Casanova da sfruttare (e, un poco, da conoscere) di Sandro Casazza

Casanova da sfruttare (e, un poco, da conoscere) Casanova da sfruttare (e, un poco, da conoscere) Bernardino Zapponi CASANOVA Mondadori, Milano, pagine, 2500 lire 146 IL CASANOVA DI FEDERICO FELLI NI a cura di Gianfranco Angelucci e Liliana Betti Cappelli, Bologna, 206 pagine, 6000 lire M ODA- letteraria e insieme tecnica di sfruttamento commerciale intensivo di un prodotto, la « novelization » è stata inventata dagli americani. La formula è semplice: si prende un film di successo, uno scrittore (non importa la qualità) di penna fulminea e si trasformano le immagini in parole, le sequenze in periodi, le scene in capitoli, gli «stacchi» in capoversi, i primi piani e le atmosfere in dettagliate descrizioni. Ed ecco premio a sfruttare U successo del box-office anche il romanzo del film, che porta di solito in copertina un fotogramma tratto dalla pellicola e una fascetta con il nome dei divi visti sullo schermo. La moda ha presto varcato l'oceano. Nel nostro Paese l'industria editoriale si è lanciata nella pubblicazione di libri tratti da storie cinematografiche. Gli esempi sono già numerosi da Profondo rosso di Dario Argento ad Amici miei di Benevenuti, De Bernardi, Pinellì, da Attenti al buffone di Alberto Bevilacqua a Novecento di Bertolucci. Non poteva certo sfuggire al meccanismo di sfruttamento il Casanova di Fellini. . Lo stesso sceneggiatore del film. Bernardino Zapponi, si è assunto il compito di redigere il romanzo, giustificando l'operazione con una spii-itosa postilla: « Quando si scrive una sceneggiatura è come fare il resoconto d'un film immaginario. Ma il film che ne risulta generalmente non è come quello immaginato. Anzi è talmente diverso che può servire da spunto per un lungo racconto. E' quello che mi è successo con Casanova. Pubblico questo racconto nella speranza che qualcuno ne ricavi una sceneggiatura per un altro film ». Il libro era destinato al .pubblico americano: «Mi sono divertito a «scriverlo — spiega Zapponi —. Ho accettato la proposta come per una sorta di scommessa con me stesso: volevo vedere se riuscivo a mantenere l'impegno nei pochi giorni che mi erano stati concessi. Quando Mondadori acquistò i diritti e mi disse che lo avrebbe pubblicato in Italia ho voluto fare alcune modifiche e riduzioni al manoscritto originale ». Più del film, il libro contiene alcune piccole cose tagliate in sede di montaggio da Fellini. come la sce¬ na con la popputa Barberina nell'atelier di Venezia, e numerosi flash back della vita di Casanova tra l'erotico e J.o psicanalitico. Alcuni episodi sono tratti dalle Memorie dell'avventuriero veneziano, altre inventate da Zapponi, come l'iniziazione sessuale di Casanova ad opera della monumentale zia badessa. Il romanzo offre un'ulteriore occasione per confrontare ì limiti e le estensioni possibili nel rapporto tra parola e immagine, tra scenario e regia, tra invenzione letteraria e invenzione cinematografica. In questo caso, sia per la fretta di compilazione imposta a Zapponi, sia per la fastosa fantasia di Fellini, il risultato è tutto a favore del film. Per l'appassionato e lo studioso di cinema, l'editore Cappelli offre nella collana curata da Renzo Remi un esame più «scientifico » del Casanova di Fellini. Al « testo » deUtfilm è unito un ricco repertorio fotografico. Ma la parte più interessante e curiosa del libro è fornita da una ricerca di Gianfranco An gelucci sulla lunga e tormentata « gestazione » del film attraverso i giornali italiani. La sceneggiatura è preceduta da un'antologia di brani giornalistici. Il proposito dell'indagine è quella di redigere accanto al « diario » del film anche « la storia artistica dell'autore, Fellini, che attraverso i giornali porta avanti un discorso pressoché ininterrotto su se stesso, il suo rapporto col personaggio al quale intende dar vita, e di conseguenza sulla propria visione del mondo, il modo in cui opera nella cultura, i termini della sua poetica, l'estetica cui si richiama, l'arte... ». Forse il risultato della ricerca è inferiore alle ambizioni, ma rimane comunque un eloquentissimo esempio di un certo rispetto sacrale della nostra cultura di fronte all'artista riconosciuto e alla genesi della sua produzione. E la pubblicità non dimentica di sfruttare fino in fondo questo romantico atteggiamento di rispetto e-sottomissione. Sandro Casazza

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