Piramidi, passione e morte

Piramidi, passione e morte Piramidi, passione e morte A BSIAMO tutti imparato, a scuola, sui primi libri di storia, l'attenzione avida di notizie antiche e intrisa di piacere del mistero con cui si guarda una scienza tradizionalmente affascinante: la archeologia. Eppure, come constatava verso il '50 il celeberrimo Ceram. autore di Civiltà sepolte. best-seller dall'incredibile successo editoriale, nessun libro, magari d'arte, che non fosse un dotto trattato per iniziati, aveva per oggetto l'archeologia e la sua storia. Fu certamente questa constatazione a spingere il critico- berlinese, già autore di testi teatrali e di romanzi di appendice, a scrivere il suo indovinatissimo "romanzo dell'archeologia", un racconto di questa disciplina non scientifico, ma completo, colorato e così "trascinante", da rivelare una vera e propria inclinazione archeologica del grande pubblico. « Civiltà sepolte », che ha ormai visto la sua venticinquesima edizione italiana (Einaudi, To^ 1976), si può dire abbia dato il via a quella fortunatissima serie di libri sull'archeologia della cui nutrita presenza in libreria ci si accorge particolarmente da non molto tempo a questa parte. Sono sempre state nell'aria, è vero, le suggestioni remote, legate al fascino che la vita dei popoli antichi, di preferenza nei suoi aspetti quotidiani e segreti, ha esercitato sul gusto, avallando il successo della narrativa « al- la Mika Waltari », il cui Sinuhe l'Egiziano Ita letteralmente spopolato, fino aita consacrazione cinematografica in cotossal. Ci troviamo così ai fronte, oggi, a due settori aobastanza aistinguibili dei libri sull'archeologia o di ispirazione archeologica: uno che, fondamentalmente legato alta scientificità della aisciplina, non dimentica nomi, date e riferimenti attendibili pur all interno del raccontoromanzo; l'altro, di narrativa vera e propria, che mette insieme verità e fantasia per vicende avventurose ambientate in un passato « riscoperto ». Al secondo versante appartengono senz'altro le opere del prolifico Bruno Tacconi, un medico-archeologo di cui Mondadori diffonde quest'anno, con enorme successo, La verità perduta (Una storia d'amore nell'Egitto dei Faraoni sconvolto dall'eresia - Oscar Mondadori, Mi, 1977). e Lo schiavo Hanis (Mondadori, Mi, 1977), una storia di passioni e di morte, di segreti e di splendori corrotti che si svolge all'epoca della prima rivoluzione democratica nella terra delle piramidi. Si tratta di narrativa gradevole, circostanziata, che mutua il proprio contesto dall'archeologia e dalla storia, testimoniando soprattutto la cultura v di testo » su cui si fondano le conoscenze in materia dell'autore. Di maggiore interesse, invece, è la larga messe dei volumi più strettamente « archeologici ». Al classicissimo Civiltà al sole (Oscar Mondadori, Mi, 1976), sempre di Ceram, una « romanzesca storia delle ricerche archeologiche » che, meno romanzo di Civiltà sepolte, è un ricco catalogo di notizie sulla scoperta delle antiche civiltà, si affianca II tesoro greco, di Irving Stone, che narra, con la vita di Henry e Sophia Schliemann, il favoloso ritrovamento della Troia omerica, del leggendario tesoro e del sepolcro di Agamennone (Dall'Oglio, Mi, 1976). L'Egitto mantiene senza fatica posizioni da «first lady* con L'enigma de.lle piramidi di K. Mendelssohn (Oscar Mondadori, Mi, 1977) e Nefertiti, una biografìa archeologica di P. Vandenberg (Sugarco. Mi. 1977). per non parlare della forse troppo «seria* Cleopatra di Carcopino e del ben noto Tutankhamen di Howard Carter. In netto rialzo le quotazioni delle civiltà precolombiane: la Newton Compton. nella Collana «Civiltà scomparse^, diretta da Sabatino Moscati, offre due volumi, uno sui Maya (Il mondo dei Maya. Paperback. 1977) e uno sugli Incas (L'Impero degli Incas. Paperback, 1977), entrambi di Von Hagen autore di Antichi imperi del sole (Oscar Mondadori. Mi. 1977). E plora: ore, c:-:o!ogo. ar¬ cheologo, naturalista e, ovviamente, scrittore, egli merita senz'altro la palma di esegeta riconosciuto dei gloriosi trascorsi dell'America Latina. Non mancano, per concludere, le «puntate» classiche su Pompei (R. Guerdan, Pompei, la vita di una. città prima della morte, Oscar Mondadori, Mi, 1977), sulla mitica Atlantide (}. V. Luce, La fine di Atlantide, Newton Compton. Paperback, Roma, 1977; A. Tomas. I segreti dell'Atlantide*, Oscar Mondadori, Mi. 1977), e sugli Etruschi (ad esempio. E. MacNamara, Gli Etruschi. L. M. Edizioni. Mi, 1974) e indagati scrupolosamente negli aspetti più nascosti della loro sconosciutissima vita di tutti i giorni. Il rinnovato interesse per l'archeologia si è dunque allargato tangibilmente, nutrito dal vasto materiale divulgativo su cui può contare, fino a toccare livelli di massima estensione e popolarità. Fra qualche tempo, forse, la solita ragazzina occhialuta e piena di interessi, precòce- mente affascinata dalle iscrizioni antiche, alla moda di Chantpollion. semenziera che studiare il latino fin dalle scuole medie inferiori le sarebbe servito per arrivare più « in fretta » a fare Varcheologi. Roberto Nepoti

Luoghi citati: America Latina, Egitto, Pompei, Roma