Quanti mariti per un matrimonio? di Osvaldo Guerrieri

Quanti mariti per un matrimonio? Incontro con Edith Burnley, autrice di "La donna sposata 9? Quanti mariti per un matrimonio? MILANO - Judith Burnley, londinese trentacinquenne, ha un aspetto latino. Capelli neri che le cadono e s'increspano a metà schiena, occhi scurissimi, ironici, che non mostrano mai di sorprendersi. Tutto, per i suoi occhi, sembra déjà vu. E forse lo è. Il fotografo che la ritrae in ogni posa e le scatta in breve tempo un centinaio d'inquadrature, le interviste a raffica, persino il folgorante successo intemazionale di Una donna sposata, il suo primo romanzo, sembra rientrare per lei nell'ordine naturale delle cose. Profonda conoscitrice del mondo letterario (dirige da nove anni la collana di narrativa per la Penguin Books) sa che il successo innesca sempre una reazione a catena, non resta mai circoscritto e a volte si espande in maniera incontrollabile. E' la sorte toccata a The Wife, che Mondadori ha pubblicato da pochi giorni col titolo Una donna sposata. « Trovo che il titolo italiano sia più ricco di quello originale, perché acquista un preciso significato antropologico », dice la Burnley. Il romanzo, diffuso in Inghilterra, alcuni mesi fa, esce ora contemporaneamente negli Stati Uniti, in Francia, in Spagna e da noi. Presto diventerà un film di John Schlesinger, il regista di Domenica, maledette domenica e de II maratoneta. HUna donna sposata racconta le vicende sentimentali di Sarah Cornish, una giornalista londinese alle prese con un'inchiesta sui matrimoni che falliscono. Sarah è sposata con Adam, un affermato regista televisivo, e ha per amante Zack, che sta scrivendo un'opera enciclopedica sulle minoranze e la loro persecuzione. Sarah rimane incinta non del marito o dell'amante, ma di un commediografo, a sua volta sposato e con figli. Adam ha problemi professionali, Zack parte per il Giappone e Sarah non sa decidersi sul suo futuro, k Gli uomini, suo padre incluso, si legge in una recensione del Neic York Times, tendono a deludere Sarah. Uno dei pùnti che la Burnley sembra voler mettere in evidenza <...) è la figura della donna in posizione minoritaria in un grande mondo istituzionale che la perseguila ». Questa, narrata alla grossa, la materia del romanzo che è costato alla Burnley cinque anni di lavoro e che rappresenta la sintesi di dieci anni di esperienze personali. « Il libro ha avuto una gestazione lunga, lenta e dolorosa. Cambiava di forma via via che mettevo a fuoco le mie idee ». Ma perché è nato? « Perché voleva nascere. Cercavo di capire i problemi della gente che vive insieme, la ragione per cui i matrimoni tendono a sfasciarsi e perché molte donne sono infelici ». La causa dell'infelicità femminile risiede, secondo ia Burnley, nella convinzione che, col matrimonio, la donna possa raggiungere la felicità. Invece è vero il contrario. Sposandosi, sembra destinata a vivere in funzione del marito, l'unico che abbia una vita piena. Nascono da questo stato d'insoddisfazione la crisi del matrimonio e il suo possibile rimedio, che consiste nell'ipotesi di un « doppio matrimonio », come si legge nel romanzo. «Forse la soluzione del doppio matrimonio è difficile, da attuare dal punto di vista pratico. Se non fosse così difficile, sarebbe una situazione comune. Molte donne, intimamente vorrebeero farlo. Le donne nuoce, soprattutto » Chi è la donna nuova? « E' la donna che vuole essere tutto, che è riuscita a combinare in sé la tradizione, l'indipendenza e la autocoscienza, senza alcun riferimento al matrimonio, ai gemiori». Da una parte, c'è un modello femminile che per attuare e vivere la propria « totalità » si esclude dalle convenzioni sociali; dall'altra, il fantasma del «doppio matrimonio » cui è affidato il compito di dare serenità alla donna. Ma quale spazio resta alla coppia? « La coppia, dice Judith Burnley. ha un suo futuro, che non ha nulla che vedere col matrimonio convenzionale. La coppia dovrà essere costituita da due individui indipendenti ». Non vede contraddizione fra l'unione e rindipendenza? « C'è contraddizione fra matrimonio e indipendenza, non fra amore e indipendenza ». Judith 3urnìey ritorna adesso a Londra. Nel suo breve soggiorno italiano ha avuto modo di lavorare an che per la Penguin, assicurandosi i diritti della Stona di Elsa Morante, che pubblicherà in paperback. La attendono molti impegni e la stesura di un nuovo romanzo, col quale si propone di raccontare tre generazioni dà donne: quelle vissute per i figli, le altre vissute per i mariti e questa ultima immagine femminile, la donna che cerca di vivere per sé. Osvaldo Guerrieri

Persone citate: Edith Burnley, Elsa Morante, John Schlesinger, Judith Burnley, Mondadori, Sarah Cornish

Luoghi citati: Francia, Giappone, Inghilterra, Londra, Milano, Spagna, Stati Uniti