miscellanea

miscellanea gelico di Tommaso da Kempis. E quasi un Tommaso da Kempis massonico può apparire questo simpatico signore il quale evidentemente .ha messo insieme le sue conversazioni per la loggia, le sue « tavole », alcune delle quali seguono, a distanza di un secolo e mezzo e più, un modello che già vediamo esemplificato nelle trattazioni massoniche di , Giandomenico Romagnosi (riportate da Luzio); altre invece ci mostrano il ragionier Giuseppino Porcina in pensoso passeggio per le chiese, i musei, le piazze di Torino. E il libro conclude: « Quantunque abbia fatto tutto il possibile per evidenziare le bellezze architettoniche culturali e magiche cittadine, unitamente alla mia... educazione spirituale e massonica, mi sento costretto a indagare sulla causa per cui sono legato alla bella Torino. Nonostante abbia nella mia terra natia e cioè nella Sardegna, tutto quanto si possa desiderare... non riesco a sganciarmi... La magìa, il potere occulto delle cose pesano senz'altro sulle persone fìsiche... ». Ecco un tipico Sitz im Leben esoterico, per chi voglia dall'interno partecipare al sentimento dell'autore. E per chi invece lo voglia considerare dall'esterno, ecco un documento che, sul piano sociologico, dice assai. Rosaldo Ordano LA ZECCA DI VERCELLI Società Storica Vercellese, Vercelli, 101 pagine, s.i.p. (irene cdbiati) Un dischetto d'oro, conservato nel Museo di Coirà, ha permesso a Vercelli di riemergere nella storia come sede di una delle zecche longobarde nell'Italia settentrionale. .La moneta è ancora una volta lo spunto per raccontare il passato. Ordano, la cui opera è indirizzata prevalentemente a specialisti ed amatori della numismatica, traccia la storia della zecca della cittadina piemontese, mediante la descrizione delle monete che vi furono coniate. Il racconto si ferma alla invasione spagnola del 1638, quando la zecca, che fu utilizzata fino ad allora, chiuse definitivamente i battenti. Un catalogo dettagliato ed una bibliografìa completano l'opera miscellanea Giordano Zorzi VERONA E LA LESSINIA Istituto Tipografico Edito- riale. Dolo (Venezia) 118 ili., 94 pagine, s.i.p. (ferdinando albertazzi) Interprete appassionato di una Verona a misura d'uomo, Zorzi ha davvero nel sangue questa città che nelle acquèforti, negli olii, nelle tempere e nei disegni riaffiora inconfondibilmente sua, benché «scoperta» con partecipazione tale da renderla subito universale. L'eleganza dei tratti e la levità delle pennellate di Zorzi sanno partecipare all'osservatore il gusto dell'inedito che, di quando in quando, affiora tra le maghe di ima quotidianità ruvida e convulsa. L'artista traccia così l'irnrnagine di un angolo celebrato dalla leggenda o dalla storia e, mentre l'osservatore ne rimane incantato, sembra affrettarsi a prendergli la mano e a guidarlo per le contrade della Lessinia: nella piazza di Giazza, nella periferia di Selva di Progne tra le case di pietra di S. Francesco di Rovere fino al rifugio Scalorbi. Zorzi sa essere una guida discreta, di quelle che inducono il viaggiatore a scrollarsi la polvere di dosso, a lasciare i bagagli e a intrufolarsi, senza meta, nel territorio di una « mappa » che a poco a poco lo coinvolge e lo rende parte imprescindibile di uno spettacolo la cui armonia lo assorbe compiutamente. Verona e la Lessinia riesce dunque intensa meditazione, £niggestiva conferma che l'individuo e l'intorno, al di là delle frastornazioni che a tratti li rendono tali, non sono affatto insiemi disgiunti. Con aderenza alle immagini di Zorzi, lo ribadiscono gli scritti di Silvio Bertoldi, Gian Luigi Verzellesi, Bino Rebellato, Valerio Volpini, Elda Fezzi e di altri giornalisti e scrittori che completano adeguatamente questo ritratto di Verona e la Lessinia. Giuseppi no Porcina COME SI LAVORA IN „ MASSONERIA Giardini, Pisa, 186 pagine, sJ4>. (augusto comba) Corro no tempi borgiani, a quanto dicono i giornali, in campo massonico. Ma net secolo XV la Chiesa ebbe, prima del Borgia, quello spirito umbratile ed evan-

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