Eros scombinato fino all' anarchia

Eros scombinato fino all' anarchia Eros scombinato fino all' anarchia Oswald De Andrade SERAFINO PONTE GRANDE Einaudi, Torino, 176 pagine, 3500 lire. ALCUNI anni fa avevamo letto di De Andrade « Memorie sentimentali di Giovanni Miramare », lo" presentava Giuseppe Ungaretti: sorta di vasta educazione sentimentale trascritta al microscopio. «Serafino Ponte Grande» non smentisce il suo autore, « modernista » brasiliano degli Anni Venti e Trenta (morta nei-1954). Dice De Andrade che il suo « Serafino » lo ha scritto « dal 1929 all'indietro »; aggiunge, « Era di Wall Street e di Cristo». . Abbiamo davanti un romanzo, o che cosa? Leggiamo, divertendoci, spezzoni di romanzi possibili; elencazioni di luoghi comuni narrativi: un solfeggio sincopatissimo, inesausta eccitazione linguistica, naufragio dei personaggi dentro l'incerto mare dei loro nomi, conclusiva redenzione «ideologica» all'insegna dell'anarchia morale e sessuale più sfrenata. E' « Serafino Ponte Grande» un raffinatissimo reperto dell'alessandrinismo pertinente agli anni dell'estrema avanguardia storica, anni in cui il «bricolage» letterario possedeva un'ilare spontaneità. I proseliti di Satie, a Parigi, componevano musica triturando insieme melodramma « music-hall » romanza-da-salotto e lacerti di sinfonismo. Il cubismo di Braque e Picasso aveva insegnato a moltissimi, attraverso il «collage», come sintonizzarsi contemporaneamente sulle più disparate lunghezze d'onda dell'immaginazione. L'anti-romanzo di De Andrade si apparenta strettamente a tutto questo: ogni capoverso, ogni immagine ne esalano l'aroma. Ma De Andrade possiede una particolare accortezza. oltre a un riconoscibilissimo sentimento umoristico di cui investe gli oggetti che manipola: la sua accortezza sta nel saper ridurre in scala il grande al piccolo senza che si perda il minimo dettaglio. E' il suo modo per prendersi gioco dell'arte del romanzo, dell'elefantiaco romanzo ottocentesco: gli basta una riga per narrare la disperazione tutta maiuscola di un personaggio; gli bastano* due battute per far nascere e morire uh amore. Il contenuto significativo del libro è però, a mio avviso, l'erotismo. Pazzo e smagato, De Andrade, cosi come fa deragliare gli ordinari convogli della narrativa, scombina gli impul¬ si sessuali dei suoi personaggi, fino a sottintendere che l'anarchia erotica o la totale disinibizione degli istinti sono il toccasana dei mali della società. L'antiromanziere si trasforma sul finale in un utopista post-freudiano: ma la sua allegrezza inventiva non viene meno, e imbarca i propri personaggi su un piroscafo alla volta d'una delirante crociera del sesso. Per concludere: bisogna riconoscere alla traduttrice Daniela Ferioli una capacità non comune, quella di averci fatto riascoltare nel suo italiano il brillio, l'è stro d'un testo originale che immagino aspro e complesso. Enzo Siciliano

Luoghi citati: Parigi, Torino