Illusioni di un poeta nella Praga del 1949
Illusioni di un poeta nella Praga del 1949 «La vita/è altrove», romanzo - parodia di Kundera Illusioni di un poeta nella Praga del 1949 Milan Kundera LA VITA E* ALTROVE . Mondadori, Milano, 286 pagine, 3800 lire: La vita è altrove racconta la storia esemplare d'un poeta: biografia e aspra parodia che riassume, le biografìe reali e quelle possibili di ogni poeta che soffra della violenza del potere politico e insieme degli assalti affaticanti del proprio inconscio.. t . Kundera ha scritto, forse,, un'autobiografia, e ironicamente ha proiettato la propria esistenza contro lo schermo^ di biografie illustri: quelle di Lermontov, Rimbaud, Shelley, Byron. Dell'artista (il «giovane cane» di Dylan Thomas) egli ha' sottolineato, esasperato, lasciato deflagrare l'« immaturità » caratteriale. Che un poeta possa vivere, e insieme allevare il proprio genio, in un mori: do mostruosamente lacerante è un assurdo. Quali peripezie egli deve percorrere per salvarsi da un simile assurdo? L'amore per la madre, i primi brividi del sesso, i primi 'incantamenti per la cultura e l'arte: egli accetta tutto; ma tutto questo, lentamente, piuttosto che salvarlo può irrimediabilmente avvelenarlo, imprigionarlo definitivamente nella sua «immaturità». E, dunque: ben venga la salvezza nell'azione, il naufragio nella politica, l'iscrizione al partito, l'ossequio al partito, lo spionaggio per il partito..'. A. quel punto, può anche sopravvenire, ultimo sogno, sogno più dolce di ógni verso che si possa scandire, la morte, la morte più stupida: una polmonite, e via! Kundera è scrittore elegante, anzi troppo elegàn- te. Con l'eleganza e l'ironia egli vuole bruciare tutto l'armamentario residuo di mito e retorica che il romanticismo e il decadentismo hanno accumulato sul sottile disegno della vita d'un poeta. E' il poeta un eroe nell'esaltazione creati-1 va, oppure lo è nella degradazione morale? . > Il narratore conduca il racconto di là da ogni eventuale naturalismo, ma segna i fatti d'una tinta pre¬ cisa, li situa in un mondo storicamente riconoscibile: siamo a Praga, poco prima e poco dopo il 1948. Il poeta è un giovane che vive il rovesciamento del regime borghese cecoslovacco, e iì successivo instaurarsi del regime comunista, m modo drammatico e con una eccitazione, paragonabile a-quella dei giovani parigini del maggio '68 (il riferimento è sottolinea to dal medesimo Kundera). Dovrà ricredersi: la sua fede politica mostrerà la corda, l'inganno staliniano si paleserà, sarà strangolante, non concederà ulteriori illusioni. ' Ebbene, in tutto questo suona una musica dolorosa, straziata; l'eleganza kunderiana (cosi mitteleuropea, così intonata su echi di accattivante letteratura asburgica, così capace di screziature ed ellìttici voli) sa condurre a sintesi i più diversi propositi. C'è là po. lemica letteraria, c'è la polemica polìtica, c'è l'angosciosa memoria della terra natale (Kundera ha lasciato *da qualche anno Praga e vive ormai a Parigi): mu, forse, un precostituito proposito stilìstico, un eccesso di malizia o il terrore che un superiore abbandono narrativo dissolva la fer, rea struttura del libro, gelano la cadenza del racconto, la rendono d'una nervosità troppo volutamente flgée. Ciononostante, quante pagine riuscite:.la vita dì famiglia, il ruolo ossessivo* della madre, i primi incontri del piccolo artista pre- >• coce con un pittore d'avanguardia; oppure le pagine sulla morte neanche tanto casuale del poeta."Kundera racconta senza dare homi ai suoi( personaggi; " soltanto il protagonista ha no-* me, Jaromil, ò Xaviér'quando è sorpreso nei gesti d'un possibile, onirico sosia. Artificio e lirismo si mescolano in questo libro, il cui titolo suggerisce una duplice ipotesi: la prima, più ovvia, che per Kundera la vita sia altrove dalla • poesia; ia seconda, che essa sia tutta risolta nella - poesìa, e quindi non sappia, se si contempla allo specchio, dove essere veramente. Enzo Siciliano mi Pra^t. il monumento al guerriero sulla Moldava
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