Marino, il geniale
Marino, il geniale DUE INVITI A RILEGGERE I CLASSICI: DAL POEMA BAROCCO AI GRANDI LIRICI GRECI Marino, il geniale Giovan Battista Marino L'ADONE a cura di Giovanni Pozzi Mondadori, Milano Tomo primo di 1390 pagine Tomo secondo di 883 pagine, 28.000 lire Chi sarebbe e che cosa farebbe Giovan Battista Marino se vivesse oggi! La domanda, a dir poco stramba se venisse posta per un classico che, per quanto legato al suo tempo, lo supera sempre con la sua genialità, non sembra assurda per l'autore dell'Adone. Nonostante il fragore delle liti che sostenne e delle polemiche che provocò egli visse infatti in perfetto accordo col suo secolo; fu uno scrittore rappresentativo, non come chi è portatore di diee e di gusti che un'epoca fa suoi, ma come coloro che accettano ed enfatizzano idee e gusti che già sono nell'aria. Cambiati i tempi, che cosa dunque farebbe oggi il Marino? Prima di tutto un bel chiasso in gruppi d'avanguardia, non proclamandosene ma facendosi abilmente proclamare capo e ispiratore, e, tirate le somme, risulterebbe sempre di gran lunga il più intelligente dei suoi compagni. Ma la misura di sé la vorrebbe dare nel cinema e troverebbe nella regia le sue. migliori soddisfazioni. Senza la pretesa di condannare tutti in un processo sommario, è vero probabilmente che quanto più hanno di ambizioni culturali tanto più i film, esaminati a fondo, risulterebbero l'impasto di esperienze già scontate nelle altre arti, con aggiunto quel tanto di filosofia, di, sociologia, di psicanalisi, d'ideologia politica che va come l'angostura nel bicchierino di gin o le due o tre gocce di tabasco in un'insalata mista. Per il Marino l'additivo era la morale allegorica, con le ambiguità e le ipocrisie della Controriforma. « Sappia tutto il mondo — proclamava però — che infin dal primo dì ch'io ^cominciai a studiare lettere, imparai sempre a leggere col rampino, tirando al mio proposito ciò ch'io ritrovava di buono e servendomene a suo tempo...». Forse il suo vantaggio sui registi di oggi è che leggeva di più, anzi divorava i libri, e quando scrisse il suo capolavoro mise insieme materia per cinque o sei o dieci o venti dei più pretenziosi e dei più macchinosi film, ma facendo ruotare tutto intorno a una storia da nulla, l'amore di Venere per Adone. Insomma Marino non è stato un grande poeta; eppure chi vuole conoscere il barocco letterario italiano (che non è certo tutto il Seicento) due opere dovrebbe leggere: Z'Adone e II cannocchiale aristotelico, e luna in funzione dell'altra. Il grande trattato di Emanuele Tesauro non ha ancora trovato un editore moderno; con una di quelle operazioni che nascono dalla libera concorrenza ma che non giovano molto agli studi, Z'Adone, dopo l'apprezzata edizione di G. Balsamo Crivelli che risale al 1922, ha avuto ora contemporaneamente due edizioni. Da poco Laterza l'ha pubblicato negli «Scrittori d'Italia» (ma su questa stampa curata da Marzio Pieri non è date pronunciarsi: ne è uscito solo il primo volume con i canti I-XI, senza nota critica, senza nessuna informazione); ora nei Classici Mondadori appare l'edizione critica a cura di Giovanni Pozzi e di un numeroso gruppo di ricercatori del seminario di letteratura italiana dell'università di Friburgo (Svizzera). Il testo — quarantaduemila versi — occupa il primo tomo; il secondo è preso per intero dal commento. Padre Pozzi aveva fatto-le sue prove come editore del Marino curando le Dicerie sacre e La strage de gl'Innocenti (1960); ma già nel 1954 s'era fatto conoscere con uno studio fondamentale sull'eloquenza del pulpito dell'età barocca (L'oratoria sacra del Seicento esemplificata sul p. Emmanuele Orchi). Nessuno forse conosce meglio di lui la retorica e la cultura del barocco italiano, e il commento che egU ha dato è ammirevole per ricchezza e precisione, tale da risultare il più completo lavoro critico apparso sinora sul Marino. Se poco più di vent'anni fa Dàmaso Alonso poteva scrivere, a ragione, che « il Marino aspetta ancora il suo critico », oggi si può dire che Giovan Battista Marino ha il suo critico. • Ettore Bonora
Persone citate: Emanuele Tesauro, Emmanuele Orchi, Ettore Bonora, Giovan Battista, Giovanni Pozzi, Marzio Pieri
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