II testo? E' una pillola dolce

II testo? E' una pillola dolce A colloquio sui libri con il pedagogista Antonio Santoni Rugiu II testo? E' una pillola dolce Acolloquio sul libro di testo, oggi, con Antonio Santoni Rugiu. ordinario di pedagogia a Firenze, uomo di sinistra, sino a qualche tempo fa direttore di « Scuola e Città », autore di libri ormai classici come « Il professore nella scuola italiana » (La Nuova Italia), « Educatori oggi e domani » (Sansoni), impegnato adesso con Laterza per « Giorni di scuola », guide all'insegnamento per le scuole primarie. « E' vero, certa rabbia sfogata dal '68 in poi contro il libro di testo è andata sbollendo — confida Santoni Rugiu —. Da un lato si è scoperto che, se la scuola era decrepita, i motivi erano molti e profondi, investivano l'intera società di cui l'editoria è solo parte. Inoltre, è doveroso riconoscerlo, la media dei libri è andata in genere migliorando. C'è poi da osservare che se la polemica si è in parte sgonfiata, è anche perché nella scuola primaria i testi sono pagati con denaro pubblico, mentre ai livelli superiori sempre più spesso si adotta ma non si compra. O, se si compra, non si usa o si usa solo in parte ». Per il pedagogista, anche gli insegnanti sono combiati; e in meglio. « Sono loro, spesso, ad avere scavalcato il problema "testo"; sostituendosi alle pagine scritte le hanno qualche volta rese secondarie. Non c'è miglior sussidio didattico di un insegnante preparato ». Da qui, però, secondo Santoni Rugiu, la carenza sempre più vistosta di una editoria « per gli insegnanti»: «Mancano testi per i corsi abilitanti, per la preparazione ai concorsi, per l'insegnamento quotidiano, concreto. Non esiste ancora, da noi, una editoria organizzata per la preparazione didattica e pedagogica dei docenti ». Le iniziative già avviate da alcuni editori? <? Anche in questo settore, come "in altri della produzione per le scuole non si è ancora trovato il giusto mezzo tra i testi d'avanguardia, necessari ma limitati a una élite e il vecchio strumento di massa. Ecco: è il livello 'medio che è cresciuto in modo insufficiente e i cataloghi degli editori sembrano aggirarsi tra pacchianeria e sperimentali" smi ».' Se poi è vero, ammette Rugiu, che le case si muovono in ambiti condizionati da pro¬ grammi, prassi, esigenze commerciali,' è anche vero che « resta uno spazio vastissimo e non sfruttato per interpretare la cultura del giovane, a ogni livello dell'insegnamento. L'antologia italiana, ad esempio, ha compiuto certo degli avanzamenti di campo ma le novità si sono rivolte più all'insegnante che allo studente. La cultura del ragazzo, qualunque sia il giudizio, è trascurata, agli autori non sono noti gli interessi preminenti del giovane ». Uno dei guai della nostra editoria scolastica si chiama, secondo Rugiu. « mentalità specialistica »: « E' un errore far scrivere i libri di storia dagli storici, quelli di scienze dagli scienziati, quelli di matematica dai matematici: lo specialista non è quasi mai un didatta della sua disciplina. Saprà magari, se è bravo, ridurre in pillole, le più dolci possibili, la sua materia: ma l'interesse dei ragazzi scatta su altre motivazioni e su altri metodi di approccio ». Alla domanda diretta di delineare « l'identikit del testo scolastico ideale ». Santoni Rugiu si sottrae: « Le esigen ze variano da luogo a luogo, spesso da classe a classe. Per certe discipline, come la storia, sembra sbagliato pretendere per tutti Io stesso libro. Meglio, in questi casi, ''adottare" una intera collana storica. Devono poi entrare in campo ausili collaterali come la biblioteca di classe, che dovrebbe avere però una vita meno inconsistente di quella attuale. Quanto all'eventuale aiuto che possono prestare i mezzi audiovisivi, è vero che in Italia non sono mai riusciti a decollare: ma è colpa del mezzo in sé o della mancata formazione degli insegnanti alla sensibilità per strumenti nuovi? ». Intervento della mano pubblica (Stato, o meglio. Regioni) nell'editoria scolastica? « Abbiamo conosciuto i testi unici, durante il fascismo, e quella esperienza è stata sufficiente. Il problema è piuttosto quello di giungere a un minimo di coordinamento tra gli editori, di evitare l'accavallarsi di un'iniziativa sull'altra. Nelle condizioni attuali, la concorrenza non sembra essere più uno stimolo quanto un invito al disordine, allo spreco e all'appiattimento, per ragioni commerciali, della produzione ». v. mess. *

Persone citate: Antonio Santoni Rugiu, Antonio Santoni Rugiu Ii, Santoni Rugiu

Luoghi citati: Firenze, Italia, Laterza