Rockefeller "best-seller"
Rockefeller "best-seller" Rockefeller "best-seller" Le biografie dei magnati, dei super-ricchi, dei grandi industriali diventeranno un genere letterario? Enzo Biagi ha pubblicato da poco // signor Fiat, già in testa alle vendite. Negli Stati Uniti, Peter Collins e David Horowitz hanno pubblicato The Rockefellers, ritratto di una «Dinastia americana » (746 pagine). Il libro descrive i successi, le fortune, gli sfaldamenti e le nevrosi di una famiglia legata alla crescita industriale americana. Il primo ad entrare in scena è logicamente il vecchio John D. Rockefeller, il capostipite della dinastia. Egli impresse alla sua attività una duplice direzione: quella del business, della speculazione finaziaria e quella della filantropia che, col tempo, ha finito per ramificarsi in modo incredibile, includendo le opere missiorurie, le borse di studio per studenti in t'.i-:jipiine scientifiche, le sovvenzioni a Istituti di ricerca medica, storica, ecc. Forse era un modo di acquistare popolarità. Tuttavia John D. Rockefeller non doveva essere molto amato, se Robert La Follette potè definirlo « il peggior criminale della sua epoca » e se Frederick T. Gates, il Suo primo amministratore, potè scrivergli: « La sua fortuna cresce, cresce come una valanga. Ma deve essere distribuita prima che cresca ancora, altrimenti schiaccerà lei, i suoi figli e i figli dei suoi figli ». La profezia di tono minacciosamente biblico, sarà in parte confermata dai fatti. I figli ricevettero e accrebbero l'eredità paterna. Nelson cominciò ad investire nei Paesi sottosviluppati e a darsi alla politca. David rinnovò il tessuto urbano di Manhattan e di Morningside Heights. C'era poi John jr., soprannominato semplicemente Junior,-il cui nome fu legato alla morte di quaranta minatori nel cosiddetto « massacro di Ludlow » e ad un processo contro gli operai del « Colorado Fuel and Iron». In quell'occasione aveva affermato che « l'America indù striale doveva lottare contro il movimento operaio ». E i figli dei figli? Sono chiamati collettivamente ni cugini» e sembrano invischiati in una « strana dialettica », dicono Collins e Horowitz. Appaiono lontani dagli schemi politici e finanziari dei padri, ma in certe occasioni si ricordano di essere dei Rockefeller. o. g. Iti fc»rii a Prezzolimi Giuseppe Prezzolali, oggi novantaquattrenne, ha scritto una « Storia tascabile della letteratura italiana » che sarà pubblicata dall'editrice milanese Pan. L'opera, preceduta da un capitolo che ne fìssa i caratteri generali e i criteri d'interpretazione, riassume in meno di duecento pagine la storia della nostra letteratura dalla trasformazione del latino parlato in « volgare italiano » fino ai giorni nostri. Nel trattare la letteratura contemporanea Prezzolini compie una analisi delle riviste culturali, tra le quali « La Voce », da lui fondata e diretta. Inediti di Casanova Pagine finora sconosciute di Giacomo Casanova, in cui sono rivelati alcuni dei «segreti» della sua tormentata esistenza, sono per la prima volta a disposizione degli studiosi nella città natale del celebre personaggio. La, « Fondazione Casanovi a na », dell'Istituto francese di studi storici, che ha sede nell'isola della Giudee ca, a Venezia, ha ricevuto in dono, in questi giorni, dall'editore Brockhaus di Wiesbaden (Germania Occidentale), una riproduzione fotostatica (l'unica esistente) del manoscritto ori¬ ginale delle « Memorie », l'opera più significativa di Casanova, scritta in. lingua francese. Il manoscritto,— composto di oltre 3600 pagine, era conservato, gelosamente nascosto, dall'editore tedesco. I suoi antenati, che nel 1700 abitavano a Lipsia, lo avevano acquistato dagli eredi del Casanova. Lo ha dichiarato il presidente.della fondazione, prof. Pierre Grouetw « Nelle precedenti edizio-■ ni delle' "Memorie" — egli ' ha detto — mancano le circa 200 pagine di varianti agli episodi narrati, che1 compaiono nel manoscritto donato alla fondazione, contenenti pagine illuminanti sulla figura morale di Casanova ». Au tonieelli r II discorsi e gli scritti politici di Franco Antonicelli, dal 1929 al 1974, sono stati raccolti in un volume edito da Einaudi sotto il titolo La pratica della libertà, con un saggio introduttivo di Corrado Stajano. L'opera sarà presentata in -«prima» nazionale al teatro Gobetti • di Torino, mercoledì 16 giugno alla, ibi con mteryenti di Natalia Ginzburg, Luisa Monti Sturarli, &0fNr*° Bobbio, Carlo jG^ante^.fJarróné, Massimo Mila, Adalberto Minucci, Diego Novelli e Gian Carlo Pajetta: gli antichi e nuovi amici dello scrittore.
Luoghi citati: America, Colorado, Germania Occidentale, Prezzolimi, Stati Uniti, Torino, Venezia, Wiesbaden
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