critica letteraria di Mario Praz

critica letteraria critica letteraria ■ Mario Praz LA CARNE. LA MORTE E IL DIAVOLO NELLA LETTERATURA ROMANTICA Sansoni, Firenze, 390 pagine, 14.000 lire. (romana rutelli) L'ampio excursus storico-filologico compiuto da Praz in una delle sue opere fondamentali, riproposta oggi, con poche aggiunte, a circa 50 anni dalla sua stesura, riguarda il gusto per l'erotismo venato di macabro che accomunò molti artisti europei a partire dall'età , romantica fino a quella del decadentismo e del simbolismo. La rappresentazione della voluttà del dolore, già presente nei rinascimentali, ma a livello concettuale, viene scandagliata nei suoi molteplici risvolti, nella veste emotiva assunta in epoca romantica, nelle influenze esercitate dagli antesignani del satanismo (Byron e De Sade, ovviamente distinti nelle rispettive aree operative), nel gioco di rimbalzo delie suggestioni fra pittura (da Delacroix a Moreau) e letteratura, fino alle filiazioni fra i decadenti, ove il fascino del male recede dal campo rielle emozioni per estenuarsi in un più complesso cerebralismo. Gli autori esaminati, commentati, e raffrontati offrono una vasta panoramica del filone, che oggi potrebbe definirsi, sulla base degli studi di Lotman, in termini di parziale tipologia culturale (e Praz nota, in margine a questa edizione, che nel '30 la sua opera presentava « sotto questo aspetto un carattere pionieristico »). La parte che meglio resiste al tempo pare cornun- que l'ultima, ove « l'amor sensuale della parola » di D'Annunzio viene scandagliato con un rigore e una perizia che in molti punti reggono il confronto con le metodologie critiche più avanzate. Barbara Nugnes INVITO ALLA LETTURA di Francis Scott FITZGERALD Mursia, Milano, 150 pagine, 2000 lire. (chiara rabitti) Figlio esemplare del suo tempo, F. S. Fitzgerald ne condivise lo splendore ed il disastro. La parabola della sua vita segue fedelmente quella del periodo più « bello e dannato » del nostro secolo: dall'ambiziosa, testarda scalata sociale all'improvvisa conquista del successo, della ricchezza e dell'amore; dalle follie sfrenate di una età incosciente allo scoppio di una crisi prevedibile quanto imprevista; dal tentativo disperato di far sopravvivere un'euforia ormai sia storicamente che umanamente irrecuperabile alla lucidissima denuncia di un vuoto e di una corruzione che non potevano più essere dissimulati; dall'assunziGiiM- tardiva e disillusa di responsabilità sfuggite per tutta la vita alla morte precoce ma quasi fatale. La facile identificazione di Fitzgerald con la sua epoca ha fortemente condizionato anche l'atteggiamento della.crisi: ignorato negli ultimi anni della sua esistenza, in un mondo che precipitando nel disastro economico verso la guerra non poteva né voleva riconoscersi nella grande baldoria dei tempi migliori, lo scrittore ha riconquistato gradualmente terreno dopo la morte. ' Con il passare degli anni, mentre la comprensibile reazione di rabbia e disprezzo alla assurda, fragile giostra degli Anni Venti si affievoliva, anche le velleità dei censori nei confronti dei vizi e delle follie di questo « ragazzo mal cresciuto » si sono sopite ed hanno ceduto il posto ad una specie di comprensiva, quasi invidiosa indulgenza. Le opere di Fitzgerald, anche attraverso le riduzioni cinematografiche, televisive e teatrali, hanno così raggiunto il grosso pubblico sull'onda di una moda vagamente nostalgica. Opportuno e tempestivo appare quindi questo volume, nel quale Barbara Nugnes esamina sistematicamente la biografia, le opere e la fortuna critica di Fitzgerald, fornendo gli strumenti per una lettura intelligente dei