Quel cittadone di Milano

Quel cittadone di Milano Quel cittadone di Milano Otto Cima MILANO VECCHIA Mursia, Milano 258 pagine. 8500 lire Emilio De Marchi MILANIN MILANON De Carlo, Milano 126 pagine, s. p. Eugenio Restelli I PROVERBI MILANESI De Carlo, Milano 287 pagine, s. p. Alberto Lorenzi ON GRAN MILAN Marietti, Torino 125 pagine, 15.000 lire IN questo momento il ruolo di Milano (e lo stesso modo di essere delia città) è molto discusso: alte sono le lamentazioni per la perdita di potenza e per la perdita di prestigio. Donde, grandi rimpianti per la «Milano di una volta». Tipico esempio di passatismo fine a se stesso la ristampa di Milano vecchia di Otto Cima (1859-1929). Figlio del pittore Camillo, padre di un altro Camillo anch'egli pittore, Otto Cima era impiegato di banca, grande amante della città per dovere di famiglia e dedicava le sue ore libere a «passeggiate» fra cronaca e storia, semplici e bonarie, speciale ornamento delle annuali strenne di un pio istituto. Nell'ottima introduzione, Luigi Santucci si sforza di dare un significato a questa ristampa, ma. scrive, «non siamo riusciti, dopo tante pagine, a offrire un bilancio di questo libro e a dargli un ruolo». Altre ristampe propone un editore che vuole affrontare il « milanesismo » con qualche strumento scientifico, e non soltanto imboccando la strada della nostalgia: Valentino De Carlo, che ha recentemente pubblicato un prezioso volume curato da Guido Lopez sull'aurea Milano sforzesca: Festa di nozze per Ludovico il Moro. Nella collana «Collezione milanese» il De Carlo ci offre: Milanin MiVanon di Emilio De Marchi (1851 -1901 > e I proverbi milanesi di Eugenio Restelli (1885). Due classici, accuratamente presentati da Giovanna Rosa il primo (che, oltre alle prose cadenzate, raccoglie altri «scritti lombardi») e da Federico Valli il secondo, stampati con la precisione che distingue l'attività di questo editore; illustrati in nero e a colori con molto buon gusto (disegni di Luca Beltrami e di Giovanni Migliara per il De Marchi; disegni e litografìe di Giuseppe Elena, Gian Battista Bosio e Luigi Rados per il Restelli). Milanin Milanon è ben nota anche ai non milanesi: dove va questa cara Milano dei milanesi che è diventata un cittadone? lamentava lo scrittore alla fine del secolo. Dice acutamente Giovanna Rosa nel saggio introduttivo («Milano dolceamara»): «La costante attenzione all'ambiente cittadino, nei suoi volti contraddittori, si riconnette. ìxl motivo conduttore della ricerca demarchiana: la rappresentazione dello stato di disorientamento materiale e morale che il processo di industrializzazione comporto per i ceti contadini, da poco inurbati ». Meno nota la « raccolta dei proverbi e del parlare tipico milanese» che il Restelli pubblicò nel 1885, ispirandosi alla Raccolta. dei pfoverbi toscani di Giuseppe Giusti e avendo come guida il celeberrimo Vocabolario milanese-italiano (1839-1856) di Francesco Cherubini. I Droverbi sono moltissimi, ordinati nei vari argomenti (abitudini, acqua, adulazione, avarizia e via via fino a verità, vino, virtù, vita, vizi): che sia — come immaginava il Tommaseo di una raccolta di proverbi — «il libro più gravido di pensieri dopo la Bibbia» non diremmo, ma di piacevole lettura certamente sì. Ed eccoci On gran Milan, album di famiglia di una città (1870-1915) di Alberto Lorenzi. Sono centoventi fotografie più o meno contemporanee al Milanin Milanon, con sobria presentazione del sindaco Tognoli. Alberto Lorenzi è un noto e bravo «cucitore di ricordi» milanesi (ricordiamo come molto leggibile, il suo Milano, il nostro secolo). Qui è un po' ripetitivo e soprattutto ripetute sono le fotografie. L'archivio fotografico del Comune di Milano, curato dall'appassionatissimo Lino Di Marzo, è indubbiamente una gran cosa: ma da almeno dieci anni lo si «saccheggia» così accuratamente che è ormai difficile trovarvi anche un solo spillo che non sia stato già pubblicato. Franco Nasi