Carbonaro eroe di Giono di Antonio Delfini

Carbonaro eroe di Giono «L'ussaro sul tetto», un importante ritorno Carbonaro eroe di Giono Jean Giono L'USSARO SUL TETTO Fogola, Torino, 392 pagine, 8000 lire. ROMANZO tutto aria, tutto immaginazione, ambientato sulla fine degli Anni Trenta del secolo -scorso, L'Ussaro sul tetto, va inteso, lo suggerisce Ugo Ronfani nella prefazione, come una lineare Odissea: un vagabondaggio che mette a segno nella vita di un- uomo un fine4,- in questo caso l'amore. BUdungsroman potrem: mo definirlo: nel senso che del giovane protagonista la scrittore ci illustra i progressivi passi verso la maturità di sentimenti. La storia è quella di un carbonaro piemontese, rifugiato in Francia, che decide il riéntro nelle sue terre: ma la Provenza che égli deve attraversare "è devastata tìa un'epidemia di colera; è lui, forte del suo vigore giovanile, ma, ancor di più, forte della sua incoscienza predestinata a vittoria, cura i colerosi, dà fondo alla propria pietà e su tutto passa sorridendo come un «puro folle». Avventure, avventure; personaggi/ personaggi: Giono presùme ua accordo che non conosce crisi fra il suo Angelo Pardi e la natura. E' questo il tentativo spassionato di ricreare uh ideale romanzo romantico al cui centro stia un eròe tutto fascino irresistibile, tutto bellezza dello spirito. Ronfani fa il nome di Stendhal, e ci spiega e cai deggia come meglio non si potrebbe la figura di Giono romanziere, il suo ardore narrativo, la sua complessa vicenda umana tessuta anche di avvenimenti che ingenerarono equivoci di natura politica, col tempo poi chiariti. Ronfani ci presenta un Giono dall'aspetto del profeta innocente e disarmato: e credo che abbia ogni ragione a farlo. Ciò su cui dissento è l'ascendenza stendhaliana. O, meglio, la discuto. Giono, a mio avviso, offre un'immagine semplificata dello stendhalismó. L'energia vitale che l'autore de La chartreuse de Parme andò inseguendo con la pròpria immaginazione portava i seghi d'una dolorosa esperienza esistenziale: non si giustapponeva a un vuoto, ma scaturiva da un vuoto. Scrivere, per Stendhal, significava vivere ciò ohe la vita non dava. Giono mi sembra scavalchi ogni problema: e trasforma la vitalità in vitalismo. La sua narrativa, o la costellazione sotto cui nascono i protagonisti dei suoi romanzi, disegna il bisogno di opporre a una presunta malattia del secolo una visione della salute e del vigore naturale secondo un atto della volontà. In questo Giono è uno scrittore squisitamente novecentesco, pur con tutte le sue nostalgie verso un « sano» romanticismo; ma è certo un discutibile allievo di Stendhal.. Lo Stendhal che amo,, a Ronfani potrà apparire follia o stravaganza, nel Novecento lo trovo o in Fitzgerald o in Antonio Delfini. Enzo Siciliano

Luoghi citati: Francia, Torino