Gerarchi a fumetti

Gerarchi a fumetti Gerarchi a fumetti La lotta al fascismo in vignette divertenti ed efficaci Armando Ceste. Gianfranco Torri LA STORIA DEGÙ ARDUI DEL POPOLO Savelii, Roma > 64 pagine, 2900 lire PARMA, l'ohretorrente, gli arditi del popolo con Guido Picelli da una parte. Dall'altra, Italo Balbo con le sue schiere tumultuanti e sfrontate che vogliono dare una soda battuta ai riottosi parmensi, poco propizi ad accettare la reazione in camicia.nera. Che bel soggetto per una storia a fumetti: c'è tutto, l'azione, l'awen-, tura, la dignità di una popolazione intera, l'eroismo dei singoli, la tracotanza annata derisa e vinta dalle barricate affastellate da gente che apprezza il Lambnisco ma che ha in corpo una viruI tenta passione per la propria libertà. Va bene* Questo è il prologo, tanto psr restare nel 'linguaggio operìstico, così amato dai loggionisti del Regio. Passiamo adesso a vedere come è risultato il volume fumettato che due arditi (detto senza ironia), e cioè Armando Ceste e Gianfranco Toni, hanno adattato da Proletari senza rivoluzione di Renzo del Carria. La destinazione: 9 ragazzi. Il linguaggio: un'ibridazione dì puntuale giornalismo in chiave di rievocazione storica (in quasi ogni pagina, gli, elementi figurativi sono accompagnati da un colonnino di testo), di fumetto nel senso più ampio del termine. Sì svaria da una cattivante amabilità nei proporre certe vicende in chiave ironica, grottesca o addirittura buffa, per mettete a suo agio-il ragazzo, a momenti più marcatamente e tradizionalmente pedagogici. Però, e qui sta il bèllo, Ceste e Torri razzolano in questi campi stilisticamente eoa diversi senza infastidire, senza far compiere pericolose capriole al giovane lettore, perché il racconto scorre via filato che è una bellezza, il rìschio del garibaldimsroo antifascista, del sussiego resistenziale, paludato e intemerato, cede il campo a uh più persuasivo appròccio con le nuove generazioni.' 1 busti di bronzo, si sa, piacciono poco a quelli che non conobbero chi fu effigiato: in essi. Mettono, perlomeno, malinconia, magari ingrata ma non per questo meno vera. . Ecco, il duo Ceste-Torri, che già aveva allestito un altro volume (purtroppo, confessiamo di non averlo visto), Storia detta lotta per la casa, ha capito benissimo tutto ciò: anche gli arditi del popolo passano in caricaturali ma non irrispettose vignette, che però sono bilanciate dalla ponderata acutezza delle battute racchiuse nella nuvoletta. Ci piacerebbe che un libro così circolasse davvero nelle scuole, facendo capire ai ragazzi che padri e nonni, ancorché eroici, quando si battevano non erano pomposi e gladiatori!'. Ci hanno pensato i posteri a mummificarli: certe volte anch'essi, gli ex-partigiani, hanno ceduto alla tremenda tentazione del ceducismo. Si può, a loro, perdonare, in nome di quel che han fatto, questa colpa, anche se si rischia con troppa indulgenza di inaridire la storia recente, appiattirla e comporla in un rigor morth che nella coscienza infantile travolge Giulio Cesare, Napoleone e i fratelli Rosselli. No, almeno per questi ultimi siamo ancora in tempo a farli rivivere, con la stessa semplice limpidezza usata per questo libro. Carlo Della Corte

Persone citate: Armando Ceste, Carlo Della Corte, Ceste, Gianfranco Toni, Gianfranco Torri, Giulio Cesare, Guido Picelli, Italo Balbo, Rosselli

Luoghi citati: Parma, Roma