La via emiliana all'economia di Gianni Zandano

La via emiliana all'economia La via emiliana all'economia ENTI LOCALI E CRISI ECONOMICA Il Mulino, Bologna, - 2 volumi per compi. 500 pagine, 13.000 lire. La complessità dei problemi e delle esigenze della moderna metropoli oltrepassa talmente le possibilità di controllo e governo, che non si è lontani dal vero nel definire talune città come «caos vagamente organizzato». Un inventario piuttosto completo di tali problemi, insieme con un campionario di proposte per risolverli, ce lo fornisce questo testo con riferimento al Comune e al.comprensorio di Bologna. I due volumi raccolgono gli atti della II conferenza economica promossa dal capoluogo emiliano; un materiale molto ricco, frutto di tre giorni di dibattito tra amministratori locali, politici, sindacalisti, imprenditori ed esperti. Due gli obiettivi: il primo affrontare e dibattere gli urgenti problemi posti dalla crisi economica è sociale che ha investito il Paese; il secondo, sviluppare un metodo di lavorò basato su una serie di incontri periodici e sistematici tra enti locali, associazioni di categoria, sindacati. Nella relazione introduttiva di Paolo Babbihi e più ancora nelle conclusioni di Renato Zangheri, sindaco di Bologna, il concetto è ripetuto con insistenza: gli enti locali non possono limitarsi a gestire e ad erogare servizi, debbono diventare soggetti attivi della programmazione. Sarebbe un errore credere che sia possibile rilanciare la programmazione affidandola ancora all'illusione tecnocratica di un «centrò nazionale », risultato subalterno agli indirizzi dominanti dello svilup- ' po, e rivelatosi incapace di padroneggiare le leve della correzione e della ripresa. Una ripresa programmata, si può avviare solo sulla | base delle autonomie locali e delle Regioni. Ecco il significato di queste conferenze economiche comunali e còmprensoriali: incominciare dal basso, col massimo di consenso e di partecipazione, a ricostruire ilpericolante edificio economico-sociale italiano, col rilancio di un'efficiente programmazione locale. L'idea-guida di questo i « nuovo modo di governare» è semplice: i consumi individuali e privati non devono andare a discapito della domanda sociale. L'idea non è nuova, ma si può perdonare a Baobihi e ai sindaco Zangheri il pizzico di compiacenza che traspare dalle loro relazioni: il Co¬ mune di Bologna, sia pure parzialmente, ha tradotto in pratica questi indirizzi. E' proprio questa la ricetta che gli organizzatori della conferenza prescrivono per guarire i mali nazionali: il rimedio, secondo i relatori, consiste essenzialmente in uno « spostamento dell'asse della produzione», nel senso di produrre beni di più elevato contenuto tecnologico e quindi più competitivi per recuperare l'equilibrio esterno, e di garantire — per quanto riguarda il mercato interno — il soddisfacimento di fondamentali bisogni sociali, senza trascurare l'allargamento com¬ plessivo della base produttiva e l'incremento dell'occupazione. E' un programma su cui buona parte dei numerosi interventi — raccolti nel secondo volume — sembra concordare, e dal quale per la verità risulta difficile dissentire: anche se la situazióne di Bologna, che costituisce il fiore all'occhiello dello schieramento di sinistra italiano, risulta per certi vèrsi privilegiata rispetto a quella complessiva nazionale, e le esperienze compiute dagli amministratori emiliani non facilmente trasferibili in altre realtà locali Gianni Zandano

Persone citate: Crisi, Paolo Babbihi, Renato Zangheri, Zangheri

Luoghi citati: Bologna