La tecnica delle parolacce di Furio Colombo

La tecnica delle parolacce Il linguaggio dei giovani e "Porci con le ali,, La tecnica delle parolacce IL dibattito sul grande successo di Porci con le ali (Savelli) è rimbalzato continuamente fra tre o quattro domande: è un documento sociologico? ,è arte? è una rivelazione politica? Non importa che una parte del dibattito si sia ristretto appena è caduto il velo dell'anonimato e il sospetto di opera collettiva. Il libro ha successo ed è difficile fare liste separate degli ingredienti di questo succèsso. Ma se il prodotto è nuovo, all'elenco dei tanti dibattiti può essere utile aggiungerne un altro: quello, sul linguàggio con cui Porci con le ali è costruito. In un libro che calcola, nella sua formula, l'apparenza del «documento», si può inventate tutto, ma non il .linguaggio. , Possiamo domandarci se Antonia e Rocco esistono. Se usano proprio quelle parole, e tutte insieme, e in pubblico. Se fanno, pensano e raccontano tutte quelle cose. Se sonò il montaggio collettivo, e magari esasperato, .di modelli intravisti, o la decalcomania di un paio di vite di una generazione inedita. Il fatto è che il linguaggio di Rocco e Antonia appare comunque verosimile, suona giusto, e sembra, fra tutti i sospetti che si possono avanzare, la cosa meno inventata del libro. Dal momento che abbiamo di fronte non Rocco e Antonia ma un libro, non un verbale ma un'opera di immaginazione, il linguaggio è comunque la sola pista di indagine. La pretesa degli autori che quest'opera di immaginazione sia legata davvero alla vita, e il fatto che questa pretesa sia stata presa per buona dal pubblico, fino al punto da provocare autorevoli opinioni giornalistiche sulla supposta vita reale di Rocco e Antonia, ci conferma che il vero documento di Porci con le ali è il linguàggio. Esso viene utilizzato, coti apprezzabile mestiere, dagli autori, come un « oggetto trovato », un reperto della realtà. Poiché questo reperto ha la forza di rendersi credibile di fronte a Bocca e a Ceronetti, ci sono buone ragioni di prenderlo sul serio. In altre parole, il linguaggio di Rocco e Antonia esiste, anche se Rocco e Antonia sono i fantasmi della letteratura o l'ombra della sociologia dei nuovi gruppi. Quali sono allora i caratteri e le radici di questo linguaggio? Esso è meno generico, evasivo e « rinviante » di quanto gli esperti del linguaggio giovanile tendessero a credere. C'è uh grande Uso del cioè; dell'analogia basata su immagini e blocchi di parole prefabbricate. Ma c'è anche un certo sfòrzo di discutere, e di chiarire, e un evidente fastìdio dèi terreno scivoloso offerto dal gergo generazionale e politico. I Si nota anzi una scarica di umorismo che investe il luogo comune del ^linguaggio politico e funziona da solvente che mette in mostra non un diverso modo ' di pensare ma un accanito bisogno di esprìmersi. La sorpresa dunque, in questo linguaggio, è una dose di invenzione, di fantasia e di creatività istantanea e istintiva, proprio quando si poteva temere che la pietra tombale di un'immensa lingua immobile, pan-partitica e pansindacale fosse precipitata sulla lingua italiana. Sfortunatamente non è possibile — su un giornale di libri, come questo — sostenere che «la letteratura ha salvato la letteratura » o addirittura che la « cultura » ha salvato l'espressività dei più giovani. Non c'è traccia apprezzabile di « successione » e di « eredità » culturale in linea diretta, nel libro. Rocco e Antonia mostrano una notevole rapidità di orientamento culturale, tanto che possono permettersi il lusso della citazione già stravolta e stracciata dalla noia o dallo humor. Ma la discendenza di questo orientamento gattesco in mezzo ai « precedenti culturali » dei due ragazzi, che gli autori sembrano avere attentamente annotato « dal vero », non viene dai libri. Io mi sentirei di indicare due percorsi diversi, i fumetti (certi fumetti) e le canzoni (certe canzoni). Ecco le prove. Sotto la guida di Oreste Del Buono una pubblicazione di fumetti, Linda, si è messa al centrò della cultura"giovanile, formandone una mentalità e un gergo. Di sfuggita, si potrebbe notare una traccia « di classe » nel destino dei fumetti. Diabolik (o peggio) per i livelli più bassi. Linus per la giovane borghesia illuminata e (soggettivamente) « rivoluzionaria». Di Linus non si può non apprezzare l'integrità e la coerenza dell'oggetto: tono e unità di linguaggio, umorismo « colto » e privo di reticenze, e una disinvolta innocenza nel passare dalle affettuose avventure del bacchetto Snoopy a quelle altrettanto candide ma più nude di Paulette e Giuseppe. Il fumetto politico provvede al legame col « quotidiano » caricato di un tipo di satira che ha finito per fare scuola, espandendosi nei settimanali ' e nei giornali per adulti. E il fumetto francamente sexy (ma sempre un po' « elegante », sempre sdram¬ matizzato) porta un genere di allegria « colta » su un territorio tradizionalmente squallido. Io propongo che Linus sia uno dei territori da cui nasce la lingua di Antonia e Rocco (se poi Linus lo ha imparato da tanti Antonia e Rocco, questo linguaggio, allora il merito del mensile è ancora più grande). Resta da reperire la vena romantica, dolce, tenera e sinceramente adolescente (cioè un po' tetra) che prende ogni tanto il sopravvento nei dialoghi dei due protagomstfeon le ali. Il tenóre di solitudine di Linus (non il giornale, il personaggio) quando è separato dalla sua coperta, la affettuosa simbiosi di Snoopy con Woodstock non bastano. L'altra strìscia sonora che invade il territorio di Rocco e Antonia, ne fabbrica le intonazioni, ne incomincia le frasi, ne formula i sentimenti, anche se la citazione non viene mai. è un genere di « nuova canzone », da Lucio Dalla a Battisti, da Buglioni a Cocciante, aspro di voce, gridato nel tono, ma anche delicato, introverso, impacciato e commosso, con un misto inedito di pudore (i sentimenti tradizionalmente enunciati) e di esibizionismo (gli atti d'amore, vestirsi, svestirsi, andare a letto, fare l'amore, descrivere i corpi). In una tradizione letteraria che costruisce i suoi racconti soprattutto per immagini (di qui discende il rapporto stretto e unico fra letteratura e cinema, in Italia) Porci con le ali devia dal percorso e si affida al « sonoro ». E se c'è un passo indietro, non sarà citazione letteraria ma citazione dalla Vanoni e o da Mina* (quando Antonia va avanti e indietro per casa, una domenica -soffocante aspettando una telefonata che non verrà). Rilanciamo la palla ai critici. Il libro sarà brutto o bello? Lasciamo al lavoro il sociologo: è rinata la «nuova coppia?» Buon lavoro anche allo psicologo: c'è una inedita sessualità adolescente? Aggiungiamo soltanto la ' proposta che « il nuovo », che sembra di cogliere in questa piccola opera originale, viene da due percorri che dovranno essere rivalutati non solo come kitch e come divertimento sofisticato. L'ispirazione che i nuovi eroi con le ali sembrano trarre dal nuovo fumetto e dalla nuova canzone è una pista da non trascurare. Furio Colombo o £ P a H o a a o 3 U ti 3r Ma J Il -*mm Wm m m mi m ■

Persone citate: Battisti, Bocca, Buglioni, Ceronetti, Cocciante, Lucio Dalla, Oreste Del Buono, Vanoni

Luoghi citati: Italia, Savelli