semiologia, linguistica

semiologia, linguistica semiologia, linguistica Stanley Peters (a cura di) GLI SCOPI DELLA TEORIA ; LINGUISTICA Boringbieri, Torino, Serie di linguistica, 339 pagine, 10.000. (c. m.) Sono qui raccolti sei saggi sulla teoria generativo - trasformazionale: si tratta delle comunicazioni presentate ad un convegno tenutosi nell'ottobre del 1969 presso l'Università del Texas. Come sottolinea la Puglielli nella sua introduzione all'edizione italiana, il contributo di Chomsky Alcuni problemi empirici nella teoria della grammatica trasformazionale (non incluso nei tre volumi di Saggi linguistici pubblicati presso lo stesso Boringhieri) e quello di Postai La teoria migliore costituiscono ima specie di dialogo: mentre Chomsky esamina puntualmente alcune delle proposte avanzate dai rappresentanti della «semantica generativa» (Lakoff, Boss, McCawley, Fillmore e lo stesso Postai) concludendo che teoria standard estesa e semantica generativa sono in gran parte varianti rotazionali, Postai ne sottolinea invece le divergenze, che si sono man mano accentuate e che sottendono una diversa concezione degli scopi della linguistica teorica. Nel suo saggio, Fillmore non tratta della teoria dei casi, ma affronta i problemi di chi intende scrivere la grammatica di una lingua specifica da un punto di vista generativo, mentre Peters si occupa di come spiegare l'apprendimento di una grammatica completa sulla base di un campione limitato di lingua. I testi di Kiparsky e di Emonds riguardano questioni più tecniche (rispettivamente l'irregolarità nell'applicazione delle regole fonologiche e > una nuova descrizione del fenomeno della complementazione), ma tali da comportare profondi cambiamenti nella teoria chomskiana. Jeanne Martinet INTRODUZIONE ALLA SEMIOLOGIA Newton Compton, Roma, Collana Paperbacks, 189 pagine, 1800 lire. (carla morello) E' questa la traduzione italiana del libro pubblicato in Francia nel 1973 con il titolo Clefs pour la semiologie. L'autrice, che si rifà dichiaratamente a Mounin e Prieto, non si situa nell'ala « massimalista » degli studiosi di semiologia e, in armonia con gli intenti di' vulgativi della pubblicazione, si sforza di dare un quadro molto netto e realistico degli scopi della ricerca e degli strumenti finora adottati. Se ogni oggetto può diventare un segno, esistono degli oggetti che sono stati prodotti dagli uomini unicamente per comunicare: su di questi Jeanne Martinet ritiene oggi necessario puntare l'attenzione, evitando di disperdersi nella descrizione sommaria di una varietà sconfinata di modelli, in omaggio a chi concepisce la semiologia come « l'infrastruttura delle scienze umane ». Per questo motivo l'analisi semiologica delle opere artistiche non viene con. siderata: nel prodotto artistico la trasmissione di messaggi non è essenziale, mentre per la semiologa francese la funzione di comunicazione e l'intenzione di comunicare sono i criteri discriminanti del comportamento semiologico, contro le interpretazioni che ritengono segnino ogni comportamento. A giustificazione della propria posizione, l'autrice fa osservare che notevoli risultati sono stati raggiunti in linguistica assumendo come base di partenza proprio lo studio della funzione comunicativa dei sistemi di segni linguistici; ciò non le impedisce tuttavia di propugnare una semiologia che cerchi « in ogni oggetto quel che ha di specifico, guardandosi bene dalVimporgli una struttura prestabilità », nella fattispecie le strutture riscontrate nelle lingue naturali. Gian Paolo Caprettini LA SEMIOLOGIA. ELEMENTI PER UN'INTRODUZIONE Giappichelli, Torino, 147 pagine, 3600 lire. (em.) Più che elementi dì introduzione alla semiologia, il libro offre a chi già possiede una certa familia¬ rità con l'argomento elementi per riflettere su proposte di vari autori operanti nell'ambito della scienza dei segni e fornisce peroiò l'opportunità di fare un confronto fra posizioni a volte contrastanti. Accanto alle pagine riguardanti Buyssens, Prieto, i formalisti russi e l'analisi del racconto, rivestono particolare interesse le osservazioni sulla semiotica di Peirce (periodo 1867-1903) e di Morris, in quanto contribuiscono all'avanzamento della tormentata e difficile esegesi dei Collected Papers e al chiarimento di certi rapporti fra Peirce e Morris e fra la teoria di Saussure e quella di Morris, sullo sfondo di (e talvolta in polemica con) quanto in proposito ha recentemente affermato Rossi-Landi. In appendice figurano inoltre alcuni brevi saggi in cui il fumetto, il gioco e il carnevale vengono esaminati in prospettiva semiologica.

Luoghi citati: Francia, Roma, Texas, Torino