO di Ludovico Geymonat, studioso di storia e teoria della scienza, Giulio Giorello lui "confezionato" un volume al tempo stesso stimolante e discutibile. Il progetto sul quale il libro è costruito è la rievocazione — ovviamente per saggi e sondaggi emblematici — della "battaglia per la scienza*' condotta da una prestigiosa schiera di logici, matematici, epistemologi, filosofi nel corso del '900. Che l'espressione "bellica" appena impiegata sia legittima è noto a tutti coloro che sappiano quale sia stato lo sviluppo «vincente» della cultura italiana del nostro secolo. Uno sviluppo caratterizzato per un verso dall'affermazione della filosofia neo-idealistica e dall'altro (e correlativamente) da una diffusa ostilità, o almeno da una grande sordità intellettuale nei confronti del pensiero scientifico. Molti libri e manuali hanno concorso in più modi a valorizzare questo sviluppo. A parte altre e maggiori colpe, essi hanno deliberatamente ignorato, o sutto valutato, lo sforzo condotto da tutta una serie di studiosi da un lato per reagire al clima anti-scientifico diffuso da Croce e Gentile, dall'altro per occuparsi senza complessi di problemi epistemologici e per mantenere aperto il dialogo con la più progredita scienza europea del tempo. Ora Giorello ripropone le voci di taluni di questi studiosi. Il volume si apre con alcune pagine di Giuseppe Peano e di Giovanni Vailati, alle quali seguono testi di Persico, Colomi, Frola, mentre l'ideale conclusione del discorso è affidata a scritti di Geymonat e di Preti. Non tutti i brani selezionati appaiono i più validi e adatti agli scopi che il curatore si proponeva. Qualche volta sono troppo brevi, o troppo tecnici per risultare ^sufficientemente chiari per il lettore. Qualche altra nasce il rammarico che Giorello non abbia pensato a testi diversi (pensiamo al caso di Preti). Non si tratta soltanto di contrapporre a scelte inevitabilmente soggettive altre scelte non meno soggettive. Si vuole alludere al fatto che — almeno per certi aspetti — l'antologia sembra, soffrire di un'incertezza di fondo: tra la scelta di testi autenticamente «programmatici ». realmente connessi alla « battaglia per la scienza » e al bel sottotitolo della silloge, e la scelta di contributi indubbiamente ragguardevoli, ma concernenti questioni più particolari e specifiche. Ma la principale riserva teorica che bisogna fare a questo lavoro è un'altra. Sia nella sua selezione di autori e di testi che nell'introduzione Giorello sembra privilegiare, entro il contesto dei dibattiti sulla scienza, il contributo matematico e logico-matematico. Bisogna sottolineare invece che il sapere scientifico non può identificarsi solo con le scienze formali: che la battaglia per la scienza e il lavoro epistemologico nelle indagini scientifiche non sono stati condotti solo dagli studiosi inclusi in questa antologia; che, con tutto il rispetto per l'opera degli illustri Persico, Frola, Colomi, forse non sarebbe stato male menzionare i nomi di certi fisici e di certi esponenti delle' scienze umane, anch'essi impegnati nella lotta per l'emancipazione del sapere scientifico, per la costruzione di una razionalità diversa da quella idealistica, per l'elaborazione di nuovi strumenti epistemologici ed ermeneutici: Sergio Moravia

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