Tra i borghesi di Svevo

Tra i borghesi di Svevo Tra i borghesi di Svevo La sua vita, la sua arte e il lungo dibattito critico che ha provocato Elisabetta Cappelli e Isabella Nardi ITALO SVEVO La Nuova Italia. 89 pagine, 1600 lire. L A validità di uno scrittore è meccanicamente rivelata dal numero differenziato di critiche, addizionato al grado di interesse che suscita nel pubblico, talvolta inizialmente assente, il tutto moltiplicato per il tempo in cui ciò avviene. In questo senso Italo Svevo, nell'arco dei cento e più anni dalla nascita, e a quasi cinquanta dalla morte, offre un lusinghiero risultato. Lo riconfermano Elisabetta Cappelli e Isabella Nardi in un sottile libro molto documentato e chiaro, dedicato a Ettore Schmitz, il nome originario di Svevo. In due parti rigorosamente uguali nell'estensione, la Cappelli conduce una serrata cronaca letteraria della vita dello scrittore e delle vicende che l'accompagnarono, e la Nardi espone con stringata sintesi il lungo arco di critica, spesso più inquieto e interdetto che sicuro, seguito all'opera di Italo Svevo dagli inizi del secolo ad oggi. Svevo rappresentò contro i puristi e i formalisti di alta tradizione una forza di rappresentazione nuova, istintiva, spesso antiletteraria, suo cruccio e vanto nella ricerca di una verità più intima, povera e umana tra cultura europea e mediterranea. L'origine ebraica, l'ambiente austriaco e il desiderio di appartenenza italiana, da cui nacque il suo famoso pseudonimo, furono le matrici nella costruzione dello scrittore, sospeso tra un colto richiamo internazionale e la quotidianità viva e dialettale di Trieste. Svevo visse e rappresentò nei suoi quattro romanzi (l'ultimo incompiuto > la tragedia del piccolo e vo¬ glioso borghese mitteleuropeo del suo tempo, in continua e angosciata lotta contro la vecchiaia, nostro unico male secondo lo scrittore. Il pregio del saggio della Cappelli è di essere esaurientemente equilibrato nella descrizione della vicenda sveviana, con quella netta frattura del silenzio che ne spacca la storia letteraria. Forse sarebbe stato interessante un maggior sviluppo del tema fidale, quello della morte, che ri¬ mane invece appena accennato. La storia della critica deila Nardi, seconda parte del volume, è esposta con circostanziato impegno. Svevo emerge nell'incerta, appassionata e denigratrice indagine cui fu sottoposto dai suoi esegeti, dopo la felice scoperta dell'amico Joyce, che lo segnalò ai critici francesi e di Eugenio Montale che fece altrettanto coi lettori d'avanguardia a metà degli Anni Venti. Stanislao Nìevo

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