Come si protesta al di là del muro

Come si protesta al di là del muro I romanzi delle due Germanie Come si protesta al di là del muro BONN —v L'esistenza di due Germanie è, per la narrativa in lingua tedesca, ragione dì incontri e di scontri, ma, più ancora, terreno per la nascita e lo sviluppo di una letteratura critica che opera in un raggio più ampio che altrove poiché i modelli su cui si esercita sono due e contrapposti, mentre il. denominatore è unico, «l'esser tedeschi», che significa, anche un modo particolare di affrontare i problemi. Nella Repubblica Federa* le gli scrittori che contano sono profondamente critici verso la società in cui vivono: basti ricordare Heinric vono: basti ricordare Heinrich Boell, Martin Walser, Guenter Grass, Alfred Andersen. La narrativa denuncia il mercantilismo ohe regola il viver sociale al di qua dell'Elba, innestato su una radice prevalentemente autoritaria e nutrito di conformismo. Nell'altra Germania, la; Repubblica Democratica dell'Est, gli scrittori trovano invece uno stimolo al loro lavoro nel modo spesso ottuso e immobile con cui si applicano le regole del sistema: Tre romanzieri sono, in questo momento, al centrò deU'interesse: Reiner. Kunze, Rolf Schneider e Jurek Becker. Tutti e tre sui quarant'anni, hanno vissuto bambini l'esperienza della guerra. Per Jurek Becker è stata allucinante: cresciuto nel ghetto — il padre era un, ebreo lituano, la madre polacca — e nei campi di concentramento nazisti, dice di « aver " imparato ad esser tedesco » e di considerare la Ddr «il suo Stato». Uno Stato da criticare, certamente, ma non da attaccare. Becker rifiuta l'applauso dei tedeschi d'Occidènte: « Voglio rendere il mio Paese più democratico, come Poell tenta, con la sua critica, di rendere la Repubblica Federale più democratica. Non conosco uno Stato — aggiunge — nel quale ci sia abbastanza democrazia ». s Il suo primo romanzò, Giacomo il bugiardo, venduto in 80 mila esemplari al di qua e in 250 mila al di. là dell'Elba, si rifà alla sua prima, tragica esperienza. Giacomo, un ebreo, riferisce ai suoi compagni, nel campo di concentramento, notizie incoraggianti che eglj avrebbe ascoltato per mezzo di un apparecchio radio in realtà inesistente. La sua seconda opera, «L'inganno delle autorità», si riferisce direttamente all'intolleranza della burocrazia di partito, degli « arrivati ». La terza, pubblicata in questi giorni dall'editore Suhrkamp, « Il boxer », racconta di nuovo la storia, di un ebreo che, scampato ai Lager, si stabilisce a Berlino Est ma non riesce a trovare un aggancio vero col mondo che lo circonda e ne resta un còrpo estraneo. Becker denuncia l'intolleranza nei confronti di coloro che sono diversi, e chiede al socialismo —r in cui crede — di aver fiducia in se stesso e di permettersi una maggiore liberalità. Di Rolf Schneider l'editore Luchterhand ha presentato alla Fiera di Francoforte La felicità, uscito contemporaneamente anche nella Ddr. « Il libro che ho scritto — dice nella prefazione — porta il titolo La felicità e tratta soprattutto dell'infelicità. Voglio richiamare l'attenzione sul fatto che la felicità non è uno stato, ma uno scopo, una utopia ». Racconta le vicende di Hanna, una maestrina, e dei suoi contrasti con un mondo — quello dei sobborghi di Berlino Est — nel quale la miseria, morale e materiale, non è ancora vinta. La felicità, per Rolf Schneider, è la ricerca di Hanna, il suo tentativo di migliorare se Stessa e il suo ambiente..., in senso lato è il socialismo stesso, inteso come cammino e non come meta raggiunta. Gli scrittori — ha detto Schneider in un'intervista — hanno il diritto « creativo »• alla comunicazione ed ha giustificato così il fatto che Reiner Kunze abbia pubblicato nella sola Repubblica Federale il suo ultimo lavoro, Gli anni meravigliosi, uscito il mese scorso presso l'editore Fischer. Questi anni, dell'adolescenza, possono venire sciupati dalla incomprensione e dalla irragionevolezza della società. « Posso raccontare solo quello che conosco e che vivo », dice Kunze. Anche la sua critica — molto dura — è diretta poeticamente contro i burocrati, le autorità che scambiano certe aspirazioni e mollezze dei gióvani per rivolte, un certo apparente disordine per pericolo sociale. Kunze vede nella piccola repressione quotidiana — quella degli insegnanti, per esempio — un male tedesco, quasi indipendente dal modo ih cui è regolata la società. Cita Goethe: « Da noi si cerca in ogni maniera di domare presto la gioventù e di cacciar via qualunque spirito selvaggio, qualùnque naturalezza, qualunque originalità, cosicché alla fine resta solo it filisteo ». Per questo libro — una raccolta dì impressioni — Kunze è stato allontanato dal' l'Associazione degli scrittori di Berlino Est, il che equivale all'impossibilità di pubblicare nel proprio Paese. Ambedue le Germanie reagiscono in modo nervoso agli - avvenimenti letterari dei rispettivi Paesi: nella Repubblica Federale si strumentalizza, ogni critica che gli scrittori dell'altra Genjiahia esercitano sul loro Paese ai fini della pròpria situazione interna, è si crea, con questo atteggiamento, una reazione negativa. Ciò che era inteso e forse accettato come un contributo al miglioramento della vita associata diventa un. attacco alle radici stesse della società e, in quanto tale, rigettato e condannato. Quello che narrano gli scrittori della Germania occidentale, i quali — come dice Rolf Schneider — « sono quasi compattamente a sinistra », viene considerato, dalle autorità di' Bonn e dai « filistei », quasi un tradimento. Si teme che la Repubblica Democratica venga intesa come modello ogni qua! volta si critichi la Repubblica Federale, mentre a Berlino Est gli autori occidentali che rifiutino il consenso al loro ambiente vengono considerati senz'altro sostenitori. Gli scrittori tedeschi non hanno in comune solo la lingua e lo spirito, ma anche il modello che non può identificarsi con uno Stato o con l'altro: il modello è l'uomo, la sua possibilità di essere, e di esprimersi, la sua ricerca di un mondo che sia libero, ma anche giusto. Lela Gatteschi

Luoghi citati: Berlino Est, Bonn, Ddr, Germania