Chi ricorda Totò a teatro? di Sandro Casazza
Chi ricorda Totò a teatro? Chi ricorda Totò a teatro? Un personaggio che si modellava sulle vecchie maschere della commedia dell'arte Goffredo Fofi (a cura di) IL TEATRO DI TOTO' Più Libri, Milano. 225 pagine, 10.000 lire IL cinema di Totò si può vedere tutti i giorni. Dopo la morte, il grande comico napoletano conosce una fortuna di critica che da vivo ha sempre, invano, sperato. Ma quanti ricordano il suo teatro? Bisogna ricercare nella fascia di pubblico oltre i cinquantanni per trovare persone che abbiano applaudito sulla scena Antonio de Curtis, in arte Totò. Cappelluccio sghembo appena appoggiato sulla testa, marsina, calzoni alti sopra la caviglia, un gilet scovato tra gli stracci: il personaggio di Totò si modellava sulle vecchie maschere del teatro dell'arte. I pulcinella napoletani gli avevano fatto scuola. Testo e autori avevano una funzione del tutto marginale. Nello sketch della « Massaggiatrice », dalla rivista Dei due chi sarà? del 1937, si trovano riuniti il signor Anguilla (Totò), l'amico Capir tone e la signorina Sardella. Il comico dopo le presentazioni conclude: «Andiamocene tutti e tre al mercato del pesce ». Chi può divertirsi oggi a questa sciocca freddura se la immagina distaccata dal- ' la mimica di Totò che accompagnava la frase, a gesti allusivi delle mani, al ròtare surrealistico degli occhi, piegandosi forse in avanti con la mossa disarticolata del burattino di legno. La risata scoppiava spontanea: una reazione meccanica ài lazzi della «(maschera», al segno espressivo che essa rappresentava, non già ai contenuti della battuta. il cinema aumentò la potenza comunicativa di Totò. Il primo e primissimo piano hanno consentito di fissare le immagini di un volto e di una figura che parevano disegnati dai pennelli di un futurista attraverso il filtro del surrealismo. Da questa maschera scaturiva la critica di una società piccolo borghese anchilosata nei suoi modelli disumanizzati. Totò era lo sberleffo più eloquente ed elementare contro la cultura della''piccola borghesia fascistizzante. La sua comicità « proletària » e « sottoproletaria », come molti l'hanno definita, nasceva forse soltanto da un esercizio tecnico affinato nelle piazze, nei quartieri e nei teatrini della vecchia Napoli dominata dalla tradizione dei pulcinella. Le ambizioni sociali e le opinioni politiche del « principe » di Bisanzio non hanno forse mai coinciso con i giudizi della critica, né quando lo reputava un volgare guitto al servizio dell'industria cinematografica, né oggi che lo ritiene un* simbolo della rabbia proletaria. Il cinema ci ha conservato un Totò congelato nella ripetizione infinita dell'immagine fìssa. Il teatro offriva il Totò più autentico, quello dell'improvvisazione, al contatto diretto con gli umori del pubblico in sala. Ma questo ricco patrimonio di espressività è ovviamente, e irrimediabilmente, perduto. Goffredo Fofi, primo e profondo studioso del fenomeno Totò, ha cercato di ridurre la perdita pubblicando i testi più significativi del teatro portato sulle scene d'Italia dal comico napoletano, prima che fosse completamente assorbito dagli allettanti guadagni del cinema. Si tratta di una raccolta di numerosi sketch, dalla « Scampagnata » alla «Balia», dagli «Uomini a nolo » a « Un salotto a Capri » fino al celebre « Onorevole in vagone Ietto »: gli anni quelli compresi tra il 1932 e il 1946. Sono brani tratti da tutte le più importanti riviste di Totò: Accad¬ de una notte che,.Se fossi un Don Giovanni, Quando meno te l'aspetti, Che ti sei messo in tèsta, C'era una volta il mondo. Gli autori sono notissimi ai frequentatori del teatro di rivista di quegli an¬ ni: Bel Ami, Galdieri, ma in gran parte lo stesso Totò. Un libro importante che mancava (còme molti altri: pensiamo a Macario, Rascel, Sordi, Tognazzi, per fare soltanto alcuni esempi) nel po¬ vero panorama degli studi sul remico italiano. Peccato. Accanto ai testi mancano soltanto gli occhi rotanti e il mento assurdo della maschera di Totò. Sandro Casazza
Persone citate: Anguilla, Cappelluccio, Galdieri, Goffredo Fofi, Ietto, Macario, Rascel, Sordi, Tognazzi
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