Autocritica sulla scuola

Autocritica sulla scuola La contestazione -dopo II '68 Autocritica sulla scuola Che cosa e accaduto nella scuola dal 1967 in poi? Che cosa ha cominciato a roderne le strutture portando dalle aule alla società il malcontento dei giovani? Dalla spinta e dalla ribellióne dei ragazzi nati in una società del benessere, lontana dai valori veri-della vita, si y iniziato un processo, giusto o sbagliato 10 potranno dire soltanto i giovani di domani, di rinnovamento che ha toccato tutti. Dalla prima contestazione del 1967 all'Università di Torino, è scaturita un'ansia di rinnovamento fino allora repressa,' che si è ben presto propa- Eata in tutti i tipi di 'scuola. In anno dopo la ribellione studentesca era già un grosso fatto nazionale, e due anni dopo, arrivata ormai alle fabbriche, metteva in forse quei valori tesi soltanto alla conquista di falsi consumi. Di quei fatti.hanno scritto in molti, non sempre con sincerità, ed equilibrio. Oggi, con 11 distacco dell'analisi storica ne paria anche Luciano Guzzi, nel suo Scuola, studenti, lotia di classe stampato da Emme Edizioni, fra pochi giorni in libreria (227 pagine, 3.500 lire). Guzzi è laureato in pedagogia ad Urbino, ha fatto l'operaio, l'impiegato, il maestro, ha svolto attività sindacale. Attualmente insegna filosofia e storia nei licei classici di Milano. La sua esperienza è fatta dal vivo con viaggi di studio (a Cuba, in Bulgaria, in Spagna), ha già scritto un libro nel 73: Educazione e società a Cuba, edito da Mazzetta. Ha un'esperienza di insegnamento in Jugoslavia. Confessa nella prefazione: « Ho voluto dare un contributo al dibattito, dall'interno della scuola e ^dle posizióni di sinistra. Con la parzialità e la passione del contributo militante, anche se ho cercalo di. rispettare i fatti e le posizioni di ognuno, c discuterne sen-' za trasformarle in bersagli di comodo o in facili stampelle ». La realtà scolastica « più presente è quella milanese: un osservatorio privilegiato per molti aspetti, ma anche diverso dalla realtà di gran parte delle scuole italiane ». Tuttavia « segni diversi '-. mi dicono che Ciò che ho scritto in queste pagine può riferirsi con uguale validità, o non validità, alla situazione della scuola media italiana in generale ». il movimento degli studenti, nato spontaneamente benché coordinato dai giovani militanti dei partiti di sinistra, è stata una rottura con il passato « con la politica dei partiti e delle organizzazioni politiche ufficiali, con l'ideologia rappresentata dalle istituzioni scolastiche c non scolastiche, con le organizzazioni stu- . dentesche precedenti, con un modo ancora diffuso di vedere i giovani e di interpretarne gli orientamenti: da una parte i giovani delle tre M: mestiere, macchina, moglie, dall'altra i capelloni, gli hippies, i . fermenti esorcizzati di una gioventù inquieta, per molti aspetti non ascoltata né compresa ». Ma l'esigenza di una svolta nuova, secondo la prospettiva di Guzzi, si è avuta con' « la perdita di credibilità dell'ideologia borghese », con la scolarizzazione di massa, con la crisi degli sbocchi professionali.-«Gli studenti, sostiene l'autore, si ponevano come obiettivi di lotta una presa di coscienza della scuola "classista", da essi ritenuta strumento per le classi dominanti. Dopo le prime inesperte ribollioni, che hanno portato alle oc- . cupazioni dì Università prima c anche delle medie superiori poi, la lotta non restava confinata, ma cercava un suo terreno più ampio nel contatto con la classe operaia ». Una collaborazione difficile, non sempre costruttiva, ma che . . ha portato la protesta giova- ' nilc a Tatto nazionale. Ir movimento studentesco chiedeva come base il rifiuto della delega e imponeva come scelta il regime assembleare. Una posizione difficile che ha dovuto essere analizzata per arri-. • vare a - una maturazione costruttiva. Siamo ormai nel '68-69 e in. questo mondo si muovono nuove organizzazioni politiche di sinistra; ma anche pei e psi, con posizioni rinnovate verso la scuola e gli studenti. Nascono, così, con varia fortuna i movimenti marxista-leninista-maoista, i trotskisti, dal pei si stacca Manifesto, ha buona fortuna Avanguardia Operaia, Lotta Continua. Ci sono aspetti negativi, che rischiano di deteriorare lo spontaneismo: « Col riflusso del movimentò degli studenti nel corso del 1970 e degli anni successivi, l'assemblea 1 diventò sempre più luogo di manovre, di scontri, di attività, di gruppi, gestita al vertice nell'ambito degli accordi intergruppo, sulla testa della massa degli studenti ». L'autonomia del movimento studentesco « venne sempre più gestita dai gruppi direttamente o indirettamente attraverso l'emanazione dì organizzazioni di settore, come i Club studenteschi di Avanguardia Operaia, i Collettivi politici studenteschi di Lotta Continua, i Collettivi politici unitari del pdup... »„ Incontri e scontri, incompre.>3Ìoni e passioni, non rendono la vita facile a questa massa che si muove, in continuo cambiamento: essere studenti è una condizione passeggera. Sono sempre più rari gli scontri e le proteste clamorose, si apre il dibattito, la lotta è diplomatica, anche se molto dura. Intanto i partiti iniziano a discutere la riforma della scuola. Ciascuno su proprie posizioni mira ad una scuola non più di classe, ma aperta e formativa. Nascono i movimenti di insegnanti democratici, si fa strada la concezione per cui cambiando la scuola si cambia lisocietà e- non viceversa. Si parla di educazione permanente. Si vede in modo diverso l'impiego del tempo scuola. Gli studenti sembrano venir considerati non più massa improduttiva, ma categoria so- ciale- Maria Valàbrega f "

Persone citate: Guzzi, Luciano Guzzi, Mazzetta

Luoghi citati: Bulgaria, Cuba, Jugoslavia, Milano, Spagna, Urbino