testi, capace di individiiare, al di là degli atteggiamenti della moda, i temi ed i valori di un'arte che drammaticamente si confonde con la vita. . Alfredo Luzi (a cura di) SOCIOLOGIA DELLA LETTERATURA Mursia, Milano 209 pagine, 5500 lire (giorgio de rienzoj Nella collana « Strumenti per una nuova cultura » esce questa raccolta di letture critiche sulla Sociologia della letteratura. Luzi, introducMMio il problema, cosi ne aefinisce i termini: « Il punto di convergenza attorno a cui ruotano le molteplici linee metodologiglie che compongono l'accidentata mappa della sociologia della letteratura può essere individuato nel considerare la letteratura come fatto sociale ». Luzi offre quindi un « panorama bibliografico » uti¬ le per iin approfondimento della questione, e segnala una serie di proposte metodologiche e di ipotesi di verifica. Nella prima sezione si leggono pagine teoriche di Hauser e Goldmann, di Jauss ed Escarpit, di Lukacs e Dubois, oltre a quelle di Ferrarotti, Colino e Gianfranco Corsini. Nella seconda sezione si leggono interventi di Benjamin e Berry Burgum, di Girard e Gramsci; oltre alle pagine incentrate su problemi più specifici: da quelle della Pisu sul « romanzo rurale cinese » a quelle di Ferrini sulla « narrativa poliziesca », a quelle infine di Maria Carrilho sulla « Negritudine ». Elio Gioanola L'UOMO DEI TOPAZI Il melangolo, Genova 242 pagine, 5800 lire (g. d. r.) Gioanola individua, secondo un rigido schema di analisi freudiana, tre fasi fondamentali nell'opera di Gadda. Una prima fase « edipica », attraverso la lettura della Cognizione del dolore, dove si esaminano i rapporti intrafamiliari. Una seconda fase « sadico-anale ». attraverso la lettura delle opere dall'Adalgisa al Pasticciaccio (e si riprendono qui i risultati di , un'analisi già sviluppata da Guido Baldi). Una terza fase « superegotica », attraverso la lettura delle opere cosiddette postume, dalla Meccanica alla Novella seconda. Si individuano in questo attento e intelligente saggio alcune « fissazioni » psicologiche-del « grande lombardo ». Ma la finezza stessa dell'analisi di Gioanola, la sua rigidità metodologica, finisce per lasciar perplessi sulle conclusioni ultime. Cioè, in fondo, a che cosa giova l'aver individuato queste « fissazioni » gaddiane? Enzo Panareo GIANNA MANZINI Mursia, Milano, Collana Invito alia lettura, 140 pagine, 2000 lire. (m. n.) Dopo l'esordio nel '28 con Tempo innamorato, nel quale Montale vide associate « con un fervore tanto intransigente le ragioni del cuore con quella dell'intelletto», Gianna Manzini percorse un cammino narrativo ricco e uniforme, raggiungendo uno dei momenti più alti con Ritratto in piedi del 71. Evidente nella sua opera è rinfluenza di Virginia Woolf e Katherine Mansfield (Kathleen Beauchamp), la scrittrice inglese morta in Francia nel '23. Seguendo la struttura ormai nota della collana, Panareo dedica un capitolo alla vita di Gianna Manzini, sottolineando la sua formazione negli anni ""di Solarla. Studia poi una per una le opere della scrittrice, scomparsa nel '74, evitando di chiudersi nei limiti di un'analisi « a scompartimenti », facendo invece largo uso di richiami e anticipazioni che creano una rete fra i capitoli, rendendoli «vasi comunicanti». In conclusione del suo lavoro, nella parte dedicata a temi e motivi, Panareo nota che «osservando il mondo poetico della Manzini nella sua complessa globalità, viene molto più agevole parlare, al posto di temi, di sottili suggestioni esistenziali in chiave psicologica »: un'espressione fortunata per centrare nella sua origine l'opera della scrittrice.

Luoghi citati: Firenze, Francia, Genova, Milano