Un travestito come gioco verbale

Un travestito come gioco verbale Un travestito come gioco verbale Severo Sarduy COBRA Einaudi, Torino, Collana I Coralli, 199 pagine, 4200 lire COBRA è il terzo romanzo di un giovane scrittore xubano operante a Parigi dal 1961. Racconta la storia di un travestito parigino degli Anni €0. Veniamo a sapere dalla soyracoperta che il romanzo, frutto di una « prorompente fantasia barocca, mistica e"sensuale al tempo stesso », si trasforma presto in uno pazio teatrale. Apprendiamo che «ilibro non vuole offrire un disegno univoco e definito, ma comunicare la gioia conoscitiva della parola». Non ci è stato possibile ritrovare l'indicazione che si tratti di un romanzo, neppure sul frontespizio. Abbiamo potuto verificare invece che Severo Sarduy si muove agilmente in un'area francese ben definita, quella della sperimentazione ad oltranzae che se qualcosa è rimasto della cultura ispano-americanasembra sparso, qua e là, più che altro per arricchire il testo con una nota di folclòre. Qualcosa è rimasto, è vero, di una fantasia straricca, all'Asturias per intenderci, o ancor meglio alla Lezama Lima con la cui scrittura barocca certamente Sarduy si è incontrato. Lo si avverte nei contìnui fuochi d'artifizio verbali che guizzano inseguendosi dalla prima all'ultima pagina del libro. Non si vuol sottolineare una reazione negativa nei confrontdel testo, riteniamo necessario però, per chiarezza nei confronti dei lettori, avvertirli che non si troveranno ad affrontare un romanzo, almeno nel senso comunemente dato alla parolaPotranno allora anche trarre diletto da quello che Barthes definisce, mettendolo sullo stesso piano del piacere erotico, «ipiacere del linguaggio». in'questa luce, Cobra, diventa interessante, ghiotto persino, cibo per palati delicati, forse consigliabile in piccole dosiL'innegabile abilità dello scrittore nel costruire le immagini è tale da non far risentire minimamente il «lavoro» che presiede alla creazione: un sapiente, erudito, intelligente lavoro di montaggio di materiali che vengono a costituire il caleidoscopio verbale. Dallo scrittore è nata la scrittura (o viceversa?). Ma qualcuno dirà, forse con rimpianto: c'era una volta il narratore! Sergio Zoppi

Persone citate: Barthes, Einaudi, Sarduy, Sergio Zoppi, Severo Sarduy

Luoghi citati: Parigi, Torino