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economia economia Paul Balroch LO SVILUPPO BLOCCATO. L'economia del Terzo Mondo tra il XIX e il XX secolo Einaudi, Torino, Collana PBE, 350 pagine, 4.200 lire. (gianfranco romanello) Quanto sia diventato drammatico il dibattito sul "decollo* del Terzo Mondo e a quale punto di rottura sia arrivato il -dialogo tra il mondo industrializzato e i Paesi emergenti è cronaca dei nostri giorni. Anche le ultime conferenze dell'UNCTAD hanno sottolineato i contrasti e confermato ancora iuta volta come siano "saltate* le strategie dello sviluppo "globale e armonico* di cui tanto si parlò e teorizzò negli anni Sessanta, sull'onda del boom delle economie occidentali. Alla crisi economica endogena, drammatica anch'essa, dell'Occidente, s'è aggiunta e sovrapposta, come fattore negativamente moltiplicatore, la crisi energetica. La 'rivoluzione" del petrolio è stato il primo sintomo d'un capovolgimento di "potere* mondiale: non più il mondo industrializzato padrone e regolatore dei grandi ritmi dell'economia mondiale, ma una parte del Terzo Mondo (si badi bene, una parte soltanto) arbitra d'un centro vitale per lo sviluppo, quello dell'energia. Il discorso s'è allargato poi inevitabilmente a tutto l'ampio arco delle materie prime, anch'esse in gran parte fornite dal Tèrzo Mondo. Il risultato è lo scontro, il duro contrasto tra "ricchi" e "poveri", i primi volendo conservare antichi privilegi di leadership, i secondi giustamente" reclamando una partecipazione con effetto determinante, alle, scelte del commercio ' iriternazionale. Il Ter- zo Mondo sembrerebbe quindi avere il "coltello per ii manico". In realtà, però, i suoi problemi di sviluppo sono sempre più complessi, la stessa elementare sopravvivenza di tante popolazioni è sempre più minacciata dalla spirale della crescita demografica e dai cattivi risultati dell'agricoltura (il quinqennio 70-75 è stato peggiore del preceden te).. Perché lo sviluppo è bloc- J cato? Bairoch, studioso già <= noto per altre opere sulla ri- t voluzione industriale e il sot- « tosviluppo, risale in rapida £ sintesi alle radici storiche del- 3 lo squilibrio "ricchi-poveri*: J tutti gli elementi e le cause più remote delle difficoltà s emergono lucidi, spietati, co- S me lucidi e spietati sono i dati s dell'attuale impasse dei Paesi | in via di sviluppo. f Geoffrey Kay SVILUPPO E SOTTOSVILUPPO. Un'analisi marxista Feltrinelli, Milano, 192 pagine, 3.500 lire. (m. c.) Dominata dalla legge del darwinismo sociale, la teoria economica e politica ha sempre spiegato le divisioni della ricchezza nelle regioni della Terra come differenze naturali, alla pari del colore della pelle. Almeno fino alla rottura dell'equilibrio colonia-le, quando l'emergere dei nazionalismi nel Terzo Mondo e la vittoria d'alcuni fronti di liberazione popolare hanno messo in crisi l'egemonia dell'Occidente e scoperchiato le pentole degli interessi delle grandi corporations. Geoffrey Kay, partendo da questa premessa di contestazione del sottosviluppo come "condizione originaria", svolge un'analisi dello sfruttamento-capitalistico che le regioni ricche operano sull'economia delle aree periferiche. Docente nella City_ University di Londra, e forte d'una esperienza di ricerca e studio nel Ghana, Kay-è combattuto tra le esigenze d'una dimensione accademica e le necessità d'un intervento politico e storico: il volume, pubblicato da poco anche *in Inghilterra, risente di questa tensione, ma se ne libera senza affanno grazie alla lucidità còni cui è ripercorsa la critica alla scienza economica convenzionale. . L'originalità del lavoro non sta, evidentemente,, nell'uso degli strumenti marxiani, ma nell'approfondimento della legge del valore: con un esame molto sofisticato, Kay.tende a dimostrare come i problemi dei Paesi sottosviluppati esplodano più che per lo sfruttamento capitalistico, per la insufficienza di questo. La espansione del capitale mercantile e la sua debolezza di fronte al capitale industriale s'innestano in tempi successivi sulla sottrazione del plusvalore dalle "colonie", condizionando storicamente le fasi dello sviluppò del Terzo Mondo è le sue possibilità evolutive. L'analisi si spinge fino alla realtà attuale: e il giudizio sulla nuova società di ricchi e poveri, di democrazie e dittature, è amaro e inquietante. « Come la povertà del mondo sottosviluppato mette in forte rilievo l'opulenza dei Paesi sviluppati, così la repressione aperta evidenzia la repressione democratica, quasi simile alla libertà ». Joyce Kolko GLI STATI UNITI E LA CRISI MONDIALE DEL CAPITALISMO Einaudi, Torino, Collana di politica, : 291 pagine, 4.000 lire. (g. rom.) Dal sodalizio intellettuale tra Gabriel e Joyce Kolko, i "coniugi terribili" della generazione di rottura degli studiosi americani, è nata nel 72 quell'analisi degli Stati-Uniti negli anni della "guerra fredda', dal '45 al '54 - The limits' of power - pubblicata in italiano da Einaudi l'anno scorso. Il riferimento non è casuale, Da Wealth and Power in America, che è del '62 (anch'esso pubblicato in italiano da Einaudi a metà degli anni Sessanta), in cui Gabriel Kolko analizza in serrata polemica con la' "sinistra accettata" di Galbraith,-Rostow e compagni le classi sociali e la distribuzione del reddito negli Stati Uniti, attraverso l'opera comune con Joyce, fino al. penetrante lavoro di quest'ultima esiste senza dubbio un filo conduttore di ricerca i cui frutti sono appunto queste analisi provocatorie dell'America contemporanea, dei suoi gravi e irrisolti problemi interni, della sua presenza come massima potenza nel mondo. Il libro di Joyce Kolko è una panoramica vivace di tale presenza, animata dalla consueta critica grafitante e serrata che ha appreso da Gabriel, con lui sperimentata ed affinata. Tutte le comporrti del dramma economico degli ultimi anni che ha visto protagonista e causa di grandi squilibri e di grandi composizioni la "presenta americana" nel mondo emergono dall'analisi attraverso la "cronaca" e la valutazione dei fatti: le multinazionali, la crisi monetaria dopo il "giallo* del dollaro non più convertibile, la precarietà dei "miracoli* delle economie "collegate" a quella statunitense, i contraccolpi nel Terzo Mondo della crisi dei Paesi capitalisti, i rapporti con le economie dell'Est: Come' sempre, quando si tratta dei Kolko, la lettura può suscitare perplessità, tanto è rigoroso e. sempre fin troppo riuscito il gioco ad incastro dei vari frammenti del puzzle che porta alla valutazione finale. Ma comunque si considerino, si accettino o si respingano metodologia, premesse e conclusioni, è sicuramente una lettura estremamente stimolante, non fosse altro per una cronaca che cristallinamente rifiuta abusate chiavi fantapolitiche. v- tèi ■ ■ Ve SU'*. -s*v l. .

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