infanzia e ragazzi

infanzia e ragazzi infanzia e ragazzi Carolina Invemizio I SETTE CAPELLI D'ORO DELLA FATA GUSMARA Moizzi, Milano, Collana Confini, 184 pagine, 3.200 lire. (f.a.) Con oltre centoventi libri Carolina Invernizio ha meritato, nei primi decenni Cel secolo, una crescente popolarità. Le generazioni successive, inoltre, non l'hanno affatto trascurata: è anzi in atto, proprio in questi mesi, un vistoso ritorno di fiamma, propiziato anche da numerose ristampe dei suoi titoli più fortunati. Ne I sette capelli d'oro della Fata Gusmara, del 1909, la Invernizio si prova con il racconto per bambini, una convincente esca pei figli delle sue lettrici abituali, convinti magari a sfogliare poi i romanzi per adulti. E una storia d'amore che ha quali protagonisti l'intrepido quanto ingenuo Falco e la dolce, affascinante Topolina. Figlio di un taglialegna, Falco si innamora della ricca Tea e, per conquistarla, chiede alla Fata Gusmara i sette capelli d'oro, capaci di realizzare qualsivoglia desiderio. Topolina è al suo fianco per proteggerlo e guidarlo nell'impresa, dall'esito scontato: Tea non lo degna della minima considerazione, cosicché il sospettoso Falco, riconoscendosi in torto, si getta fra le braccia di Topolina, adesso certo che il talismano gli ha davvero regalato la felicità. Con inconfutabile evidenza, come sottolinea nell'introduzione critica Vittorio Spinazzola, « la fiaba intende mitizzare l'istituto domestico come un nucleo intimamente raccolto in se stesso. A questo fine la protagonista adibisce ogni risorsa: la mis¬ sione femminile consiste nel riportare il maschio a una misura di realtà. All'uomo continueranno a essere delegati i compiti materialmente operativi; alla donna spetta non solo di sorreggerlo ma di guidarlo, in nome di una consapevolezza intellettuale e morale più elevata ». Giulia Beer LE STRAORDINARIE AVVENTURE DI POLIDORO Meridionale, Roma, 125 pagine, 3.200 lire. (p.m.f.) Con un linguaggio non sempre moderno si racconta di Polidoro, costretto a casa dopo essere caduto, in collegio, perché sonnambulo. Lo zio Camillo, nano in un circo, gli insegna a guardare le cose con gli occhi della fantasia. (Da una filastrocca escono personaggi che diventano reali; in un aeroplano costruito con il meccano Polidoro entra assieme allo zio e sbarca sulla luna, atteso dai lunatici, esseri a forma di sfera con una piccola coda, che hanno preparato dolci e sorbetti, in un circo si trova vestito da pagliaccio e vede una farfalla d'argento; in mare insegue, avvolto in un mantello di nebbia, una sirena. Infine Polidoro, che vuol diventare astronauta, affronta una prova: cammina lungo l'arcobaleno senza accettare richiami o aiuti. E la prova della maturità, la linea di divisione tra sogno e volontà. Il racconto si snoda tra fantasia e realtà, spesso fastidiosamente indistinte, ricco di trovate e di creazioni anche se non sempre sostenute da un ritmo omogeneo che « prenda il fiato » di chi legge. Gina Basso LA SIEPE DEI FICHIDINDIA Salani, Firenze, 154 pagine, 3.000 lire. (p.m.f.) Un racconto incastonato nella realtà meridionale, una realtà « dagli occhi profondi come pozzi » che non cambia anche se è a due passi dall'autostrada e dalle stazioni di servizio. Una storia tutta vera, dice l'autrice, impegnata a riscoprire la terra d'origine. Un paese di pescatori: povertà, emigrazione, senso della tragedia che si tramanda di padre in figlio, esperienze brucianti, necessità di crescere jper sfamarsi e sfamare. Totò, un ra- gazzino con sei fratelli, fa amicizia con Margot, figlia di un emigrato che torna dal Perù dove ha fatto fortuna. L'amicizia s'intreccia attraverso episodi dolci e amari, in un ambiente dove la ricchezza e la povertà si trasformano in due bande rivali che si scontrano in un campo di calcio. Totò arriva an- che ad affidarsi al banco dei pegni per strappare qualche soldo e impedire che il padre vada all'estero a lavorare. Dopo una scazzottata con un rivale, Totò finisce in ospedale e ritrova la tenerezza di Margot, ma a caro prezzo: i bambini invecchiano presto, sono già protesi verso una vita che non può che essere faticosa.

Persone citate: Carolina Invernizio, Collana Confini, Gina Basso, Giulia Beer, Invernizio, Moizzi, Salani, Vittorio Spinazzola

Luoghi citati: Firenze, Milano, Perù, Roma