Guai all'avanguardia se diventa noiosa di Giovanni Raboni

Guai all'avanguardia se diventa noiosa Guai all'avanguardia se diventa noiosa Germano Lombardi CERCANDO BEATRIX Rizzoli, -Milano, 209 pagine, 5000 lire. NATO nel 1925, autodidatta e viaggiatore, Germano Lombardi è uno scrittore d'avanguardia (ha collaborato a riviste di punta come « Il Verri » e « Marc-atre » e all'antologia del Gruppo 63) e, soprattutto, uno scrittore « irregolare ». In due gustose pagi nette inedite di Ennio Flaiano premesse a questo romanzo, Lombardi è descritto come un personaggio « romantico », i cui tratti « parlano di un passato marino, da angiporto o da frontiera, comunque mediterraneo o sospetto », anebe se, in realtà, « mite e giusto » e « pieno del suo lavoro ». La divertita cordialità di questo ritratto e il ricordo di qualche testo di Lombardi letto in passato (per esempio il romanzo « Barcelona », pubblicato da Feltrinelli nel '63) fanno nascere più di una speranza in chi è assetato di letture diverse e, perché no?, divertenti. Purtroppo, le cose non stanno proprio così, anche se non manca, in « Cercando Beatrix », la conferma di un'agilità di scrittura e di una mobilità inventiva certamente apprezzabili. Il fatto è che la pretesa strutturale di Lom¬ bardi — quella, se non ho capito male, di costruire un racconto d'avventure «astratto», il cui svolgimento nasce cioè dalle sue stesse modalità verbali, dagli accidenti imprevedibili e pittoreschi della scrittura — produce a lungo andare un effetto di sazietà, di stanchezza, una sensazione di troppo pieno che si rovescia facilmente in una simmetrica sensazione di vuoto. Insomma, per dire fino in fondo quel che penso, il libro è piuttosto noioso. Naturalmente, non mi sento di escludere che ci sia, in questo progressivo rifiuto del gioco di incastri e di sorprese allestito da Lombardi, una questione (una mancanza) di allenamento. Anzi, rifacendomi a una frase di Emilio Tadini (autore del testo del risvolto) secondo la quale « Lombardi ha inventato un nuovo modo di scrivere e di leggere una storia di avventura », penso che il punto, forse, è proprio qui: nella divari azione — tuttora insopprimibile, temo — tra lo « scrivere » e il « leggere ». Può darsi benissimo, voglio dire, che Lombardi abbia vissuto il libro che stava scrivendo come « una storia di avventura »; ma mi sembra diffìcile che riescano a viverlo nello stesso modo, almeno per ora, anche i lettori. Giovanni Raboni

Persone citate: Beatrix Rizzoli, Emilio Tadini, Ennio Flaiano, Feltrinelli, Germano Lombardi, Lombardi

Luoghi citati: Milano