Una stella fra i grandi
Una stella fra i grandi Una stella fra i grandi NON è del tutto esatto dire che Margarita Wallmann si sia fatta coreografa e regista per aver dovuto interrompere una promettente carriera di danzatrice. Nel 1931, quando una rovinosa caduta in palcoscenico l'immobilizzo, Ber un anno con le anche fratturate, essa aveva già 27 anni — era nata a Vienna il 22 giugno 1904 — e stava appunto curando la sua prima messinscena di un'opera lirica, «Orfeo e Euridice» di Gluck. E come coreografa già si era affermata con due balletti premiati al I Congresso internazionale di danza di Monaco di Baviera. Aveva studiato danza classica a Vienna, Berlino e Parigi, per poi accostarsi, sotto l'influsso di Mary Wigman, alla danza libera. Ma tornò alla tecnica accademica, cercando tuttavia di fonderla con le nuove tecniche espressive, quando, separatasi dalla Wigman, fu nominata direttrice della coreografia e della scuola di ballo della Staatsoper di Vienna dove lavorò accanto ai maggiori musicisti, direttori d'orchestra e registi del tempo, da Bruno Walter a Toscanini, da Richard Strauss a Remhardt con cui collaborò anche a Salisburgo e a Berlino. Alla metà degli Anni Trenta la Wallmann è già famosa e richiesta dai più grandi teatri del mondo, anche in Italia e specialmente alla Scala, dove fu assai attiva fino al¬ l'inizio della guerra quando, trasferitasi in Argentina dopo aver lavorato anche a Hollywood per alcuni film della Garbo e di Jean Harlow, rimase per diversi anni al Colon di Buenos Aires. Tornata in Europa riprese a lavorare — e lavora tuttora — per i grandi teatri lirici affinando un temperamento drammatico con il quale, sorretta da una profonda preparazione musicale e coreografica, ha dato le sue prove migliori di regista in opere di carattere religioso o mistico come «L'assassinio nella cattedrale» di Pizzetti, i «Dialoghi delle carmelitane» di Poulenc, «David» di Milhaud e altre ancora, alcune delle quali in prima mondiale. Alberto Blandi
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