L'Artusi della salute di Guido Ceronetti
L'Artusi della salute L'Artusi della salute ■m]ON bisogna criticare ì^ki troppo gli Orienti adat-L ^ tati; da sempre viviamo di Orienti adattati. 11 cristianesimo è un Oriente adattato figlio di un Oriente adattato che s'impianta su Orienti adattati, finché prende il nome di Occidente specifico. Vieni, Macrobiotica, non sei che uno degli infiniti Olienti adattati. Magnifica invenzione, del resto, per cambiare qualcosa in questo organismo occidentale sbatacchialissimo, obeso, costipato di civiltà e di veleni, per portargli un po' di frescura d'occhi, un po' di balsamo nei visceri tetri. Purché non ci sia troppa ortodossia: la Macrobiotica è fortemente cottista e poco crudista, acerrimamente salante ed esorbitantemente friggente. Allora," il mio solare consiglio di Allusi della Salute è questo: niacrobiotfzzatévi mescolando il Crudo al Cotto, salate sempre poco perché il sale vi fa di pietra e già siete abbastanza pietrificati, friggete con molta moderazione perché ogni venire al mondo è farsi frittura di Dio per essere mangiati dal Tempo e dalla Morte, dunque friggere poco o friggeremo di più. I macrobiotici puri diranno che è eresia, e opporrano certo argomenti che vale la pena di ascoltare: io qui dico esclusivamente quel che della die¬ ta macrobiotica ha trovato grazia ai miei occhi e serve a farmi, vivere meglio, entro linee di tradizionale saggezza. E' giustissimo dare ai cereali un posto privilegiato, escludendo però del tutto il malefico riso bianco, sia nazionale che asiatico, sgermato, devitalizzato, gonfiato; trattato coi più torvi pesticidi e diserbanti (triclorofenolo!), adottando il beatifico riso integrale proveniente (se è vero quel che ci assicurano) da coltivazioni biologiche. Scoprire il miglio è stato per me una gioia come, per un filologo, la grattatura fruttuosa di un palimpsesto. 11 mais integrale dà una polenta incomparabile, fibrosa, aspra, degna di Attila, sbaragliatrice di qualunque riottosità intestinale. I fiocchi d'avena sono un piatto da discobolo, per forzuti e anemici: se non li mangio volentieri è perché diventano vischiosi, cuocendo, e si ha la sensazione di mettere il cucchiaio nel catarro. La pasta macrobiotica, di grani biologici, a volte il saraceno sposalo con ia soia, scuretta come la Sulamita, è superiore a qualunque altro tipo di pasta. A sentirne il prezzo si è fulminati da un pugno, ma appena ripresi conviene comprarla, perché mangiarne è tornare all'epoca saturnia, massaggiati da geishe. Col condimento di soia det- to Tamàri si dà un ottimo sapore ai piatti, ma è meglio non annusarlo, perché l'odore svoglia dall'uso. Il Gomasio è una squisita aggiunta a base di sesamo e sale marino, a cui i macrobiotici attribuiscono virtù curative (contro la emicrania e la stanchezza fisico-cerebrale). L'Umebosi è un acetino di prugna che rac- . viva le insalate, tra cui i inaerò prediligono il crescione. Non saprei rinunciare all'aceto di vino "(quello vero) perché è bernesco, rablesico e rembrantiano'; l'Umebosi è lerò raccomandabile a chi si è fatto per troppo tempo prendere lo stomaco a fucilate dagli aceti prodotti dalle industrie e tollerati dalle leggi e dal commercio. La liquerizia pura, al dessert, attiva la digestione. Il caffè è • escluso, perché equivale a un autoschiaffeggìamento. Non occorre essere macrobiotici per dare allo zucchero il posto che gli spetta negli arsenali della malamorte. Non è un alimento, è una malattia. Lo si mangia in quantità incredibile, tra Europa e America, e nel Levante; lo si butta ai bambini dentro ogni specie di dolciumi colorati... Pietà di loro, almeno... Cancellate lo zucchero dal vostro lessico; non fidatevi neppure di quello di canna, estero, specie americano; fidatevi del miele, purché non sia stato secreto da api sopravvissute al Parathion succhiato nel fiore. (Per creare il dolce,- la dieta non zuccherata ricorre all'uvetta passila, che in commercio è da evitare, perché trattatissima, mentre si trova pulita, speriamo, nei clan macrobiotici). In questa.dieta non c'è la carne, e ogni liberazione dietetica dal cadavere non può essere che salutare. (Ci sono, a volte, dei pesciolini: che lo inquinamento acquatico suggerisce di evitare). In eclisse è il latte, il latticino compare di rado, l'uovo non è considerato indispensabile... Purtroppo, niente patate né pomodori... Devo ammettere che il pomodoro non rallegra per niente il fegato, ma non si può sacrificare tutto a questo profetico organo. E Virgilio non conosceva la palatale forse neppure la filiberta, e