Senza stregoni

Senza stregoni Senza stregoni IL commediografo Dancourt notava che «plus on est des fous on rit». Ma la società occidentale dev'essere ben triste se ha dovuto negare l'esistenza della follia per vederla nello, spettacolo delle sue incarnazioni, il demonismo, la stregoneria, la malattia mentale, la «diversità ». lanciare oggi la questione dell'esistenza della follia significa riprendere il sensoe la portata della scoperta freudiana, toccare la logica dell'inconscio cui lo analista (che passa innanzitutto attraversò l'esplorazione della follia «propria») non sfugge, avanzare riflessioni e proposte in un intervento molteplice che, con l'enunciazione dì nuove istanze della psicanalisi, segna il superamento storico dell'antipsichiatria. E già; a livello dell'ideologia istituzionale o della disciplina di gruppo o ecclesiastica, la questione della follia risulta, oggi, più ■. scomoda della tematica della sessualità. Ne va di mezzo una gigantesca macchina altruistica (benefica e di beneficenza) che traduce la follia nel quadro della sofferenza, nella malattia dell'Altro, isolabile e osservabile, secondo la moda della tragedia cristiana. Anzi, in Italia la'psichiatria corre il rischio di prendere il posto della religione, di una religione di stato o di partito alla ricerca dell'esecrazione morale e politica della follia, con un'economia dello errore suffragata dal presupposto che l'altro sbagli. In questo senso, gli universitari, nel principio di un sapere eterno da custodire, ripartano le cose al vecchio, leggiucchiano l'attuale nei termini della condanna giudiziaria, al servi. zio della causa comune e del posto. E' così che oggi, come all'epoca crociana, una filosofia dell'obbligo e una psichiatria d'ufficio concorrono, in un saggio appunto della stupidità universitaria, a negare la pratica della psicanalisi, in nome della realtà, di quella realtà di cui i funzionari dell'ordine si ritengono garanti; concorrono, nel progetto divino di dare il nome alla follia, a negare quel sapere inventivo che si effettua in una pratica. (A questo, proposito; è nel punto di una non-attesa, cioè nel punto del fallimento del . sapere costituito e del saper sperare, neZnmpazienza, che un'analisi comincia: con la questione quindi irrinunciabile dell'esistenza della follia). Lo psichiatra raccoglie i fatti come il collezionista allinea le farfalle infilzate per farne omaggio al buon ordine civile e per educare il «prossimo» agghindandosi dell'aureola dell'avvenire, che richiede l'equivalenza teologica fra follia e diversità. Con una perpetuazione della credenza nel plagiò quale forma di démonismò. Questa credenza viene considerata necessaria all'assunzióne dell'equivocità del linguaggio, alla sua riduzione a strumento, in altri termini, all'istituto della « proprietà privata» del linguaggio. Idealisticamente. Ne discende un rimando del sesso, del godimento a dopo, dopo una disciplina totale. Armando Verdiglione del « Collettivo Freudiano » direttore della rivista « Vel ■

Persone citate: Armando Verdiglione

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