Quel sovversivo di Palazzeschi di Giovanni Raboni

Quel sovversivo di Palazzeschi Quel sovversivo di Palazzeschi Luciano De Maria PALAZZESCHI E L'AVANGUARDIA All'insegna del Pesce d'oro, Milano, 109 pagine, 3000 lire STUDIOSO avvertito e sottile delle avanguardie storiche (basterà ricordare le belle pagine saggistiche e antologiche che ha dedicato al futurismo italiano), Luciano De Maria ha rivolto, in questi anni, un'attenzione particolare alla figura e all'opera di Palazzeschi. L'ha fatto, naturalmente, dal suo punto di vista, cioè seguendo il filo dei suoi specifici interessi: e questo spiega, insieme al titolo del libro, il fatto a prima vista sorprendente che nei saggi che lo compongono, e che sono stati scritti fra il '69 e il '75, De Maria si occupi esclusivamente del primo e dell'ultimo Palazzeschi, tralasciando in modo radicale e quasi sdegnoso la produzione narrativa del Palazzeschi maturo, da Stampe dell'800 a / fratelli Cuccoli, da Sorelle Materassi a Roma. In realtà, il disegno critico di De Maria appare impeccabile, anche se si può non condividerne il sottofondo valutativo. La sto¬ ria letteraria di Palazzeschi presenta la paradossale e, se mi si consente il bisticcio, -palazzeschiana» caratteristica di cominciare e finire con una serie di testi «sovversivi», sia in versi che in prosa, e di presentare invece nel mezzo (tra gli anni trenta e gli anni cinquanta) alcune opere ancorate, almeno in apparenza, a valori «tradizionali». Si tratta di una circostanza innegabile, che bisognerà approfondire e spiegare alla luce di una ricostruzione globale della personalità di Palazzeschi e dei suoi agganci con la cultura italiana del Novecento. Per il momento, ben vengano studi rigorosamente «parziali» come questo di De Maria, che stabilisce preziosi collegamenti esegetici tra // Codice di Perelà (1911) e II Doge (1967). tra le poesie de L'Incendiario (1913) e quelle di Cuor mio (1968) o di Via delle Cento Stelle (1972). Come osserva Giansiro Ferrata nelle sue acute paginette introduttive, le preferenze «avanguardistiche» di De Maria valgono anche a mortificare quelle, opposte e assai meno stimolanti, di *certi critici con l'erre moscia e la pancetta morale, estasiati da quanto scambino in Palazzeschi per bellettrismo ben temperato». Giovanni Raboni

Luoghi citati: Milano, Roma