Spiritoso, cioè serio di Luca Goldoni

Spiritoso, cioè serio Le note di Luca Goldoni sul costume italiano Spiritoso, cioè serio Luca Goldoni CIOÈ' Mondadori, Milano 226 pagine, 4000 lire PERCHE" Cioè? Chiunque abbia un figlio adolescente lo capisce subito. Cioè è oggi un avverbio che soprattutto nei giovani e giovanissimi introduce e accompagna qualsiasi discorso. Mio figlio maggiore, che ha quattordici anni, è stato molto attirato da questo titolo. Ha annusato, evidentemente. Ha letto il libro prima di me. Gli ho chiesto se gli era piaciuto, e mi ha detto « Sì, si, cioè no... cioè secondo me, 1 autore, cioè chi ha scritto... ». Goldoni sarebbe stato contento vedendosi davanti un suo personaggio, lo io ero un po' meno. Contavo che la lettura gli eliminasse istantaneamente il cioè. Sarà per il futuro: ruminerà, cioè mediterà, cioè con il ragionamento si libererà, speriamo, del cioè. Comunque è chiaro che anche il nuovo libro di Goldoni si aggancia subito, di prepotenza, all'attualità, persino a quella lessicale. Il cioè diventa simbolo di confusione, contraddizione, incertezza, instabilità, nebulosità, ansia di parlare anche quando si ha poco o non si ha niente da dire: e diventa addirittura il simbolo di un intero paese squinternato com'è l'Italia dove Goldoni s'aggira scoccando le sue frecciate. Qual è il bersaglio? Un po' tutto. Tutto quello che ci sta attorno; che vediamo; che sentiamo; che ci perseguita, ci opprime, ci stuzzica, ci mortifica e ci angoscia. Si parte dalle cose più tenui e frivole come l'uso dei jeans anche per signori maturi e con pancetta, o la ricerca affannosa di sconti che si rivelano poi solenni fregature, o la- dege"ncrazione del camping trasformato in un condominio « en plein air », per passate a quella gigantesca tavola rotonda perenne che è stata (ed è parzialmente ancora oggi) la radio dopo la riforma, un fiume inarrestabile di chiacchiere, di sentenze, di salamelecchi, di parole a vuoto, di adunate di esperti, di-assurdi colloqui confidenziali, di blablabla, di cioè... Non sfuggono alle mazzate inesorabili di Goldoni le reticenze del linguaggio dei politici (« Onorevole, stando così le cose, possiamo ritenere che la prossima settimana conosceremo il nome degli indiziati? ». « Se le sue premesse fossero esatte, le sue deduzioni sarebbero attendibili ») ; episodi come quello dell'Accademia di Santa Cecilia in cui l'orchestra si è rifiutata di eseguire un brano di Franck ritenuto dai professori « né artisticamente, né culturalmente valido »; e le frequenti evasioni in massa dalle carceri, e i musei chiusi. C'è anche una parte che chiameremo di fantapolitica dove la realtà deformata dalla più accesa e maliziosa immaginazione produce racconti esilaranti quali « Petroliera » ove si parla della scoperta in Italia di un giacimento di petrolio dieci volte più grande di quello del Kuwait; c'è una fastosa cerimonia ufficiale con il Presidente della Repubblica che porta in capo un elmetto di plastica da petroliere; c'è un'esultante enciclica papale « Perforate fratres »; ma in un angolo, cupo, sta La Malfa che registra il crollo delle vendile della sua opera fondamentale « La Caporetto economica » e che vede ìirimediabilmente compromesso il suo futuro politico ora che il petrolio nazionale, sin dai primi mesi, ha spazzato via ogni deficit. Gli italiani diventano tutti ricchissimi e il povero Carter viene in Italia ad implorare un prestito per gli Stati Uniti in ban¬ carotta, e si adatta a ballare il tip-tap sul ponte della Ghisoifa in un'esibizione anche canora che Ted Kennedy definisce * Peggio che umiliante, stonata ». Goldoni ha unr vivacità irresistibile di scrittura e si comprende bene come i suoi libri così spicci, così aggressivi, così comunicativi abbiano grande successo. L'ironia si scatena in ogni pagina e — persino quando si avverte una ricerca faticosa della battuta per la battuta va sempre clamorosamente a segno. L'n bel libro umoristico e satirico, dunque? Sì, ma al tempo stesso terribilmente serio, con una buccia rilucente e amabile che nasconde una polpa amarissima. L'autore ribolle di risentimenti: saranno risentimenti affettuosi, non diciamo di no. che tuttavia, alla lunga, denunciano la sua incoercibile insofferenza dui la definisce con ingenerosità di tipo senile) e la sua. nera sfiducia nei confronti della situazione italiana, del costume italiano, della politica italiana: al punto che in « Padre nostro », dopo essersi dichiarato sostanzialmente di sinistra, rivolge al Signore Iddio la fervida preghiera « Aiutami anche oggi a non essere reazionario ». e aggiunge « Mi stanco di veder spesso combattere un assurdo mondo di destra con assurdi atteggiamenti di sinistra ». Si può non essere d'accordo con Goldoni, naturalmente. Ma non si può fare a meno di leggerlo. Cioè è un libro intelligente e spiritoso, e di largo consumo (nella migliore accezione del termine); e comodissimo perché, articolato com'è in tanti fulminanti capitoletti, lo si può anche cominciare dalla coda. Ugo Buzzolan

Luoghi citati: Italia, Kuwait, Milano, Stati Uniti