difendere, promuovere il libro di Carlo Tullio Altan

difendere, promuovere il libro da UTL„ con le associazioni di editori e librai ed i Beni Culturali difendere, promuovere il libro Dove sono i "non lettori,, All'antropologo Carlo Tullio Altan (università di Firenze) e al sociologo Marino Livolsi (università di Trento) il convegno di Roma aveva affidato la relazione centrale, « Chi legge e come si legge in Italia » per lanciare la proposta di una indagine nazionale sulla lettura. Nella scarsezza dei dati a disposizione, che confermano la opportunità della proposta, Tullio Altan si è riferito ai risultati di una inchiesta da lui condotta alla fine del 1970 su un vasto campione di giovani, dai 14 ai 25 anni. Le domande riguardavano l'uso comparato dei vari mezzi di comunicazione, fra i quali il libro. I risultati confermano linee di tendenze abbastanza note: uso più intenso della tv da parte dei gruppi meno provveduti culturalmente ed economicamente e da parte delle donne (maggiore tempo trascorso in casa) ; indici di lettura decrescenti dal Nord al Sud. con punte massime in Lombardia e Piemonte e maggiori depressioni in Campania, Abruzzo e Molise. Ci sono anche differenze fra le zone urbane, più favorite, e zone rurali, dove il libro arriva con più difficoltà. Ma nelle campagne del Nord si legge più che nelle città del Sud. L'uso del libro ha spesso un andamento atipico: le donne giovani ne fanno maggior uso dei giovani uomini, ma il rapporto si rovescia con il crescere dell'età. La lettura aumenta per i maschi e decresce per le femmine. « Quale sia il senso vero di questo fenomeno non sappiamo », dice Tullio Altan. Avanza un'ipotesi: ■ invecchiando » le ragazze abbandonerebbero quella lettura di evasione che rappresenta una grossa quota del mercato editoriale. Gli indici di lettura nazionale rimangono bassi. Tullio Altan sospetta che la mancata diffusione di massa del libro sia dovuta anche a « colpe - editoriali. Soprattutto nel campo delle scienze umane non esistono chiari disegni di politica culturale; si traduce molto, forse anche troppo, si finiscono per trascurare i problemi della società a cui il libro dovrebbe rivolgersi, che è la società italiana; e quando si affrontano questi problemi li si affida a un nuovo genere di « intellettuale astratto », che non riesce a stabilire una vera comunicazione con il pubblico. Così si riproduce « in termini nuovi, ma non sostanzialmente differenti, il solco fra intellettuali e società civile, che è stato una delle piaghe più gravi della società italiana del passato ». Le indicazioni di lavoro per la prossima indagine nazionale sulla lettura sono state suggerite da Marino Livolsi. La sua analisi parte da alcuni dati, forniti dall'Istat e dalla Siae, sulla diffusione del libro in Italia, dal 1951 al 1975. In base ad essi si possono dedurre due punti: 1) la lettura dei libri sembra aumentare negli ultimi anni ed è alle soglie di un'ulteriore possibile espansione; 2) l'aumento della lettura è comune a quello dei generi che si sono posti in chiave non concorrenziale con la tv: sia rivolgendosi a pubblici specializzati, sia qualificando i loro contenuti. La nuova indagine dovrà definire quali sono i consumatori utenti del libro, distribuendo le caratteristiche demografiche (sesso, età, istruzione, zona di residenza, ecc.) e sociali (partecipazione socio-politica, tir. d di lavoro, uso del tempo libero) e considerando globalmente i consumi dei diversi media. Solo così si potrà capire quali tipi di libri abbiano un mercato potenzialmente ampio e in crescita.

Persone citate: Marino Livolsi, Tullio Altan

Luoghi citati: Abruzzo, Campania, Firenze, Italia, Lombardia, Molise, Piemonte, Roma, Trento