forse per questo era un mago e comunicava col cielo. La -patata impatatifica, però seduce', ci chiama. Difficile resistergli. Sulla dieta strettamente macrobiotica, in particolare la famosa Numero Sette, esistono miti positivi e negativi. C'è chi parla di guarigioni sensazionali, vere risalite dall'ombra della morte, chi di gente ridotta quasi in fin di vita, lo non ho conosciuto né redivivi né trapassati macrobiotici. Ma a Roma, in via della Vite 14, conosco un club privato, profumato allo Zen, opportunatamente in bilico tra Ying e Yang, dove si può gustare un macrobiotico a maglia larga cucinato con sapienza da una cuoca marchigiana, un menù sempre nuovo e sorprendente, raffinatissimo, rinforzato da tè caldo rinfrescante a volontà- Una vera oasi in mezzo alla distruttiva cucina dei ristoranti e delle buone famiglie romane! Non ci sono rumori, la gente è pregata di parlare a bassa voce, il fumo è escluso, il servizio è fatto da impeccabili signore straniere d'Oriente e d'Occidente. Bravi, questo è tenere alla qualità della vita! Per i bambini è un luogo di divertimento e di liberazione dalle atro¬ ci imposizioni familiari (mangia la carnei mangia- il dolce!) ma gli scettici, gli induriti, è meglio che seguitino ad avvelenarsi altrove. Ai politici, l'ingresso è vietato." Non è da Uitti diventare coltivatori biologici. E' unaelezione e una metànoia. Sta nascendo un tipo di agricoltore che non ha nulla del contadino preindustriale e sembra piuttòsto appartenere a un'umanità convertita postindustriale. A differenza del vecchio contadino, è colto e non è nato in campagna. Si tratta di sporadici che diventeranno più numerosi via via che l'agricoltura chimica e nucleare oggi prevalente farà oiTore alle mani e alla ragione della gente non tarata, non persa. Ho visitato, a Velletri — non facile da trovare, tra le vigne ingiallite — la Tenuta degli -Argenti, due ettari e mezzo di terreno coltivato con concime organico, senza pesticidi, dove si producono da poco tempo cose eccellenti, destinate esclusivamente ai fortunati negozi macrobiotici. L'azienda è mandata avanti da un coltivatore italiano, venuto dall'Africa éx inglese in compagnia di giganteschi cani (che mordono subito l'agrochimico) e di una moglie jugoslava, in cui "s'intuiscono le libere capacità creative di chi agisce secondo un principiò spirituale, senza l'ossessione del profitto. Non ho parlato a lungo con loro, ma li ho conosciuti meglio attraverso il loro pane, lavoro della fattoria. Uomini e civiltà si giudicano anche dal pane. Le. loro marmellate sono forse le uniche a non contenere assolutamente zucchero:, soltanto miele, e non troppo. Una marmellata così è scandalosa... Per farla, si adopera frutta maturata sulla pianta, staccala al momento giusto, e la cottura dura anche un paio di giorni; e bisogna che qualcuno giorno e notte giri il mestolo nella marmitta. Il kompost organico degli Argenti è formato da letame con aggiunta di fosfito tunisino, sale potassico non clorato, uno speciale miscuglio di alghe francesi e di enzimi fermentanti. E*, un concime di lusso. La ricetta, di un altro coltivatore biologico, il pittore Manlio Guberti, è più semplice: decomposizione vegetale, letame fresco, ossa sfarinate (anche di industriali e di pastori^ i due. poli nemici dell'agricoltura pura) e un po' di terra sciolta. Ma il kompost Argenti è -pronto rapidamente, il Guberti richiede da tre a sei mesi di attesa, prima di essere formidabile. La ricerca di un ' letame veramente puro può fare impazzire l'agricoltore biològico: perché gli animali che lo producono ingoiano pesticidi, ormoni, antibiotici, psicofarmaci... Si raccoglie il DDT, ormai, anche nelle iso¬ le del guano, e la natura è ' fin troppo paziente. L'agricoltura biologica ha il difetto di non essere competitiva che rispetto alla salute del coltivatore e del consumatore. Costa molto di più, e lavorarne i prodotti senza macchine e additivi richiede mandepera, tempo e cure. Perciò i prodotti degli -Argenti sono in commercio a prezzi conturbanti, tali da' escludere un consumo regola- ' re se non si è Mida. C'è il rischio li si compri per farne v regalo di preziosità, e il regalato, allibito, li regali a chi ritenga più degno, e così via. Per i giorni normali, non restano che i prodotti nemici dell'uomo. Però chi ama l'angelico, e non ingrassa col prò- : prio denaro i macelli, può comprarsi ogni tante una di queste piccole delizie senza rovinarsi. Guido Ceronetti
Persone citate: Artusi, Guberti, Manlio Guberti, Mida
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