Perché odiano Heine il cugino di Marx?

Perché odiano Heine il cugino di Marx? Perché odiano Heine il cugino di Marx? Nella Repubblica Federale tedesca, Heinrich Heine, ebreo, cugino di Marx, è considerato pericoloso. Nelle scuole è pressoché tabù, i ragazzi lo leggono semiclandestinamente. Perché tanto sospetto ufficiale per un poeta che i ventenni tedeschi giudicano superiore a Schiller e Goethe? B.ONN — Heinrich Heine, come nessun altro poeta tedesco, alimenta ancor oggi sentimenti estremi e contrastanti ed è oggetto di contesa politica oltreché di studi e ricerche appassionate. Letto ancora semiclandestinamente dai ragazzi, poiché nelle scuole è pressoché tabù, considerato dai ventenni superiore a Schiller e a Goethe, argomento di congressi e hearings, tema di infinite dissertazioni, non ha avuto ancora il riconoscimento ufficiale al quale i suoi sostenitori amDiscono. All'università di Duesseldorf, città nella quale, vicino alla piazza del mercato, Heine nacque il 13 dicembre del 1797, non è concesso di portare il suo nome. Di propria iniziativa studenti e docenti l'hanno battezzata « Heinrich Heine Universitaet », ma le autorità cittadine e regionali si rifiutano di riconoscere questo appellativo. Heinrich era ebreo, cugino per parte materna di Karl Marx, convertito al cristianesimo per convenienza, critico e ribelle, feroce di giudizio e di penna, « pensava contemporaneamente anche il contrario di ciò che stava sostenendo » — come mi dice Norbert Oellers, ordinario di letteratura tedesca allUniversità di Bonn. Poeta scomodo, durante la vita e dopo, proprio per la capacità di vedere, insieme, la medaglia e il suo rovescio, era il contrario degli uomini tutti di un pezzo così cari alla mitologia tedesca. Durante il terzo Reich i suoi libri furono bruciati. Alla.fine della guerra la Germania si .ritrovò Heine come un problema insoluto, un soggetto da catalogare. Nella Repubblica democratica lo si mitizzò come precursore del socialismo, in quella federale si tacque a lungo. « Per pudore », dice Norbert Oel¬ lers. Coloro che lo avevano ignorato per decenni non osarono affrontarlo adesso. Fu così che quasi vent'anni dopo la fine della guerra, a partire dal 1963. si assistè, sul piano editoriale e degli studi, al boom di Heine. Per la ricerca sono stati spesi circa 4 milioni di marchi. Una edizione critica completa, di sedici volumi, a cura di Manfred Windfuhr è in corso presso la Hoffmann und Campe, mentre nella Repubblica Democratica, con spesa minore, sono state pubblicate a Weimar tutte le opere e le lettere, in dieci volumi. Di Heine si sono occupati Wolfgang Preisendanz. per la Fink di Monaco, Dolf Steinberger per la Hoff¬ mann und Campe Eberhard Gallay per la Metzler. Due autori di Berlino Est, Lutìwie Marcuse e Hans Kaiifmann, hanno redatto testi biografici e divulgativi che hanno trovato molti lettori anche al di qua dell'Elba, nelle edizioni Kindler. Uno studioso della vecchia guardia, Benno von Wiesefha pubblicato di recente, presso la Erich Schmidt Verlag di Berlino, una raccolta di saggi su Heine alla quale ha dato il titolo di Signaturen: ciò che distingue lo spirito di Heine, da prospettive diverse. Heine non si può sotto- _ porre ad un unico denominatore, lo si può capire piuttosto seguendone sistematicamente, sulle tracce indicate da von Wiese, i ìeitmotiven. La molteplicità intellettuale del poeta, attraverso un esame acuto dei vari « momenti »; risulta comprensibile anche ai lettori non specializzati. Si assiste così ad una grave, profonda discordanza fra il mondo degli studi, una parte dell'opinione pubblica e l'autorità, appoggiata da ampi strati della popolazione che tuttora vedono con sospetto il poeta renano, anche se non si esprimono chiaramente. Heine era provocatorio e pagano, beffardo e irriverente, spirito ribelle che non si lasciava e non si lascia .imbrigliare neppure a più di un secolo dalla morte. Lela Gatteschi

Luoghi citati: Berlino, Berlino Est, Bonn, Germania, Lutìwie Marcuse, Repubblica Federale Tedesca, Weimar