poesia

poesia poesia Alessandro Manzoni t POESIE a cura di Riccardo Bacchelli Einaudi, Torino, Classici Ricciardi 5, 133 pagine, 1506 lire. (m. e. f.) Quésta edizione riproduce esattamente parte del volume 53.della collana «La letteratura italiana. Storia è testi», pubblicato nei 1953 da Ricciardi. Un'agile e completa sintesi dell'opera poetica manzoniana, dalle meno vulgate Poesie giovanili agli Inni sacri e alle Odi, che, partendo dal « Ritratto di se stesso» del 1801, conduce con «Il Natale del 1833» alla soglia della sperimentazione linguistica del romanziere. Pregio del volumetto è un vero e saldo inquadramento filologico, seguendo la lezione offerta dai tre volumi di opere manzoniane (Milano, Casa del Manzoni, 19421950) curati da Michele Barbi e Fausto Ghisalberti. Di fatto, gli studi del Barbi, di cui valida testimonianza offrono gli Annali Manzoniani (« Piano per un'edizione nazionale delle opere di A. Manzoni », 1939, nel primo volume), hanno nel complesso risolto il problema della critica testuale manzoniana ed insegnano ohe «non è possibile vera critica concettuale senza uh adeguato lavoro preparatorio di critica storica, letterale e filologica ». Pino Menai LA VOCE BIANCA, Pan, Milano, 231 pagine, 2500 lire. (m. n.) Professore di lettere italiane e storia negli. istituti magistrali fino al '69, quando lasciò l'insegnamento per protesta -contro la riforma, Pino Mensi ò autore di saggi su Pirandello,-Alfieri e sull'opera di Alfredo Galletti. La raccolta comprende poesie dal 1933 al '47 e qualcuna del "71, "73 e "74. E' divisa in sette sezioni. Foscolo, Leopardi, Pascoli, D'Annunzio sono la base del giovar i autore (Mansi è del '19 e, come s'è detto, gran parte delle poesie risalgono agli Anni '40) ma l'adesione a questi modelli è condotta, pur personalizzata, fino all'eccesso, ad un manierismo assillante, che se talora può offrire immagini di nitore classicheggiante, più spesso porta alla rima fine a se stessa e a una ricerca verbale esasperata. La natura è il perno intorno a cui ruotano le altre componenti della poesia di Mensi, una natura ora forte e irruente, ora serena e limpida. Addirittura, mediato da Pascoli, c'è un ritorno a Virgilio: eSedea nell'alba l'inclito Adriano / Ol favellìo d'una, attinia fonte I solo e pensoso. Il fulvo suo rovano / pascea la verde acclività del monte ».

Luoghi citati: Milano, Torino