religione

religione religione LA CHIAMATA DI SAMUELE e altre letture bibliche Morcelliana, Brescia, 110 pagine, 2400 lire. (aldo bodrato) La « lettura biblica» è stata, fino all'età delle grandi Summae medioevali, il genere letterario più proprio della teologia. Essa univa esegesi e riflessione dottrinale, filologia e spiritualità, contemplazione e messaggio etico. A questo genere appartengono i testi più belli della tradizione cristiana. Ad essi vorrei ricollegare le brevi pagine che Paolo De Benedetti, professore di giudaismo alla Facoltà teologica dell'Italia settentrionale, dedica alla religiosità dell'Antico Testamento. L'autore vi continua il discorso iniziato in un libro analogo, La morte di Mose e altri esempi (Milano 1971), rivendicando alla spiritualità giudeo-cristiana diritto di parola nella presente situazione di revisione critica del cristianesimo. Il volume procede col metodo della riflessione sapienziale. Parte da un passo biblico ed, evitando sia il rischio del pietismo che quello del tecnicismo esegetico, ne sviluppa la tematica teologica fondamentale. I motivi preferiti sono quelli del senso della legge e del primato dell'ortoprassi sull'ortodossia, oltre al tema del mistero della libertà di Dio e della sua azione nelja storia dell'uomo. L'autore rivela singolari capacità di sintesi e di coinvolgimento. Alcune sue pagine ricordano lo stile denso ed efficace delle Lettere dal carcere di Bonhoeffer, cui De Benedetti si riferisce spesso con acutezza e simpatia. Yves Congar LA CRISI DELLA CHIESA E MONS. LEFEBVRE Oueriniana, Brescia, Giornale di Teologia, 98 pagine, 2600 lire. (a. b.j Teologo di straordinaria sensibilità ecclesiale, protagonista del rinnovamento teologico pre e postconciliare, Congar può essere considerato l'uomo più indicato per rispondere alle accuse mosse alla Chiesa del Vaticano II dal vescovo Lefebvre. Il suo intervento, nella disputa tra il fondatore del seminario di Ecòne e Roma, è dunque una difesa del Concilio e dei suoi frutti, ma non è una difesa d'ufficio. Congar si sente infatti coinvolto in prima persona nel dramma dei « tradizionalisti » e capisce molte loro ragioni. Cerca quindi di porsi in atteggiamento di dialogo amichevole e di confronto franco. Riconosce che essi hanno diritto di difendere le proprie scelte liturgiche e di muovere critiche ai risultati di alcune riforme conciliari. Rifiuta però l'assolutizzazione di formule ed usi storicamenta datati, denuncia la pericolosità di una scelta anti-conciliare che tende al settarismo ed apre la via allo scisma. L'autore ha un'esperienza pastorale ed una conoscenza storica troppo vasta per non rendersi conto che il caso Lefebvre è solo la parte emergente di uh movimento di disorientamento ben più vasto. Ai numerosi cristiani, potenzialmente lefebvriani, si rivolge il suo breve scritto, per distoglierli da un conservatorismo emotivo e per illustrare, ancora una volta, il significato del Concilio e del suo modo vivo di attualizzare la tradizione.

Persone citate: Bonhoeffer, Congar, De Benedetti, Lefebvre, Paolo De Benedetti, Yves Congar

Luoghi citati: Brescia, Italia, Milano, Roma