Due interviste sul pci

Due interviste sul pci Iprotagonisti: Giorgio Amendola e Giorgio Napolitano Due interviste sul pci Le due interviste 'tascabili* di Melograni e Hobsbawm a Giorgio Amendola (sul tema dell'antifascismo) e a Giorgio Napolitano (sul tema"della politica generale del Pei) guadagnano posizioni nella classifica dei saggi "best-sellers*. Amendola è balzato addirittura al primo posto. Come si spiega un simile successo? L'aria che tira di sempre più. probabile compromes¬ so storico, di documentarsi sulle idee dei futuri pa-. droni del vapore? O ancora, Amendola e Napolitano si fanno leggere perché enunciano con grande chiarezza, ed anche con una certa insinuata franchezza, le proprie opinioni? Ci sarebbe anche una quarta ipotesi, che forse è la più semplice e la più veritiera: a comprare i due saggi "tascabili' di Laterza so- no gli iscritti e i simpatizzanti del Pei, una schiera in costante aumento come provano le più recenti statistiche elettorali. Sia come si vuole, è fuori discussione che i comunisti fanno politica anche in campo culturale. La grande direttiva di Antonio Gramsci — sostituire alla dittatura del proletariato l'egemonia storic&culturale della classe operaia e del suo partito di avanguardia — si è rivelata preziosa. Mentre gli anticomunisti ribattevano fino alla sazietà le accuse contro il dogmatismo e il monolitismo del Pei, i dirigenti delle Botteghe Oscure e gli intellettuali di stretta obbedienza iniziavano per lo meno dal 1956, e con ritmo più accelerato dall'epoca del momoriale di Yalta, la loro lunga marcia sulla 'via italiana", aprendosi non solo ad una critica articolata della società italiana e ad una penetrazione capillare nelle sue strutture politico-amministrative, ma anche ad una spregiudicata autocritica delle contraddizioni, degli errori, dei ritardi in cui il loro partito si è impigliato dopo la staUnizzazione della IH internazionale. È fiorita così, all'ombra di una quercia solida come la storia del partito di Paolo Spriano, tutta una serie di libri metnorialistici in cui vecchi bolscevichi, co¬ me Luigi Longo, Vittorio Vidali, Teresa Noce, si sono misurati con polemiche e rivelazioni che sarebbero state impensàbili fino al Ventesimo congresso del Pcus e che anzi, nei venticinque anni del terrore stalinista, avrebbero fatto gridare al tradimento. Beninteso, l'osservatore imparziale non può fare a meno di sottolineare che, in questi casi, la tarda età e la condizione di pensionamento politico alla quale sono ridotti i memorialisti in parola, tolgono qualche fascino alla loro impresa. Un'osservazione in parte analoga si potrebbe fare per Amendola, che certo in pensione non è ma.vive un po' relegato ai margini della direzione comunista, libero di esprimere 'opinioni personali' senza impegnare la responsabilità del partito. Tutto diverso il caso di Napolitano, che è in piena attività e per giunta viene considerato come uno dei collaboratori più stretti del segretario Berlinguer e uno degli interpreti autorizzati da. cosiddetto 'eurocomunismo*. Nella patristica del comunismo italiano, Amendola ha il ruolo di sant'Agostino e Napolitano quello di san Tommaso . d'Aquino. L'uno confessa te colpe sue e del partito con un impeto ardente che non esclude, anzi sottintende, una. fede incorruttibile. L'altro sistema invece, la nuova dottrina in un ferreo schema teologico-filosofico che, per essere moderno e razionale, non cessa di apparire inaccessibile all'eresia. In questo senso, l'intervista che il grande storico inglese ha fatto all'on. Napolitano — o per dir meglio le risposte che il deputato comunista offre a Hobsbawm — sono un piccolo capolavoro di equilibrio, un perfetto intarsio di aperture e di chiusure, di ammissione e di concessioni, di chiarezza . e di evasività. In comune, i due saggi 'tascabili* ed in genere tutti i libri, i ricordi, le confessioni dei dirigenti comunisti hanno Un solo, ma significativo elemento: là generosa indulgenza verso gli sbagli del Pei e il più spietato rigore verso quelli degli altri partiti democratici. Un esempio per tutti: Amendola^ che pure a proposito del suo partito parla spesso di 'errori provvidenziali', appare viceversa severissimo con Carlo Rosselli, sostenendo che il 'leader' di 'Giustizia e libertà' abrebbe trovato, «una posizione potitiva» soltanto con la guerra di Spagna, quando però fu assassinato dai fascisti In altre parole, neppure un intellettuale del calibro, della cultura e della spregiudicatezza di Amendola sa sottrarsi a quello che fu chiamato il' "giustificazionismo" del partito comunista: un altro punto in comune, se vogliamo, con tutti i grandi movimenti a sfondo religioso. Antonio QhireUl

Luoghi citati: Laterza, Sant'agostino, Spagna, Yalta