Paolo dei feroci incontri

Paolo dei feroci incontri Paolo dei feroci incontri Marina Jarre LA PRINCIPESSA DELLA LUNA VECCHIA Einaudi, Torino 120 pagine. 2200 lire LA prima adolescenza, il difficile apprendistato della vita sono tra i luoghi poetici più frequentati dalla narrativa, specie quella italiana così propensa all'autobiografia dichiarata. Ma sempre, o quasi, nella prospettiva del ricordo: è la coscienza adulta che cerca le proprie radici, rievoca accadimenti e personaggi filtrandoli attraverso la lente, spesso anche se impercettibilmente deformante, della memoria. Altra cosa è penetrare nel mondo reale di un ragazzo d'oggi, vedere la vita quotidiana con i suoi occhi, partecipare alle sue esperienze così come egli le vive. Ci si è provata Marina [arre con questo suo quarto romanzo: e si deve chiarire anzitutto che il suo non sembra un semplice espediente, un «divertissement» fine a se stesso, un gioco d'abilità. Dietro queste scene di vita quotidiana, ambientate nella Torino dei mesi immediatamente precedenti il referendum sul divorzio, c'è un impegno a decifrare gli anni che viviamo, le assurdità le contraddizioni i segni anche minimi di mutamento: con la fiduciosa disponibilità di un ragazzo, ma anche con la sua ingenua ferocia. Paolo, undici anni, è figlio di genitori separati. Vive con t la madre, impegnata nelle battaglie femministe, e con due fratelli, anch'essi politicamente schierati: Emilio, il più anziano, serio e un po' sussiegoso «cristiano di sinistra», e Massimo detto Mask. anarcoide più con allegria che con rabbia. L'atmosfera è vagamente bohèmienne, in una casa che s'intuisce tipica della vecchia Torino, e piacevolmente disordinata. Qui protagonisti e comprimari s'incontrano e scontrano sotto lo sguardo attento del ragazzo, ansioso di «diventare grande» ma non per questo meno pronto a cogliere e 'a raccontare con linguaggio fresco, credibile e pur fitto di invenzioni gustose, gli aspetti risibili o addirittura assurdi del comportamento degli adulti. Marina Jarre sa disegnare i suoi personaggi con tratti rapidi e incisivi, e non ce pagina del libriccino che non desti un sorriso, non solleciti un'affettuosa partecipazione. Se proprio un limite si vuol cercare, si deve dire che in fondo il /punto d'osservazione» di Paolo è privilegiato: non lo sfiorano le Lensioni del dissestato tessuto sociale d'una grande città industriale, gli sono estranei i drammi quotidiani che ormai da anni ci inquietano e ci addolorano. Ma forse è scelta premeditata, quasi un messaggio di speranza. Giorgio Martellini

Persone citate: Einaudi, Giorgio Martellini, Marina Jarre

Luoghi citati: Torino